ScuolaOggi-MA CI FACCIA IL PIACERE...
MA CI FACCIA IL PIACERE... Solo l'insipienza o l'incompetenza (nel senso di scarsa conoscenza della materia) della Melandri o di altri partecipanti alla trasmissione televisiva di Ballar?...
MA CI FACCIA IL PIACERE...
Solo l'insipienza o l'incompetenza (nel senso di scarsa conoscenza della materia) della Melandri o di altri partecipanti alla trasmissione televisiva di Ballarò poteva consentire al ministro Moratti se non di "far bella figura" almeno di "farla franca"&. Il ministro ha potuto impunemente sostenere alcune tesi palesemente false o infondate, come ad es. la fola che questo governo avrebbe aumentato i finanziamenti per la scuola pubblica statale, a fronte di finanziamenti alle scuole private che sarebbero rimasti fermi. Basta andare a vedere le ultime finanziarie per rendersi conto che non è esattamente così. Per non parlare di tutte le "agevolazioni" che le scuole private hanno avuto sia da parte del governo centrale che di quello di varie regione (un esempio per tutti la Regione Lombardia) con i vari buoni scuola e contributi di diverso tipo. Come pure il dibattito sul Tempo Pieno. E' comprensibile che la Moratti non sapesse letteralmente di cosa stesse parlando, non provenendo dal mondo della scuola e non sapendo nulla (letteralmente nulla) di che cos'è e di che cosa è stata l'esperienza della scuola a Tempo Pieno in Italia, con tutte le sue luci ed ombre. Ma continuare a ripetere, a mò di replicante, che "non cambia nulla" e che "tutto è come prima" è francamente troppo& Possibile che nessuno abbia saputo enucleare con chiarezza le differenze di fondo tra un modello pedagogico fondato sul team teaching, sul gruppo docente (modello apprezzato a livello europeo, come risulta da tutte le ricerche, sia Ispettive che Iea, ecc. che ovviamente la Moratti ignora e non solo lei) e un modello che riporta il fulcro dell'insegnamento alla figura dell'insegnante prevalente o alla maestra dalla penna rossa (come ha più volte ribadito lo stesso Beniamino Brocca, che di scuola se ne intende)? Tutto questo lascia francamente sconcertati. Come lascia di stucco l'affermazione della Moratti (vedi intervista al Corriere della sera del 6 marzo, in prima pagina) secondo la quale lei, bontà sua, è disponibile al dialogo, dialogo, dialogo, ripetuto tre volte&. Ma quando mai? Ma ci faccia il piacere, come direbbe il principe De Curtis, in arte Totò! Se c'è una caratteristica di questo governo e di questo ministero, apparsa con tutta evidenza in tutti questi mesi, è proprio l'assoluta impermeabilità, la non volontà di ascoltare le critiche, le richieste, le proposte avanzate dal mondo della scuola, da migliaia di docenti e dalle loro associazioni professionali e organizzazioni di categoria. Docenti e non solo, ma anche dirigenti scolastici, pedagogisti insigni, perfino il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, che è rimasto del tutto inascoltato. Ma quale dialogo, e con chi? L'unico serio interlocutore, in area governativa, che ha parlato con conoscenza di causa e competenza é l'on. Brocca, che ha finito per diventare per noi di Scuolaoggi (e non solo) che tutto siamo meno che estremisti, l'interlocutore più serio e credibile. Possibile che tutto il dibattito si possa concentrare sulle tre ore "facoltative ed opzionali", come se in queste consistesse la Grande Riforma, quando si sa benissimo che questa altro non è che una "palla" enorme, per il semplice fatto che le scuole non sono in grado di offrire "mare e monti" all'utenza e che comunque, anche se lo fossero, questo sarebbe sbagliato e discriminatorio in una scuola che è e deve rimanere scuola pubblica (cioè di tutti e per tutti) e di Stato? Ancora una volta: ma ci faccia il piacere&! La Grande Riforma proprio non esiste, sul piano pedagogico e culturale: qui siamo di fronte a vere e proprie frattaglie (come ha detto qualcuno: "spezzatini" e frammenti vari&). L'unica cosa giusta che dice la Moratti nella sua intervista al Corriere è, paradossalmente, proprio questa: quando parla di "resistenze culturali" che sarebbero alla base delle proteste, di piazza e non. Proprio così: qui infatti si contrappone un'idea di scuola culturalmente significativa al vuoto pneumatico delle elucubrazioni del prof. Bertagna e dello staff del MIUR che in realtà hanno in mente ben altro, una scuola pubblica "alleggerita" e proposta alle famiglie come un prodotto da supermercato, alla stregua del "prendo tre e pago due" (e comunque pago..). Un dibattito serio deve avere ben altri presupposti e coordinate teoriche e culturali, appunto. Onorevole Brocca, se c'è (e non l'hanno definitivamente messa a tacere), batta un colpo. Per favore. Dedalus