ScuolaOggi-I COMUNI DALLA PARTE DELLE BAMBINE, DEI BAMBINI E DELLE FAMIGLIE
COMUNI DALLA PARTE DELLE BAMBINE, DEI BAMBINI E DELLE FAMIGLIE I Comuni per primi hanno compreso l'impatto negativo che il decreto attuativo, così come era stato presentato a novembre in...
COMUNI DALLA PARTE DELLE BAMBINE, DEI BAMBINI E DELLE FAMIGLIE
I Comuni per primi hanno compreso l'impatto negativo che il decreto attuativo, così come era stato presentato a novembre in Conferenza Unificata, avrebbe avuto sulla qualità complessiva della scuola, sulle risorse ad essa dedicate, sui tempi di istruzione e di educazione che la scuola deve assicurare a tutti. Coerentemente l'ANCI ha quindi intrapreso una lunga, incisiva e competente iniziativa in sede di emendamento per ridurre i danni e dare voce alle centinaia di migliaia di famiglie e ai coordinamenti dei genitori che in tutto il Paese si sono mobilitati per chiedere la salvaguardia del tempo pieno. Solo a Roma sono 140.000 famiglie che usufruiscono del tempo pieno e del tempo prolungato. Non dimentichiamo che la bozza di Decreto presentata in Conferenza Unificata, neanche contemplava il tempo pieno, non ne definiva il monte-ore e soprattutto non ne stabiliva la gratuità, condizione indispensabile per renderlo esteso ed accessibile a tutte le famiglie. Le modifiche ottenute e apportate al decreto attraverso gli emendamenti proposti dall'ANCI hanno permesso di riempire questi vuoti, consentendo alle scuole, sulla base delle scelte delle famiglie, di realizzare un tempo scuola di quaranta ore settimanali, quantitativamente analogo al precedente tempo pieno. Inoltre viene sancito, non nelle vaghe premesse della Legge ma nel suo articolato, che anche il tempo scuola pomeridiano è gratuito e che gli insegnanti della scuola devono assicurare sia le ore dedicate alla mensa che alle attività didattiche. Certo, Il Decreto approvato parla chiaro e assicura solo l'organico di quest'anno e, all'interno del 'processo riduttivo della spesa' che la Legge quadro contiene, era il massimo che si poteva ottenere. Certo, anche dopo l'inserimento degli emendamenti proposti dall'ANCI, permangono, nell'impianto della norma, grandi rischi per la qualità e la quantità del Tempo Scuola.. Con l'approvazione del decreto ai genitori e agli alunni verrà offerto un 'tempo flessibile' articolato con le 27 ore settimanali di lezioni, 10 ore che le scuole potranno dedicare alla mensa, 3 le ore facoltative scelte dalle famiglie. Quindi non più un progetto unitario, una 'giornata educativa integrata' che prosegue nelle ore pomeridiane arricchendo il progetto educativo dell'intera classe e rafforzando chi rimane indietro ma una frammentazione dei tempi, una rigidità nella loro scansione. Bisogna quindi dire alle famiglie una semplice verità: il tempo pieno è stato abolito perché è stato abrogato l'art 130 del Dlgs 297/94 che lo aveva consolidato come modello educativo innovativo ed efficace rendendo la scuola primaria italiana una delle migliori al mondo. Tuttavia i Comuni e le Scuole dell'Autonomia possono mettere in campo strategie e proposte unitarie per salvaguardare il più possibile la qualità del Tempo Scuola. Le Scuole comunali dell'infanzia, come lo sono in alcune parti del Paese, possono costituire un forte punto di riferimento e di qualità. A Roma, non solo abbiamo garantito il Tempo Pieno ma lo abbiamo ampliato. Inoltre abbiamo avviato un Progetto con un forte impianto pedagogico e culturale che vede al centro la soggettività delle bambine e dei bambini e un grande protagonismo dei docenti e delle famiglie. I Comuni continueranno a garantire la difesa di una scuola che assicuri pari opportunità di istruzione e di educazione a 'tutti e per ciascuno'.