Scuolaoggi-I piani squalificati della primaria
PIANI 'SQUALIFICATI' DELLA PRIMARIA: LA PAROLA ALLE SCUOLE Adesso le scuole primarie dovranno decidere se applicare o no nelle prime due classi le 'indicazioni dei piani di studio personali...
PIANI 'SQUALIFICATI' DELLA PRIMARIA: LA PAROLA ALLE SCUOLE
Adesso le scuole primarie dovranno decidere se applicare o no nelle prime due classi le 'indicazioni dei piani di studio personalizzati' previsti dalla riforma Moratti. 'Piani' che peraltro non avrebbero trovato piena legittimità (la Cgil Scuola ha già fatto ricorso contro la loro applicabilità) e su cui esistono grandi perplessità. Basti leggere quel che scrive a questo proposito il CUN (Consiglio Universitario Nazionale) chiamato a esprimere un parere. Una stroncatura clamorosa: si riscontrano vistose lacune teoriche e culturali e si sottolineano addirittura gli errori ortografici presenti nei testi.
E' ora disponibile il testo integrale del Parere del C.U.N. che pubblichiamo di seguito. Si tratta indubbiamente di una valutazione severa e fortemente critica (assenti le problematiche centrali della multiculturalità e multietnicità; formulazione "precettistica" più che di indirizzo; dichiarazioni banali nella Sintesi del Profilo educativo, da eliminare in toto; insufficiente inquadramento teorico e culturale nei contenuti della formazione scientifica; invito ad usare una terminologia accessibile al cittadino comune e non scolasticistica; sottolineatura addirittura di innumerevoli errori ed imprecisioni sul piano grammaticale e sintattico; ecc.). Insomma una notevole stroncatura per il gruppo di lavoro del prof. Bertagna, estensore dei documenti in questione.
IL CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE
Vista la citata nota del Ministro 4 aprile 2003 con la quale sono stati sottoposti all'attenzione del CUN i documenti di lavoro riguardanti la Scuola dell'Infanzia e quella del Primo Ciclo di Istruzione; Visti i documenti di lavoro ad essa allegati; Vista la legge 28 marzo 2003, n. 53 di delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale; Sentiti i Relatori;
R I T I E N E
in primo luogo che, in presenza di un obbligo scolastico che va ampiamente al di là di tale segmento formativo, una puntuale valutazione dovrebbe più utilmente essere fatta sull'intero percorso, dal momento che una sola parte di essa, pur in sé compiuta, non consente l'espressione di un parere fondato sulla complessiva conoscenza degli esiti e delle connessioni fra primo e secondo ciclo.
Il Consiglio si riserva pertanto di integrare ed approfondire il parere qui formulato sia alla luce di quanto verrà successivamente comunicato dal MIUR in merito alla prosecuzione degli studi nel secondo ciclo, sia utilizzando una quantità di tempo più congrua alla rilevanza del parere richiesto, all'ampiezza dei temi e dei documenti sottoposti alla sua attenzione.
Tenuto conto della complessità dell'impianto generale e della molteplicità dei riferimenti particolari ai singoli aspetti, il Consiglio Universitario Nazionale, in questa prima fase, intende esprimere una valutazione di massima sull'impianto strutturale del documento e alcune limitate esemplificazioni, che non esauriscono certo la totalità di quelle che potrebbero essere formulate, riservandosi eventualmente in una fase successiva di completarle in maniera analitica.
Il CUN in primo luogo considera assai positivo il rilievo dato alla necessità di "scoprire la difficoltà, ma anche la necessità, dell'ascolto delle ragioni altrui, del rispetto, della tolleranza, della cooperazione e della solidarietà, anche quando richiedono sforzo e disciplina interiore". Riferimenti e richiami a questo principio, fondamentale ai fini della convivenza sociale, potrebbero essere utilmente presenti in tutti gli obiettivi individuati per i vari livelli e le diverse discipline, non solo nelle "educazioni" della secondaria di primo grado. Anche più apprezzabile sarebbe, a giudizio del CUN, l'indicazione se collegata con i problemi posti dalla multiculturalità e multietnicità, per le conseguenze che i profondi cambiamenti in atto stanno avendo per le culture e le società occidentali, ma anche per il mondo della scuola, che deve far fronte ad una nuova e complessa composizione delle classi.
Ovviamente tutte le considerazioni sull'altro incidono sulla valutazione della natura e del significato dell'identità - ai suoi diversi livelli -, che va comunque sempre intesa in senso storico e dinamico, e non irrealisticamente statico.
