ScuolaOggi-TESTA A TESTA MINISTRO SINDACATI. ALLA RICERCA DI UN CONSENSO CHE NON C'E'
TESTA A TESTA MINISTRO SINDACATI. ALLA RICERCA DI UN CONSENSO CHE NON C'E' Nelle ultime ore un'autentica over dose di Moratti. Col ministro che si sforza di convincere gli italiani che l...
TESTA A TESTA MINISTRO SINDACATI. ALLA RICERCA DI UN CONSENSO CHE NON C'E'
Nelle ultime ore un'autentica over dose di Moratti. Col ministro che si sforza di convincere gli italiani che la riforma avviata attraverso il decreto relativo al primo ciclo scolastico va bene. Anzi era necessario per rilanciare la scuola italiana a livelli di eccellenza in Europa. Livelli da cui, sempre secondo Letizia Moratti, saremmo molto lontani. E il ministro a questo proposito fonda la sua valutazione sui dati Ocse: "L'Italia - dice - è con l'Austria la scuola che offre più ore di lezione, ma allo stesso tempo raggiunge risultati scadenti". Prima della Moratti lo stesso Luigi Berlinguer, suo predecessore, ricorreva allo stesso giochino dell'Ocse per motivare la bontà dei suoi prodotti di riforma. Un vizio non nuovo, dunque, ma pur sempre un brutto vizio. Abbiamo già chiesto a chi se ne intende di questi giochini una loro valutazione: la pubblicheremo a breve. Ma intanto possiamo già anticipare che i dati Ocse hanno un'attendibilità di scarso valore. Un esempio? Come si fa a valutare una scuola (come la nostra) in cui sono inseriti alunni handicappati e gli alunni stranieri alla pari con una scuola (quella tedesca) dove gli handicappati e gli stranieri frequentano le lezioni in strutture "speciali". Quindi a parte, fuori dal campione preso in considerazione per la valutazione dei risultati. Ma gli esempi di inattendibilità dei dati potrebbero moltiplicarsi. Sarebbe meglio, insomma, che il ministro riuscisse a valutare la bontà delle sue proposte su ben altri parametri. E l'occasione è imminente: il confronto con i sindacati scuola a cui dovrà spiegare al di là di ogni demagogia come è possibile concretamente far passare certi cambiamenti. Il tavolo che si apre dal 5 febbraio al MIUR sarà il vero banco di prova della riforma. In questa sede la Moratti non avrà una platea a cui raccontare le cose a slogans come sta facendo in questi giorni, ma dovrà dare delle risposte puntuale. Un'occasione che non si può perdere: applicare una riforma scolastica è sempre stata ardua impresa in Italia (basti pensare a quella della media unica del 1962, ancor oggi sostanzialmente inapplicata), ma questa volta ci troviamo di fronte a un dissenso pressochè generalizzato. Che senso ha insistere in questa contrapposizione? A chi giova? Forse solo a chi vorrebbe a tutti i costi vantarsi di un risultato raggiunto. Un risultato che in realtà non c'è. Nè così ci potrebbe essere.