ScuolaOggi: Quando il ministro parla senza ascoltare
se c'è un rilievo da fare dopo l'intervento del ministro Giuseppe Fioroni a Milano, tutto si può dire tranne che abbia ascoltato una sola parola di quel che gli è stato detto
QUANDO IL MINISTRO PARLA SENZA ASCOLTARE
Ascolto. E' anche lo slogan di un recente progetto ministeriale. Ma se c'è un rilievo da fare dopo l'intervento del ministro Giuseppe Fioroni a Milano, tutto si può dire tranne che abbia ascoltato una sola parola di quel che gli è stato detto. Pur nei limiti del tempo concesso ci sono stati in particolare due interventi che mettevano a fuoco i problemi che turbano la vita scolastica oggi: quelli di Rita Frigerio, responsabile della Cisl scuola, e di Aldo Tropea, a nome dell'Ulivo scuola. Interventi che per molti versi riprendevano anche le questioni poste da Scuolaoggi. Risultato: Fioroni ha preso la parola per tre quarti d'ora, ma non ha detto una parola per rispondere alle domande poste. Come se non le avesse nemmeno ascoltate. Ma forse l'equivoco sta nella natura stessa dell'incontro. Promosso dalla Margherita lombarda, per presentare il suo ministro, a testimoniare quel che ha fatto finora al governo. Fioroni dunque non era venuto a Milano per un confronto serio, serrato e costruttivo con la realtà che aveva portato in piazza più di 40 mila persone per contestare l'operato della Moratti. Realtà composta da gente che lavora nella scuola con grande impegno e professionalità a buon diritto preoccupata per quel che sta succedendo e che quindi ha cercato di far capire al ministro che cosa si aspetta da lui. Quando Fioroni ha preso la parola ha lasciato tutti di stucco, accusando i suoi interlocutori non si sa bene su che basi di avere una visione troppo edulcorata della situazione, e di non accorgersi invece, che la scuola italiana sta andando a rotoli. Per colpa del bullismo. E sul bullismo ha riservato gran parte del suo intervento. In pratica una lunga invettiva contro la scuola che l'ha sin qui tollerato, un'invettiva fatta di luoghi comuni, più che altro un discorso da bar. Il resto è nei resoconti dei giornali, ma poco aggiunge all'analisi di scarso profilo compiuta sulla realtà. Sta di fatto che gli interrogativi che si vanno di questi tempi sollevando continuano a restare senza risposta. Si parla d'altro. Magari utilizzando argomenti di effetto come il bullismo, o la tv che non educa, o internet che imperversa senza controllo. Fumo, insomma, dietro a cui tuttavia resta la realtà che non si vuole seriamente affrontare. Ma a Modena fra qualche giorno la scuola diventerà tema e pilastro della costruzione del partito democratico. Speriamo che almeno qui il ministro recuperi la brutta figura fatta a Milano.