Altrettanto importante e positivo il CUN giudica il richiamo al "principio dell'uguaglianza delle opportunità e alla rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale" di cui all'art. 3 della Costituzione, che deve naturalmente costituire un punto di riferimento imprescindibile per tutta l'attività della scuola. Positivo ancora il CUN ritiene il recupero del momento della memoria, anche se apparentemente relegato al solo insegnamento dell'italiano: il recupero di tecniche tradizionali di memorizzazione attraverso la loro applicazione, fin dalla scuola dell'infanzia, a nuovi argomenti, anche in funzione ludica e collettiva, è fondamentale per una proficua acquisizione di saperi e nozioni in tutti i campi e in tutte le discipline. Tale acquisizione è inoltre assai agevole nell'età della primaria e della secondaria di primo grado e indispensabile per la positiva prosecuzione degli studi nella secondaria di secondo grado e nell'università.
Il CUN ritiene che un programma di tanto impegno richieda peraltro anche la contestuale determinazione delle risorse che si ritiene opportuno investire ai fini della sua realizzazione, sia in termini di nuove strutture, sia di reclutamento e formazione di nuove figure di snodo, che consentano le molteplici interazioni richieste fra i percorsi disciplinari, e agevolino il necessario aggiornamento permanente degli insegnanti sul piano delle conoscenze e delle tecniche di insegnamento.
Anche a causa della sua ampiezza, l'insieme dei documenti sottoposti all'esame del Consiglio, contiene a volte indicazioni assai di dettaglio, che affrontano aspetti molto minuti dell'articolazione prevista per i programmi, con un'impostazione talora fortemente precettistica più che di indirizzo, e rischia perciò di risultare più un vincolo che uno stimolo all'elaborazione originale e di far perdere di vista il progetto complessivo, che non facilmente si può recuperare dai tanti particolari variamente suddivisi nelle diverse sezioni.
Il CUN ritiene di dover segnalare l'opportunità di sfumare la contrapposizione fra "modelli" di lettura del reale, scientifico-matematici, linguistico-letterari, artistico-estetici e così via, per il rischio di riprodurre una contrapposizione ormai fuori del tempo fra le cosiddette due culture, con evidenti danni per entrambe e soprattutto per l'unità del sapere e in definitiva della persona umana. La stessa formazione scolastica, con la sua molteplice offerta e la dichiarata necessità di individuare percorsi che mettano a frutto la capacità di interazione fra le diverse discipline, dimostra l'inopportunità di rigide classificazioni di tipologie metodologiche, del resto negate già da molte epistemologie disciplinari a partire dalla seconda metà dell'ottocento. Il Profilo educativo relativo all'intero primo ciclo riassume per lo più in maniera abbastanza corretta il contenuto delle rimanenti parti previste nel decreto (o nei decreti), ma la Sintesi che lo conclude va in tutt'altra direzione, abbandonando tutto ciò che può riguardare le conoscenze, non soltanto disciplinari. I risultati indicati in questa Sintesi non sono in alcun modo in rapporto con l'insegnamento e con l'istruzione che è specifico e principale compito della scuola, ma semmai con l'educazione ricevuta nella famiglia e nelle altre strutture a questo preposte; talvolta sono, per giunta, assai discutibili, come quando si afferma che il ragazzo deve essere in condizione di "distinguere, nell'affrontare in modo logico i vari argomenti, il diverso grado di complessità che li caratterizza, senza peraltro perdere mai l'aggancio con il senso della realtà", come se l'uso della logica potesse portare i giovani fuori del mondo.
Anche per evitare che letture frettolose del testo riducessero a questa davvero modesta Sintesi l'obiettivo del primo ciclo di scuola, il CUN suggerisce di valutare l'opportunità di eliminarla, trattandosi, per lo più, di dichiarazioni sostanzialmente banali e scontate sulle questioni fondamentali dell'uomo e non di effettive finalità dell'insegnamento e dell'apprendimento.
Sulle indicazioni relative ai contenuti della formazione scientifica, il Consiglio segnala come ad un rilevante numero di indicazioni particolari, che possono risultare dispersive, non corrisponda un adeguato inquadramento relativo alle necessarie considerazioni generali di ordine culturale e teorico. Ad esempio, non si fa alcun cenno all'acquisizione della capacità di gestire e comprendere esperimenti pratici, che è alla base del metodo scientifico.
Anche il linguaggio usato risulta impreciso o non sufficientemente chiaro, e perciò è errato ovvero ambiguo, e comunque spesso di difficile comprensione. Va ad esempio evitata la distinzione fra scienza e tecnologia, ormai non più sostenibile a livello teorico e contraria alle tendenze di sviluppo della società moderna, e dell'informatica non va presentato il solo aspetto strumentale, ma anche il significato di metodo e teorico, come sistema di organizzazione dei dati e della loro possibilità di utilizzazione.
