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ScuolaOggi: Il capitolone

Aristarco Ammazzacaffè

24/03/2007
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ScuolaOggi

Il nostro Ministro è decisamente convinto di una cosa formidabile: che adesso, grazie al suo provvedimento, noto col nome di Capitolone (assegnazione diretta alle scuole delle risorse finanziarie per il personale e di quelle per il funzionamento), ci arriveranno un sacco di soldi.
E lo va dicendo in giro per lungo e in giro per largo. E se qualcuno gli chiede sullo stato pietoso di tanta edilizia scolastica, lui risponde: Ma ora avete il Capitolone. E se la domanda riguarda lo stato di confusione della nostra scuola di base, lui risponde: Col capitolone.
(Alle stesse domande, una settimana fa rispondeva con interventi appassionati sul bullismo. Quando si dice: l'eclettico).
A differenza di tanti che sono critici sul provvedimento citato, noi, volendo, lo apprezziamo. Non tanto in sé (di questo parliamone), quanto per gli effetti e le circostanze. E lo apprezziamo soprattutto per la genialità di due dei principi innovativi che lo informano.
Il primo, di ordine magico-aritmetico. In base al quale il totale complessivo del budget di scuola di quest'anno è superiore a quello dell'anno scorso per effetto della così detta maggiorazione virtuale (o principio dell'araba fenice).
Il secondo, di ordine filosofico-metabolico. Per cui l'autonomia è come dire a qualcuno: 'Puoi finalmente nuotare'; e dargli, per farlo, una vasca da bagno 170x50. Principio generalmente noto come “Pozzi Ginori", dal nome del maggiore produttore del genere (o anche “principio Jaccuzzi” presso gli immigrati di colore).
Fuor di metafora, se non le amate, lo traduciamo così: dover far fronte, con risorse finanziarie inadeguate, agli stessi impegni dell'anno precedente. E poterlo fare però in totale libertà e autodeterminazione. Che, converrete, è una bella soddisfazione. Pensateci (E ringraziate. Se no, il Ministro si offende ed è peggio; e c'è il rischio bacchettate. Come è successo ai DS milanesi che lunedì scorso non gli hanno parlato di lucciole e aironi).
C'è però un particolare che viene fuori al riguardo.
E' vero che la politica non coltiva tanto lo specifico, perché ha di mira il generale. E questo ci va bene.
Ma il particolare delle scuole nelle cui casse i soldi diminuiscono anche quest'anno - soldi di cui c'è bisogno, in non pochi casi, per ragioni di sopravvivenza -: questo particolare, col dovuto rispetto, può essere d'emplèe etilizzato? E se no, come affrontare il problema? C'è speranza?
I tempi in verità sono quelli che sono. E da noi poi si fanno addirittura leggi contro natura. Qui però, sui soldi, urge moltiplicazione. Con devota determinazione.
Signor ministro, ci pensa lei direttamente o organizziamo insieme una novena? Disposti a crederci, se aiuta.


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