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ScuolaOggi: Ingenti tagli sul sostegno

i tagli sui posti di sostegno sono pesanti e con ogni probabilità generalizzati e questo renderà di fatto sempre più impervia la via all’integrazione, al di là dei proclami e delle affermazioni

26/08/2007
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ScuolaOggi

I tagli sugli organici degli insegnanti di sostegno erano nell’aria ed ora i dati li confermano a pieno. In provincia di Milano i dirigenti scolastici avevano richiesto un numero di ore pari a circa 8000 docenti di sostegno. Il GLH provinciale (Gruppo di lavoro sull’handicap), dopo un lavoro di attenta disamina e selezione dei casi, aveva fatto la propria proposta di organico consistente in 5.150 posti. I posti di sostegno autorizzati sono 4.496 (il 12% in meno rispetto alla richiesta del GLH, molto di più se rapportati alle richieste dei dirigenti). Come abbiamo rilevato già da tempo, ci sarebbe da chiedersi a questo punto a che serve il GLH se, a conclusione del lavoro svolto, non si tiene conto neanche della proposta da esso avanzata. Ma quel che, in ogni caso, balza agli occhi è la differenza sensibile fra la richiesta e le esigenze delle scuole e il numero complessivo dei posti assegnati, 196 in meno rispetto allo scorso anno (nell’a.s. 2006/7 i docenti di sostegno assegnati erano 4.665).

E’ indubbio che hanno avuto un peso considerevole, nella determinazione degli alunni disabili, le nuove procedure per la certificazione dell’handicap che da quest’anno prevedono, oltre alle diagnosi formulate dalle UONPIA e dagli specialisti anche la visita collegiale presso le ASL. Com’era facilmente prevedibile questo passaggio ulteriore ha spesso disincentivato o condizionato le famiglie, essendo di fatto una complicazione in più sulla strada per la certificazione. E in ogni caso le ASL hanno costituito un ulteriore filtro. Queste previsioni sono confermate infatti dallo stesso Ufficio integrazione disabili di via Ripamonti: a fronte delle 10.729 attestazioni dello scorso hanno si hanno ora 10.340 certificazioni validate dalle ASL, 389 in meno. E’ la stessa responsabile dell’ufficio dell’USP di Milano, Rita Garlaschelli a riconoscerlo: “Quest’anno ci aspettavamo di arrivare a 11 mila certificazioni, invece i bambini riconosciuti come disabili medi o gravi sono 400 in meno. E’ fuori di dubbio che le nuove procedure hanno scoraggiato molti genitori, otre a ritardare le pratiche, ancora ferme in alcune ASL”.

Tanto per capirci: ci sono scuole che, a fronte di 15-16 posti di sostegno richiesti (posti in deroga compresi) avranno 10-11 insegnanti di sostegno in organico di fatto. Una comunicazione arrivata dalla Direzione Regionale a fine luglio fissa nel rapporto consolidato 1:2,3 il parametro rigido per la definizione dell'organico di sostegno a Milano. In questa comunicazione si fa riferimento ad un incontro con il sottosegretario Bastico svoltosi a luglio, in cui viene ribadito che non ci sono (sarebbero) margini per ulteriori risorse. Questo vuol dire, in concreto, che sarà impossibile rispondere non solo alle richieste di posti in deroga di molte scuole in sofferenza ma anche alle richieste per le nuove segnalazioni di alunni che andranno a visita collegiale in settembre-ottobre.

Cosa comporta tutto questo è facile dirlo: vi saranno centinaia di alunni disabili con un numero di ore di sostegno di gran lunga inferiore a quello richiesto (e considerato indispensabile) dai dirigenti scolastici. Gli insegnanti di classe dovranno farsi carico di questi casi e gestire i ragazzi disabili senza il necessario supporto del docente di sostegno, rendendo così l‘integrazione di questi alunni molto più difficoltosa se non impossibile.

Ma il dato di Milano è sicuramente generalizzato anche in altre regioni. Tanto per fare un esempio, il quotidiano di Piacenza "La Libertà" ha dedicato mezza pagina dell’edizione del 20 agosto a questo problema. A Piacenza (Emilia Romagna) si registrano 22 posti di sostegno in meno rispetto alle richieste. Per una piccola città non è poco.
Insomma i tagli sui posti di sostegno sono pesanti e con ogni probabilità generalizzati e questo renderà di fatto sempre più impervia la via all’integrazione, al di là dei proclami e delle affermazioni.

Gianni Gandola


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