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ScuolaOggi: Rivoluzione nell'educazione degli adulti?

Finanziaria

11/10/2006
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ScuolaOggi

A quanto pare la Finanziaria 2007 prevede delle novità anche nel settore dell’educazione degli adulti, anzi una sorta di vera e propria rivoluzione. L'articolo 68 del Disegno di Legge per la Finanziaria 2007, al punto 9 recita:
”Ferme restando le competenze delle Regioni e degli Enti locali in materia, in relazione agli obiettivi fissati dall'Unione europea, allo scopo di far conseguire più elevati livelli di istruzione alla popolazione adulta, anche immigrata con particolare riferimento alla conoscenza della lingua italiana, i centri territoriali permanenti per l'educazione degli adulti e i corsi serali, funzionanti presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, sono riorganizzati su base provinciale e articolati in reti territoriali e ridenominati "Centri provinciali per l'istruzione degli adulti". Ad essi è attribuita autonomia amministrativa, organizzativa e didattica, con il riconoscimento di un proprio organico distinto da quello degli ordinari percorsi scolastici, da determinarsi in sede di contrattazione collettiva nazionale, nei limiti del numero delle autonomie scolastiche istituite in ciascuna regione e delle attuali disponibilità complessive di organico.
Alla riorganizzazione di cui al comma 1, si provvede con decreto del ministro della Pubblica istruzione, sentita la Conferenza unificata a norma del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281.”

Innanzi tutto cambierebbe il nome degli attuali centri che da “Centri Territoriali Permanenti per l’istruzione e la formazione in età adulta” verrebbero ridenominati “Centri provinciali per l’istruzione degli adulti”. Scompare l’aggettivo “territoriale” (e cioè il riferimento esplicito, presente nella O.M. 455/97, allo specifico territorio cui l’offerta formativa si rivolge) e subentra l’aggettivo “provinciale” (il riferimento dunque ad un’area di estensione provinciale, articolata poi in “reti territoriali”). Mutamento di sostanza (quindi di dimensioni) o puramente nominalistico?

Ma quel che piu’ conta sono le profonde trasformazioni introdotte nella stessa costituzione dei CTP. I ridenominati Centri provinciali dovrebbero ricomprendere i corsi serali e ad essi verrebbe attribuita autonomia amministrativa, organizzativa e didattica. Questo vuol dire, nella sostanza, che mentre oggi i CTP sono aggregati ad un istituto scolastico di scuola primaria o secondaria di primo grado (o comprensivo) dal quale dipendono per la parte amministrativa e organizzativa, i Centri provinciali avrebbero invece una configurazione e struttura propria, del tutto autonoma, separata rispetto istituti di altro ordine. Verrebbero inoltre aggregati ai corsi serali degli istituti superiori. Si prevede quindi una propria Direzione ed un proprio apparato amministrativo (un dirigente scolastico ed una segreteria, per intenderci).

Non solo, ma verrebbe riconosciuto ai Centri provinciali un proprio specifico organico, docente e Ata, distinto dagli attuali organici di scuola elementare e media, come da tempo chiedono gli operatori del settore.

Una trasformazione dunque radicale, rispetto alla situazione attuale. C’è però una condizione: che tutto questo avvenga “nei limiti del numero delle autonomie scolastiche istituite in ciascuna regione e delle attuali disponibilità complessive di organico”. Che vuol dire? Che per realizzare l’autonomia di un Centro provinciale occorre attendere che venga soppressa un’autonomia scolastica (una Direzione) accorpandola ad un’altra? La clausola introdotta parrebbe infatti respingere decisamente la creazione di Centri provinciali come nuove autonomie scolastiche, oltre quelle esistenti. E nel frattempo? Come si realizzerà il passaggio da CTP a Centri provinciali? Con quale gradualità e in quali tempi?
Insomma, se da un lato si prospetta una vera e propria rivoluzione, dall’altro non ne sono del tutto chiari i passaggi e i tempi previsti.
Alla riorganizzazione di cui sopra dovrebbe provvedere un decreto del Ministro della Pubblica Istruzione. Attendiamo le disposizioni attuative e, con esse, i necessari chiarimenti.

Gianni Gandola


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