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ScuolaOggi-I tagli non finiscono mai

I tagli non finiscono mai Il 2003-04 a Milano si sta chiudendo alle superiori in materia di organici con il saldo più negativo di tutti gli anni passsati. Due dati soltanto bastano per d...

16/05/2004
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ScuolaOggi

I tagli non finiscono mai
Il 2003-04 a Milano si sta chiudendo alle superiori in materia di organici con il saldo più negativo di tutti gli anni passsati. Due dati soltanto bastano per dare un'idea. A fronte di soli 252 posti vacanti in organico di diritto ci sono altrettanti docenti di ruolo in esubero, senza cattedra e privi di una titolarità all'interno di un istituto.
A questi vanno aggiunti quasi duecento titolari finti che sono soprannumerari di fatto ma non di diritto, grazie all'art.35 della finanziaria 2003, quello che dispose la saturazione forzata delle cattedre a 18 ore.
Per fare un paragone, i posti vacanti delle superiori in tutte le discipline, sono inferiori ai soli posti vacanti di Italiano nelle scuole medie che ammontano a 257.
Ora mentre nelle medie la situazione è più stabile sul 2004/05 per tenuta di classi ( aumenta il tempo prolungato ) e di alunni, nelle superiori si è ancora in presenza di un calo sia di alunni sia di classi.
Di conseguenza gli organici per il 2004/05 diminuiscono ancora per l'effetto combinato di più fattori che qui si mischiano in una miscela che prima o poi diventerà esplosiva, quando le superiori impatteranno con l'avvio della pseudoriforma Moratti.
A prescindere dalla riforma, sono comunque dolori i dati che emergono col nuovo anno scolastico.
Sono 122.962 gli studenti iscritti, compresa la previsione di quelli bocciati, quest'anno più cauta che in passato. All'appello mancano comunque un migliaio di studenti rispetto ai frequentanti di quest'anno.
Le classi sono 5.534 con una media di 22,2 alunni per classe,+0,5 sull'attuale.
Vale a dire 6.100 studenti ridistribuiti, accorpati nelle classi intermedie e finali , portando verso la saturazione a 28 le classi iniziali. Quindi al calo fisiologico degli studenti, si aggiunge per scelta dell'amministrazione un taglio supplementare di classi e di posti , aumentando la media degli studenti per classe. Altra operazione di taglio più raffinato è quella che fa il MIUR quando assegna alle Regioni
del Nord e alla Lombardia in particolare meno posti, in quanto regioni più ricche sotto il profilo socio-economico. La differenza a Milano rispetto al 2003/04 è di 349 posti in meno ! Ma non è finita.
Restano per effetto dell'art.35 ben 198 docenti privi di cattedra, mantenuti come titolari e che gravanno all'interno dell'organico assegnato pari a 10.583 posti. Altro taglio invisibile ma che pesa sulle disponibilità effettive in Organico di diritto sono le oltre 250 cattedre orario esterne che il CSA è stato costretto a spezzare per restare nell'organico complessivo. Sono 250 posti fino al 31.agosto sui quali si potevano fare trasferimenti, passaggi, assunzioni in ruolo e supplenze annuali ma che vengono tagliate per esigenze di risparmio della spesa destinata all'istruzione! La saturazione a 18 ore già avviata lo scorso anno resta comunque l'operazione di taglio di organici più consistente ( 1 cattedra di Italiano ogni 4 negli ITC tanto per fare un esempio ) meno appariscente all'esterno, contrabbandata per razionalizzazione ma che ha provocato anche i guasti più numerosi, con la rottura della continuità didattica, la frammentazione degli insegnamenti e la dequalificazione ulteriore della scuola pubblica.
Prosciugato o quasi il bacino tradizionale dei posti vacanti, ridotti al lumicino le supplenze annuali, aumenteranno sempre di più i soprannumerari di ruolo che non troveranno più posto nelle scuole della provincia.Un futuro incerto e pieno di disagi incombe sin d'ora sulla secondaria superiore a un passo dalla contestata riforma voluta dalla Moratti che tagliando drasticamente il tempo scuola a 27-30 ore,
aprirà una stagione di lacrime e sangue, come non si è mai visto prima nella storia della scuola italiana.
Mi auguro che gli italiani siano più saggi e politicamente più accorti nel difendere la scuola pubblica di quanto non lo siano oggi quelli che ci governano.
Rossoantico


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