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Scuolaoggi-IL MISTERO DEL NUMERO DI CHI A SCUOLA NON C'E'. E IL DIRITTO-DOVERE FORMATIVO?

IL MISTERO DEL NUMERO DI CHI A SCUOLA NON C'E'. E IL DIRITTO-DOVERE FORMATIVO? Riprendono le lezioni, un'occasione privilegiata per grandi e piccoli organi di informazione, giornali e tv, p...

08/09/2003
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ScuolaOggi

IL MISTERO DEL NUMERO DI CHI A SCUOLA NON C'E'. E IL DIRITTO-DOVERE FORMATIVO?
Riprendono le lezioni, un'occasione privilegiata per grandi e piccoli organi di informazione, giornali e tv, per far tornare la scuola in primo piano. Con un rito ormai scontato: una ridda di numeri sull'intero sistema scolastico. Numero di scuole, di insegnanti e studenti, di disabili e stranieri. Numeri tutti "ufficiali", perché diramati dallo stesso MIUR. Ma ufficiali non significa attendibili. Anzi. Il ministero dell'Istruzione si è sempre contraddistinto per "dare i numeri" anche quando si tratta di dati obiettivi come possono essere i numeri sugli operatori scolastici e sugli utenti. L'arrivo al MIUR di una donna d'azienda come Letizia Moratti si sperava che portasse ordine almeno sotto questo profilo. Non è stato così. E non poteva essere altrimenti vista la crescente disorganizzazione degli uffici amministrativi che, nonostante il massiccio ricorso ai computer, non sono in grado di tener aggiornata la situazione. Facciamo l'esempio di Milano: riaprono le scuole e non si sa nemmeno quanti alunni stranieri saranno presenti. E non è meno vero per altri dati non meno importanti. Perché esistono le tecnologie per aggiornare in tempo reale la situazione, ma poi sarebbe necessario introdurle e imporne l'aggiornamento. I numeri sono la base di ogni programmazione. E ci sono da programmare interventi fondamentali. Come quelli per fronteggiare l'evasione scolastica. Chi può dire, ad esempio, quanti ragazzi non torneranno sui banchi? Le singole scuole sanno già chi è iscritto, ma nessuno è in grado ci controllare chi manca. La scuola riprende, insomma, dimenticandosi di fatto di chi a scuola (o, da quest'anno, anche nei corsi di formazione)non c'è. La nuova parola d'ordine "diritto-dovere" formativo resta così una parola vuota.


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