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ScuolaOggi-IL MECCANISMO PERVERSO DELLE SUPPLENZE: QUESTA E' UNA RIFORMA DA FARE

IL MECCANISMO PERVERSO DELLE SUPPLENZE: QUESTA E' UNA RIFORMA DA FARE La pratica delle supplenze è una piaga antica della scuola italiana. Fenomeno fisiologico, quindi inevitabile, ma ...

30/01/2004
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ScuolaOggi

IL MECCANISMO PERVERSO DELLE SUPPLENZE: QUESTA E' UNA RIFORMA DA FARE
La pratica delle supplenze è una piaga antica della scuola italiana. Fenomeno fisiologico, quindi inevitabile, ma gestito in maniera assurda. E tutto sulle spalle delle scuole e in particolare dei loro dirigenti. Finalmente si comincia a parlarne. Dopo una presa di posizione dell'ANDIS, l'Associazione nazionale dei dirigenti scolastici, anche la CGIL scuola nazionale in occasione della scadenza della graduatoria delle supplenze riprende l'iniziativa, chiedendo di porre al centro della discussione fra le parti sindacali e l'Amministrazione scolastica questa problematica. Per capire qual è la natura del problema e le sue implicazioni, ne parliamo con un dirigente scolastico di scuola elementare, Gianni Gandola, esponente del Coordinamento dirigenti scolastici CGIL-CISL di Milano. "Il problema riguarda in particolare le supplenze temporanee conferite dal dirigente scolastico sulla base delle graduatorie di circolo/istituto. Si tratta di una situazione grave soprattutto nelle scuole elementari ove le nomine dei supplenti talvolta sono necessarie anche per assenze del docente titolare di qualche giorno. Soprattutto nelle classi a Tempo Pieno (8 ore di scuola al giorno) infatti spesso non vi è la possibilità di sostituire l'insegnante assente con ore di contemporaneità o di disponibilità di altri docenti in servizio e quindi occorre chiamare un supplente. Paradossalmente le graduatorie di istituto attuali (tre fasce, nel caso della mia scuola oltre 700 nominativi la prima fascia, 20 la seconda, 800 la terza) nate per garantire i diritti dei docenti precari, hanno finito, come risultato, per complicare le cose a tutti quanti e soprattutto per creare difficoltà e serie disfunzioni al servizio scolastico. Dove sta il "vizio d'origine"? In passato ogni Circolo aveva un'unica graduatoria con un numero molto più ridotto di docenti, che potevano essere inseriti nelle graduatorie di due soli Circoli didattici e soprattutto avevano l'obbligo di accettare le supplenze e l'obbligo di domicilio nella provincia delle scuole prescelte. Ora ogni aspirante supplente può indicare fino a trenta scuole, è presente quindi in trenta diverse graduatorie, non avendo l'obbligo di domicilio può risiedere in ogni parte d'Italia e può non accettare la supplenza che gli viene proposta. Cosa succede, in pratica? Succede che le segreterie cominciano alle 7,30 del mattino ad effettuare le chiamate, scorrendo le graduatorie secondo l'ordine di fascia. A fronte di un numero così elevato di docenti inclusi, paradossalmente succede che spesso è difficile trovare supplenti disponibili, o perché sono già impegnati in altre scuole o perché rifiutano la supplenza in quanto non "conveniente" (la supplenza è di pochi giorni e il supplente risiede lontano da Milano, magari a Caltanissetta&). Di fatto, i supplenti ricevono chiamate da numerosi istituti contemporaneamente e spesso si riservano di accettare o meno o cercano di prendere tempo. Le segreterie passano ore e ore (e non esageriamo&) a fare telefonate, spesso inconcludenti, senza riuscire pertanto a "coprire" le classi in tempo utile per assicurare il regolare svolgimento dell'attività didattica. Quindi: dispendio di tempo, ricerche spesso inutili e, soprattutto, mancata funzionalità del servizio scuola. Per correttezza di informazione va detto che questo meccanismo infernale non è una "invenzione" della Moratti o dell'attuale ministero, ma il risultato congiunto (Amministrazione scolastica e organizzazioni sindacali) di norme preesistenti caratterizzate da un eccesso di garantismo, peraltro "a senso unico" (vedi il D.M. n.201/2000 "Regolamento per le supplenze temporanee" e il D.M. n.103/2001). I sindacati scuola confederali, sostiene il dirigente scolastico Gandola, non possono trascurare il fatto che i diritti dei supplenti devono essere "contemperati" con la funzionalità del servizio. Anzi, in primo luogo vengono le esigenze di funzionamento della scuola-servizio pubblico, il diritto allo studio degli alunni e la continuità didattica. Dentro questo quadro, quindi, e non a latere, vanno tutelati i diritti dei docenti precari. Cosa propongono allora i dirigenti scolastici, che da tempo denunciano le difficoltà incontrate e l'assoluta inadeguatezza dell'attuale meccanismo? I dirigenti scolastici che fanno riferimento all'Andis o al Coordinamento CGIL-CISL milanese, allo scopo di rendere più efficace il sistema di assegnazione delle supplenze eliminando almeno gli aspetti più assurdi e paradossali, chiedono sostanzialmente di semplificare le procedure di individuazione e di modificare alcune regole. In particolare propongono: 1) di individuare due distinti meccanismi di formazione delle graduatorie di istituto per le scuole secondarie e per le scuole primarie (materne ed elementari): a) per le scuole secondarie, dato che per supplenze fino ad almeno 15 gironi non si chiamano supplenti, è possibile mantenere l'indicazione di un consistente numero di scuole (10? 20?) ed anche la possibilità di presentare domanda prescindendo da un requisito di residenza; b) per le scuole elementari occorre limitare al massimo (2-3 Circoli didattici o Istituti comprensivi) il numero degli istituti nelle cui graduatorie il supplente può essere incluso; c) per le scuole materne si può allargare la platea degli istituti destinatari delle domande fino a 10, data la scarsa consistenza numerica dei docenti in servizio in quelle istituzioni scolastiche: 2) l'accettazione della supplenza deve essere vincolante a tutti gli effetti e precludere la possibilità di accettare altre proposte pervenute successivamente abbandonando la prima; 3) l'inserimento nelle graduatorie di Circolo deve comportare l'obbligo di avere domicilio nella Provincia delle scuole prescelte.


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