ScuolaOggi: Scuola di Formigoni, il Governo dice no
Il Governo, contro il provvedimento della Regione Lombardia, ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale: questa doverosa decisione consente intanto di superare una situazione di disparità e conflitto che paralizza l’attività delle scuole
Da quest’ anno è legge dello Stato l’obbligo scolastico fino a 16 anni. Così l’ Italia si allinea all’ Europa. Non la Lombardia, perché una recente norma di Formigoni ha deciso una sorta di “condono”: qui i ragazzi devono scegliere subito dopo la terza media tra scuola, lavoro e formazione breve.
Insomma, fatta la legge trovato l’inganno.
Il Governo, contro il provvedimento della Regione Lombardia, ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale: questa doverosa decisione consente intanto di superare una situazione di disparità e conflitto che paralizza l’attività delle scuole. E denuncia il tentativo di attribuire alla Regione compiti che sono di esclusiva competenza dello Stato, essendo la scuola un’ istituzione della democrazia e l’ istruzione un obbligo costituzionale.
Tra i punti più gravi contenuti nella legge regionale c’è la scelta secondo la quale l’ obbligo può essere assolto anche fuori dalla scuola: le competenze finali sono stabilite dalla Regione; i diplomi, che oggi valgono su tutto il territorio europeo, tornano come tanti anni fa ad essere rilasciati dalla Regione che ne indica una varietà di denominazioni; le risorse pubbliche destinate alle scuole, sia statali che regionali, sono ripartite in quota capitaria senza distinzione tra pubbliche e private; l’ istruzione tecnica e professionale è condotta fuori dall’ ordinamento scolastico; il reclutamento degli insegnanti è affidato ai dirigenti.
Questo disegno del sistema scolastico ha origine da un’ interpretazione distorta e strumentale del Titolo V della Costituzione che, se pur presenta qualche ambiguità, è chiaro nell’ attribuzione allo Stato delle competenze in materia di istruzione obbligatoria, estesa oggi al primo biennio della scuola superiore e nella definizione del caposaldo della libertà di insegnamento.
Il rispetto della Costituzione e della legge dello Stato è un requisito preliminare per affrontare con efficacia, concretezza e lungimiranza un’ operazione di valorizzazione della scuola e del sistema della formazione. La grande riforma dell’innalzamento dell’obbligo scolastico innesta un positivo processo riformatore. La scuola migliora e si rinnova con la partecipazione attiva degli insegnanti , degli studenti e della società, con la consapevolezza che la formazione è un bene di tutti.
Ritengo importante che si discuta a fondo e in modo libero sul modello della scuola del futuro. Prima però si rispetti la legge e si applichi la Costituzione: per questo è importante e positiva l’iniziativa del Governo nei confronti della legge di Formigoni.
Ritengo sia opportuno discutere il modello di scuola prefigurato dalla destra in Lombardia. Esso prende le mosse dalla controriforma Moratti e dal tentativo del governo Berlusconi, respinto dagli elettori con il referendum, di modificare la Costituzione. Il modello è quello del Nord-est, peraltro superato dai fatti e dal processo di integrazione europea: formazione professionale precoce dopo la terza media; gerarchizzazione dei saperi tra licei e istruzione tecnica e professionale, questa relegata a un ruolo inferiore e con status gestionali diversi; frammentazione di competenze e costante conflitto tra istituzioni; obbligo di istruzione declassato a diritto garantito non a tutti i cittadini.
La realtà dovrebbe imporre obiettivi diversi. L’ Italia necessita di un numero maggiore di diplomati, che oggi è inferiore a quello degli altri Paesi europei; la scuola e la società italiane sono ancora troppo statiche e le condizioni sociali ed economiche di origine dei giovani pesano eccessivamente sul loro futuro; non è giusto che ai giovani si offra una formazione “usa e getta” e un avvenire di precarietà, non è conforme a un Paese che vuole lo sviluppo.
La realtà dunque, e le indicazioni dell’Europa, ci chiedono una scuola dell’obbligo più lunga , un sistema della formazione per tutti , che renda effettivo il diritto di cittadinanza, un sistema della formazione serio, aggiornato, esteso alle nuove generazioni e agli adulti, la valorizzazione della formazione scientifica e tecnologica.
In Lombardia opera un sistema scolastico avanzato ed una formazione professionale di prim’ordine, con esperienze consolidate anche nell’attività di contrasto della dispersione scolastica. Questi Istituti non sono affatto minacciati dalla scuola pubblica che si amplia e si rinnova.
Semmai è stata la politica seguita in questi anni della Destra lombarda che ha frenato l’ integrazione del sistema e reso più difficili il rinnovamento e la costituzione dell’ alta formazione tecnica e professionale. Strumenti di questa politica sono stati i finanziamenti dispersi in mille rivoli e i “bonus” dati senza distinzione di reddito.
L’ opposizione alla legge Formigoni è ampia. La Sinistra le dà voce e forza per garantire anche in Lombardia una scuola migliore.
Maria Pellegatta, Senatrice PDCI