ScuolaOggi-Lettera a Letizia Moratti di una bambina di quinta elementare
Lettera a Letizia Moratti di una bambina di quinta elementare Carissima Ministro, per prima cosa voglio ringraziarti di cuore per la bellissima lettera che mi hai inviato , all'interno...
Lettera a Letizia Moratti di una bambina di quinta elementare
Carissima Ministro, per prima cosa voglio ringraziarti di cuore per la bellissima lettera che mi hai inviato , all'interno di un bel libretto in carta patinata. Mi dicono che è la prima volta che un Ministro della Repubblica si rivolge con tanto affetto direttamente ai bambini di quinta elementare . Sono commossa e ti prometto che la conserverò nel mio portfolio, che , come mi hai spiegato, parlerà di me non solo come alunna, ma come persona. Vorrei brevemente raccontarti la mia storia di persona sfortunata e spero che tu possa darmi ulteriori consigli perché io possa cogliere ''tutte le opportunità di una scuola che cresce'. I miei nonni paterni e materni, giovanissimi, hanno partecipato attivamente al grande movimento del 68 . Mio padre e mia madre sono, quindi, cresciuti in un ambiente sovversivo . Mia madre, poi, è una fervente femminista, che, pur amando moltissimo mio padre, continua ostinatamente a volersi chiamare col suo cognome di nascita senza prendere esempio da te, che credi nei VALORI DELLA FAMIGLIA ed orgogliosamente ti chiami e ti firmi sempre col cognome di tuo marito, che, tra l'altro, è lo stesso cognome dell'ex presidente (ma sempre il capo) dell'Inter, che è la mia squadra del cuore. Genitori come i miei non potevano che iscrivermi al tempo-pieno. Tutte le maestre più qualche raro maestro che ho conosciuto in questi 5 anni sono brave persone, ma hanno strane idee . Te ne cito alcune, tratte dal pof della nostra scuola: se la diversità è la norma (e cioè la descrizione normale della condizione infantile e non solo infantile) la scuola deve strutturarsi normalmente in modo da operare una discriminazione positiva e attiva nel senso che discrimina non già i soggetti cui si rivolge ma la intensità e complessità del proprio intervento in ragione delle esigenze diverse cui deve dare risposte efficaci differenziare la proposta formativa rendendola proporzionale alle difficoltà e alle esigenze di ciascuno: a tutti gli alunni deve essere offerta la possibilità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità valorizzare le molteplici risorse esistenti sul territorio (enti locali, associazioni culturali e professionali, società sportive, gruppi di volontariato, ma anche organismi privati) allo scopo di realizzare un progetto educativo ricco e articolato affinché l'offerta formativa della scuola non si limiti alle sole attività curricolari e assuma un più ampio ruolo di promozione culturale e sociale Hanno anche spiegato ai nostri genitori che, secondo loro, indicatori di un buon modo di fare scuola sono: il lavoro collegiale degli insegnanti la suddivisione delle competenze disciplinari fra gli insegnanti nella scuola elementare il raccordo interdisciplinare fra i docenti come strumento che possa garantire l'unitarietà dell'insegnamento il rapporto costante fra insegnanti e famiglie la disponibilità degli insegnanti a intendere la valutazione come una operazione finalizzata alla correzione dell'intervento didattico più che alla espressione di giudizi nei confronti degli alunni la disponibilità degli insegnanti alla sperimentazione, alla innovazione didattica e all'aggiornamento professionale l'individualizzazione delle procedure di insegnamento l'esistenza di traguardi irrinunciabili comuni e definiti collegialmente Mio zio, che aveva frequentato la sana scuola di una volta , litiga sempre con mia madre e mio padre e dice che quelle affermazioni delle mie maestre sono farneticanti , soprattutto poi quella utopistica secondo la quale da ciascuno si dovrebbe pretendere secondo le proprie possibilità mentre a ciascuno bisognerebbe dare secondo i suoi bisogni Sempre mio zio ricorda con affetto tutte le poesie imparate a memoria soprattutto 'Autunno' di Gabriele D'Annunzio con quell' ''erbal fiume silente'', il cui significato non aveva capito allora e, a dir la verità, neanche adesso. Aveva imparato, ma adesso le ha dimenticate, la lunghezza esatta dei fiumi e l'altezza precisa dei monti. E ricorda con piacere il giorno in cui la sua maestra gli aveva spiegato che se il buon Dio aveva fatto nascere dalle nostre parti il Po, che è il fiume più lungo d'Italia, e il Monte Bianco, che è il monte più alto d'Italia, un motivo di superiorità ci sarà se si pensa ai fiumiciattoli e ai piccoli monti della Calabria , della