Più in dettaglio, per i programmi previsti nella scuola primaria, relativamente all'italiano il CUN segnala l'opportunità di non catalogare indistintamente onomatopea, similitudine e metafora tra le "figure di significato", dal momento che la tradizione retorica le assegna a diverse categorie di figure e tropi, di distinguere l'acrostico (da usare in poesia) dall'acronimo e di sostituire il termine "relazionare" con "riferire". Per quanto riguarda invece la matematica segnala la scarsa credibilità che lo studente possa acquisire al termine del primo anno l'abilità di "raccogliere dati e informazioni e saperli organizzare con rappresentazioni iconiche ordinate per modalità (pittogrammi)", anche perché l'esecuzione di questi ultimi è notevolmente complessa e richiede capacità manuali difficilmente acquisibili a tale età.
Per quanto riguarda le scienze, gli argomenti appaiono schematici, ma con ambigue approssimazioni. Ad esempio, pur apparendo condivisibile "il primo approccio alla chimica", il dettaglio su "acidi, basi e sali nell'esperienza ordinaria come esempi di sostanze chimiche" lascia fuori sostanze come dentifrici, saponi, etc. di più alta rilevanza pratica. Utile è l'esempio di eseguire semplici reazioni chimiche, ma l'esempio "acidi e basi con alcuni metalli e carbonato di calcio" è limitativa e impropria.
Per quanto riguarda gli obiettivi di apprendimento previsti per la scuola secondaria di primo grado il Consiglio segnala, relativamente all'italiano, l'opportunità di precisare e mettere in maggior risalto, nell'intero triennio, la necessità dello studio morfologico della lingua; inoltre, per il primo biennio, l'opportunità di inserire la canzone (d'autore, ma anche non d'autore) all'interno del genere della lirica, al quale appartiene fin dalle sue origini, e di tenere separata la similitudine dalla metonimia e dalla metafora, in quanto essa non appartiene alla categoria dei traslati, non modificando il proprium dei due termini comparati; per il terzo anno l'opportunità di non tenere separati gli obiettivi relativi all'ascolto da quelli del parlare, dal momento che lo stretto incrocio fra i due momenti porta a collocare fra quelli del primo conoscenze e competenze proprie del secondo e viceversa, e di sostituire fra i "concetti retorici" l'imprecisa indicazione di incipit (che riguarda una sezione del testo, come potrebbe essere "pagina" o "capitolo", e non un suo possibile compito retorico) con quella di "funzioni del proemio".
Il Consiglio suggerisce inoltre di evitare, in corrispondenza con quanto più volte deliberato dall'esecutivo con opportune direttive alla pubblica amministrazione, espressioni gergali lontane dal linguaggio comune e spesso di non agevole interpretazione anche da parte di persone di discreta cultura e non lontane dagli studi a cui fanno riferimento i testi.
Solo a mo' di esempio suggerisce la sostituzione di frasi come "relazione personale significativa", "elaborare congetture e codici personali in ordine alla lingua scritta" (nella scuola dell'infanzia), "utilizzare tecniche di lettura silenziosa con scopi mirati", "utilizzare consapevolmente i tratti prosodici" (nella scuola primaria), mettendo al loro posto i significati che si ritiene di poter dare a questi nessi, nelle forme che i comuni cittadini userebbero per esprimerli.
Suggerisce altresì di eliminare termini mal costruiti, oltre che remoti dalla comune possibilità di comprensione, come "scolasticistico" e altri analoghi presenti in diverse sezioni del documento.
Il Consiglio invita anche ad un uso delle maiuscole più parco e più consono alla nostra lingua, nonché ad un minore ricorso agli acronimi e pseudoacronimi a volte anche foneticamente discutibili. Il Consiglio segnala infine la necessità di operare un'attenta revisione della punteggiatura di tutti testi e l'eliminazione dei refusi presenti nella provvisoria stesura attuale
Il Consiglio rileva che su argomenti relativi al rapporto fra studi scolastici, formazione preuniversitaria, requisiti d'accesso e simili, molto utile sarebbe stata la consulenza della commissione prevista dall'art. 4 della legge 341/90, di cui si coglie l'occasione per rinnovare la richiesta di costituzione e insediamento: a tal fine il CUN, per sua parte, ha da tempo provveduto alle richieste designazioni.
Si indicano i seguenti, rilevati nelle Indicazioni nazionali per i piani personalizzati delle attività educative nelle scuole dell'infanzia: a p. 3 l. 3 anziché "quelle" si scriva "quelli"; l. 14 anziché "impegnano" si scriva "impegna"; a p. 4 l. 7 anziché "loro" si scriva "i loro"; l. 9 anziché "mostrano" si scriva "mostrino"; a p. 7 l. 34 anziché "oscilla" si scriva "oscilli". Nel Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione (6-14 anni), p. 9, il quartultimo periodo è sospeso, perché il gerundio "conoscendo" è coordinato in polisindeto con l'indicativo "si comporta"; per correggere, si può forse sostituire "conoscendo" con "conosce", ma il contenuto dell'intera frase è così involuto da rendere incerta questa ipotesi emendativa."