Scuolaoggi-ISCRIZIONI: LA SCUOLA "SURREALE" DELL'INNOVAZIONE
ISCRIZIONI: LA SCUOLA "SURREALE" DELL'INNOVAZIONE da www.scuolaoggi.org Nel Paese di Pulcinella o, come direbbe l'amico Aristarco Ammazzacaffé, in piena Berlusconia, sta succedendo di tutto. Nel...
ISCRIZIONI: LA SCUOLA "SURREALE" DELL'INNOVAZIONE
da www.scuolaoggi.org
Nel Paese di Pulcinella o, come direbbe l'amico Aristarco Ammazzacaffé, in piena Berlusconia, sta succedendo di tutto. Nelle scuole si sono ora aperte, di fatto, le iscrizioni ad una scuola che non c'è, ad una scuola per il momento "virtuale".
Tradizione vuole che ogni anno una Circolare o un'Ordinanza del Ministero della Pubblica Istruzione, oggi MIUR, indichi modalità e tempi delle iscrizioni, fissandone le scadenze. Tutto questo, naturalmente, rispetto a modelli scolastici noti e consolidati, risultato di riforme approvate negli anni precedenti (magari da ampie maggioranze parlamentari). Quest'anno ci troviamo invece di fronte ad una situazione del tutto inedita, quasi surreale. C'è una Legge di Riforma della scuola primaria, la legge n.53/2003, ma non ci sono ancora i decreti attuativi. Non è ancora pervenuta alle scuole alcuna Circolare Ministeriale in materia di iscrizioni, in grado di dare indicazioni (quali, d'altra parte, in questo "vuoto normativo"?).
Nelle scuole elementari e medie si sta verificando di tutto e di più. Di fronte alla pressione delle famiglie che si presentano per iscrivere i figli, chiedono informazioni, vogliono risposte possibilmente chiare e di fronte all'assenza di indicazioni o direttive da parte del MIUR (almeno fino ad ora, 10 gennaio&), i dirigenti scolastici si sono regolati nei modi più vari e disparati. Già negli scorsi anni le iscrizioni rappresentavano un momento di relativa "conflittualità" o concorrenzialità fra le scuole, impegnate ad accaparrarsi gli alunni (concorrenzialità peraltro esasperata con l'avvento dell'autonomia scolastica, intesa spesso nella logica del marketing e/o del "libero mercato" fra le scuole). Ora la caccia si è aperta in un territorio assolutamente incerto e frastagliato.
Ci sono istituti che hanno aperto le iscrizioni sulla base di "quel che c'è", vale a dire dei modelli sin qui attuati, quindi Tempo Pieno, Tempo Normale e Tempo Prolungato, "in attesa di nuove disposizioni legislative". C'è chi, più realista del re, accoglie iscrizioni ad un tempo scuola di 27 ore (elevabili a 30) e ad un tempo scuola di 40 ore, anticipando l'approvazione sic et simpliciter dello schema di decreto in discussione.
C'è chi, forse più correttamente, ha accolto le richieste (o "prenotazioni") di iscrizione dei genitori "alla scuola", riservandosi di esplicitare nei dettagli i modelli orari (o comunque acquisendo solo indicazioni orientative, "preferenze" da parte dei genitori, per un orario base, più o meno simile a quello degli attuali Moduli, o per un orario più lungo, simile a quello dell'attuale Tempo Pieno). Sempre, comunque, con "beneficio di inventario" e "con riserva".
C'è chi non ha ancora aperto le iscrizioni, aspettando Godot, vale a dire la Circolare Ministeriale che, si dice, dovrebbe arrivare in settimana.
Ora, cosa mai potrà dire un'eventuale Circolare Ministeriale di più, in assenza di un decreto legge che indichi chiaro e tondo quali saranno i modelli orari e organizzativi della scuola primaria a partire dall'1 settembre prossimo? A rigore fino a quando non è in vigore, finalmente applicativa, una nuova legge vale quella precedente (in questo senso bisognerebbe accogliere le iscrizioni a quel che c'è oggi&). D'altra parte si sa, è largamente prevedibile, che qualcosa cambierà, che non sarà più esattamente come ora&
Insomma una situazione del tutto inedita, mai verificatasi prima nella storia della scuola italiana, che ha finito per determinare la massima confusione nelle scuole, disagio tra gli operatori scolastici (dai dirigenti al personale amministrativo), incertezza e caos fra i genitori.
In mezzo a tutto questo bailamme il Direttore Regionale della Lombardia Mario Giacomo Dutto, come se nulla fosse, dichiara seraficamente al Corriere della Sera che tutto è sotto controllo, che "le ore" del Tempo Pieno e del Tempo Prolungato "sono garantite" e che insomma l'innovazione fa passi da gigante. Benedett'uomo, possibile che non si renda conto di quel che sta succedendo nelle scuole, nella "scuola reale"? Se il suo vuol essere un messaggio rassicurante, tranquillizzante, ben venga, ma è praticamente come se arrivasse dalla Luna& Se restiamo sulla Terra, si ha ancora una volta la netta sensazione che il passaggio di ruoli e poteri dai Provveditorati alla Direzione Regionale abbia finito per accentuare la distanza, già considerevole, tra il Palazzo e le scuole e i loro problemi reali, nella loro concretezza e quotidianità.
Il dott. Dutto inoltre conosce senz'altro bene qual è la differenza (sostanziale) tra le 40 ore dell'attuale Tempo Pieno o l'orario dell'attuale Tempo Prolungato e un "monte ore" inteso come mera copertura del tempo scuola. Ribadiamo il concetto: in termini di organico docenti - perché gira e rigira questo è il nodo - le 40 ore dell'attuale T.P. comportano la "doppia titolarità" della classe (due docenti per classe) e un certo tipo di struttura organizzativa. Altro è un organico - e quindi un'organizzazione didattica, tutor incluso - calcolato in base alla "somma delle ore strettamente necessarie" (27+3+le eventuali 10 h di mensa). Queste cose le dice, con molta chiarezza, perfino un organismo istituzionale autorevole come il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione nella sua recente pronuncia, approvata all'unanimità.
E come si fa poi a presentare con assoluta certezza e convinzione i nuovi modelli previsti dal decreto Moratti come l'innovazione tout court, senza la benché minima ombra di dubbio, e (implicitamente) considerare modelli consolidati e apprezzati come il tradizionale Tempo Pieno e Prolungato come ferri vecchi, come qualcosa di "superato", di "qualitativamente" non più sostenibile?
Saranno gli effetti della modernizzazione, del nuovo che avanza e delle mirabolanti prospettive del programma delle tre I (e torniamo a Berlusconia&), ma almeno diciamo le cose con chiarezza (cosa cambia e cosa c'è -sostanzialmente- di diverso) e lasciamoci attraversare da qualche ragionevole dubbio, dottor Dutto& Perché poi tutta questa frenesia, questa furia distruttrice di una Riforma (la legge 148/90) che, come continua a sostenere l'on. Brocca e qualche altro (migliaia e migliaia di docenti e di genitori e un ampio schieramento di forze sociali, sindacali e associative), non fa affatto acqua?
Dedalus