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ScuolaOggi: Supplenze e capitolone, la situazione resta critica

due condizioni, indispensabili, a quanto pare non si danno, decretando così di fatto il fallimento del cosiddetto “capitolone”.

16/11/2007
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ScuolaOggi

L’idea era tutt’altro che malvagia, anzi. Un unico fondo per finanziare gli istituti scolastici accreditato direttamente dal Ministero senza passaggi intermedi (uffici scolastici regionali e/o provinciali) avrebbe dovuto semplificare le cose, assicurando agli istituti certezza di risorse, celermente e senza inutili lungaggini burocratiche. Questo presupponeva alcune condizioni: l’assegnazione dei finanziamenti alle scuole in tempi utili e, soprattutto, nella misura necessaria. E proprio queste due condizioni, indispensabili, a quanto pare non si danno, decretando così di fatto il fallimento del cosiddetto “capitolone”.
Le scuole, in particolare primarie e dell’infanzia, sono sempre in sofferenza sulla questione del pagamento degli stipendi ai supplenti. Arrivano infatti, tuttora, segnalazioni allarmanti da molti istituti e da molti dirigenti scolastici.

Lo scorporo della spesa per le supplenze per maternità (D.L. n.147/07, provvedimento assolutamente apprezzabile) non si è rivelato sufficiente: passano infatti a carico del Tesoro le spese per le maternità ma non quelle per i congedi parentali, supplenze altrettanto lunghe che rimangono a carico delle scuole.
Ma soprattutto continuano a rivelarsi miopi i calcoli relativi alle supplenze brevi e medio-lunghe. Il ministero, invece che basarsi realisticamente sul trend della spesa media effettivamente sostenuta dalle scuole negli ultimi anni, ha assegnato un budget iniziale (calcolato in base ai parametri del decreto ministeriale n. 21 del 1° marzo 2007 ) riservandosi successive integrazioni.
Tanto per fare un esempio: la scuola primaria *** di Milano ha sostenuto sino ad oggi, nel periodo gennaio-ottobre 2007, una spesa complessiva di 121.181 euro. Ha avuto assegnato un budget di 43.100 euro e due successive integrazioni di 27.958,07 e di 44.189, 16 euro. E’ già in passivo quindi di 5943,27 euro e dovrà far fronte agli stipendi di novembre e dicembre… E’ del tutto evidente quindi (ed era ampiamente prevedibile) l’insufficienza delle risorse assegnate. E casi come questo citato sono molto diffusi, in Lombardia e in altre regioni.

Se ci spostiamo solo un po’ più in là, in Emilia Romagna, un dirigente scolastico di Piacenza segnala una situazione finanziaria del proprio Circolo didattico (ma più in generale della scuola piacentina) pesantissima. “A solo titolo esemplificativo – scrive - i residui attivi (o presunti tali?) nel Programma Annuale assommano a oltre 170.000 euro e sono quasi tutti relativi a risorse finanziarie anticipate con il fondo cassa per il pagamento delle supplenze. Ciò comporta il blocco totale del funzionamento didattico e amministrativo e, ancor peggio, si presenta il 2008, tenuto conto che anche noi, non solo siamo già sotto di circa 4000 euro, ma non siamo in grado, se non perverranno risorse aggiuntive, di pagare i contributi del fondo istituto 2006/07(abbiamo pagato solo i netti), contributi che sono pari a circa 85.000 euro !”

Restano quindi da risolvere le gravissime situazioni pregresse, i debiti accumulati da diversi istituti nel corso degli anni. La mancanza delle risorse economiche necessarie ha infatti costretto le scuole ad intervenire con continue anticipazioni di cassa, per garantire il pagamento degli stipendi ai supplenti. Ora però le casse sono vuote e molte scuole si trovano nell’impossibilità di continuare a pagare gli stipendi ai supplenti.

Ma quel che è più curioso (e preoccupante) è il fatto che i finanziamenti arrivano alle scuole senza più distinzione di voci, afferendo appunto ad un unico capitolo, e dovrebbero servire a coprire - oltre che gli stipendi dei supplenti - i costi del contratto integrativo di scuola, delle funzioni strumentali e delle funzioni aggiuntive per il personale Ata, della tassa rifiuti, ecc.
Il vero problema – come ha opportunamente sottolineato Reginaldo Palermo in un recente articolo su “La tecnica della scuola” - è che, con questo meccanismo, con i finanziamenti “indistinti” del capitolone, non è possibile nessuna forma di controllo sulla composizione del fondo stesso. I parametri per l’assegnazione del fondo sono contenuti nel DM n. 21/2007 ma non sono mai stati chiariti i calcoli per l’assegnazione alle singole scuole della dotazione finanziaria. Le scuole quindi non hanno alcun modo di verificare se i “conti” siano stati effettuati correttamente dagli uffici del Ministero; in caso di discordanza fra il conteggio effettuato dalla scuola e gli importi pervenuti, non c’è alcun modo di interloquire con nessuno per ottenere chiarimenti o spiegazioni.

Insomma, la soluzione del “capitolone” sta mostrando tutti i suoi limiti. Moltissimi istituti continuano ad essere in difficoltà e da parte del Ministero non sembra che ci sia ancora la piena consapevolezza della gravità del problema e soprattutto non vengono prese in tempi utili misure adeguate per corrispondere alle scuole i finanziamenti necessari. Ancora una volta l’invenzione del “capitolone” mostra la corda e non risolve affatto i problemi di funzionamento delle scuole, tuttora in serie difficoltà.
Dopo l’esperienza del governo di centro-destra e del ministero Moratti, tacciato più volte di dilettantismo e scarso interesse per la scuola pubblica, ci saremmo aspettati una maggiore attenzione al nodo cruciale della spesa per le supplenze ed una maggior competenza da parte dei tecnici del nuovo MPI, del viceministro Bastico, del capo dipartimento Barbieri, ecc. Ma così, a quanto pare, non è. E la situazione finanziaria delle scuole è sempre critica.

Gianni Gandola


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