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ScuolaOggi-Precari: un decreto deludente&

Precari: un decreto deludente& Finalmente, dopo tanti annunci, il Governo ha varato un decreto-legge per l'assunzione di 35mila docenti e 5mila ausiliari, tecnici e amministrativi! E'...

29/06/2005
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ScuolaOggi

Precari: un decreto deludente&
Finalmente, dopo tanti annunci, il Governo ha varato un decreto-legge per l'assunzione di 35mila docenti e 5mila ausiliari, tecnici e amministrativi!
E' poco, è già qualcosa ma sicuramente non basta.
Un decreto che ha deluso la stragrande maggioranza dei 100mila docenti precari e degli 80mila Ata. Si stabilizza così solo una minima parte del personale (35% docenti e appena 6% degli Ata) lasciando in condizione precaria la maggior parte di loro.
Nel prossimo biennio, il decreto prevede che ci saranno altre 25 mila assunzioni, scaglionate tra il 2006/07 e 07/08 .
Entro il 31.12.07, è prevista la "grande fuga" del personale di ruolo, che ha maturato i requisiti per la pensione d'anzianità e allora scopriamo che l'intera operazione il Governo l'ha prevista non solo a costo zero ma addirittura con forti risparmi di spesa.
L'entrata a regime della cosiddetta riforma Moratti, con la riduzione del tempo scuola in tutti gli ordini e gradi di scuola, farà il resto.
I precari che attualmente superano il 15% dei posti in organico, alla fine del triennio di validità del decreto sulle assunzioni in ruolo, non solo non verranno stabilizzati ma saranno destinati ad aumentare, perché le future assunzioni non copriranno nemmeno il turn-over.
Avremo così un precariato stabile ed endemico attorno al 20% fino a quando la pseudo riforma Moratti dispiegherà completamente i suoi effetti sul tempo scuola della secondaria superiore e sul passaggio dell'istruzione professionale alle regioni .
Contratti a termine, a prestazione d'opera e a geometria molto variabile da scuola a scuola, questo sarà il destino futuro dei precari che restano.
Peggio di tutti staranno i precari Ata, ai quali vengono destinate solo le briciole in questa tornata di assunzioni. Tra questi ultimi ne faranno le spese più di tutti i collaboratori scolastici, destinati sempre più all'esternalizzazione e a un precariato sempre più debole e meno garantito.
In prospettiva, avremo una scuola pubblica sempre più debole, più dequalificata e dai piedi d'argilla con un precariato sempre più stabile come lo è già nell'Università e negli Enti di ricerca, misura palpabile del declino del nostro Paese.
Pippo Frisone


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