Sicilia e dell'Italia meridionale. Quando ho raccontato alle mie maestre i ricordi di mio zio, le ho viste arrossire di rabbia e subito hanno detto che la lunghezza e l'altezza non sono indice di superiorità, perché altrimenti l'Africa e l'Asia sarebbero i continenti più importanti perché hanno fiumi lunghissimi e monti altissimi. Per quanto riguarda il Po mi hanno detto che non era necessario che io ricordassi a memoria quali sono gli affluenti di destra e quelli di sinistra del grande fiume ,ma che, invece, è molto più importante comprendere l'utilità di tanta acqua per lo sviluppo economico e sociale delle regioni attraversate. E, per dimostrare la loro democraticità, hanno aggiunto che tutti i fiumi sono 'buoni', tant'è vero che non sono 'cattivi' neppure gli affluenti di destra. Ho subìto vere e proprie angherie . Sono stata costretta a ragionare con la mia testa, ad utilizzare la strategia del problem solving e il metodo della ricerca. Mi hanno distrutto anche le certezze della matematica , mi hanno detto che la 'prova del 9' (e me lo hanno anche dimostrato!) non ha alcun valore scientifico, non mi hanno fatto imparare a memoria le vecchie care regole per la determinazione dei perimetri, delle superfici piane e dei volumi , ma mi hanno insegnato a ricavarle attraverso lo sviluppo dei solidi di rotazione ed altre amenità del genere. I miei maestri parlando sempre di collegialità, di contitolarità, di corresponsabilità e fanno sempre tutto in team (io conosco il significato del termine, perché nella mia scuola a tempo pieno pur di farti un dispetto hanno insegnato l'inglese sin dalla prima elementare da molti anni e tutti i bambini hanno un buon grado di alfabetizzazione informatica) . Come ti dicevo sono brave persone, ma io non sono del tutto soddisfatta. E' vero : ho imparato che i bambini colorati e i bambini handicappati non sono diversi da me, ma diversi come me . Tutti siamo 'diversamente abili' e siamo reciprocamente una risorsa gli uni per gli altri. E' vero: ho imparato a 'non sgomitare', a non avere un atteggiamento sempre competitivo, a valorizzare l'importanza del lavoro in gruppo. Ho imparato ad avere la 'tutela' di tutte le mie maestre e non di una sola. E tutte insieme si sono sempre rifiutate di puntare esclusivamente su 'saperi utili' (quelli che hanno un immediato riscontro economico) ed hanno cercato sempre di coniugare il 'sapere' con il 'saper essere' e con il 'saper fare'. Ma sono anche un po' stufa di tutta questa 'eguaglianza delle opportunità' che mi viene ripetuta da 5 anni. E' per questo motivo che ho letto con vera letizia (d'altra parte una con il tuo nome di battesimo non poteva che scrivere cose belle e buone per tutti i bambini d'Italia) la tua Guida . Ora so che, finalmente, verrà messo anche il 'voto di condotta', così che d'ora in poi i miei compagni che disturberanno (con la scusa risibile che gli insegnanti non sempre predispongono un 'ambiente motivante per l'apprendimento') non la passeranno liscia; avrò '#8211;mi mancava da morire!- il mio piano personalizzato, che sarà diverso da quello del mio compagno un po' asinello così che ognuno potrà andare da subito per la sua strada; finalmente si compirà il miracolo di un apprendimento completo con una disciplina in più di quelle attualmente presenti nella scuola media , ma con ben tre ore in meno di lezioni !. La cosa che, però, più mi affascina è che , dopo tanto 'collettivismo', avrò tutto per me il 'mio tutor' che, come ben spieghi nel libretto che mi hai mandato, mi seguirà per i tre anni di scuola secondaria di primo grado . A lui potrò chiedere consigli. Lui mi aiuterà a scegliere le attività educative e didattiche e a progettare un piano di studi personalizzato adatto a me; compilerà con me , consultandosi anche con quei sovversivi dei miei genitori, il Portfolio delle mie competenze personali e mi aiuterà a riflettere sul lavoro scolastico. E' una vera e propria rivoluzione . Non vedo l'ora di godere delle nuove opportunità. Non penso ad altro che al mio futuro tutor. Ho, però, delle esigenze estetiche, che sicuramente tu vorrai soddisfare.. Dato che il tutor, tra le tante altre qualità, dovrà possedere anche quella del 'contenitore di emozioni' dei giovani allievi, ti presento la mia pregiudiziale : lo voglio di sesso maschile e con le sembianze almeno di Gorge Cloney, altrimenti come farà a lavorare con me e al mio fianco? Se questo non sarà possibile , per mancanza di fondi, dovremo rimandare a tempi migliori l'attesissimo incontro con questo docente fornito di specifica formazione , perché come ormai tutti sanno No Cloneey , no tutor !