ScuolaOggi-GRADUATORIE PERMANENTI: FERMO IL DISEGNO DI LEGGE, GOVERNO COSTRETTO A RICORRERE A UN DECRETO
GRADUATORIE PERMANENTI: FERMO IL DISEGNO DI LEGGE, GOVERNO COSTRETTO A RICORRERE A UN DECRETO Per i precari si fa oggi quel che non si voleva fare l'estate scorsa: ossia un decreto al pos...
GRADUATORIE PERMANENTI: FERMO IL DISEGNO DI LEGGE, GOVERNO COSTRETTO A RICORRERE A UN DECRETO
Per i precari si fa oggi quel che non si voleva fare l'estate scorsa: ossia un decreto al posto del disegno di legge. Il provvedimento sarebbe già all'ordine del giorno del consiglio dei ministri di venerdì prossimo. Una via d'uscita pressochè inevitabile. A meno di mettere a rischio non solo l'immissione in ruolo di quel contingente di 15 precari promessa da Letizia Moratti, ma la stessa regolarità dell'avvio del prossimo anno scolastico per cui ancora una volta sarà necessario ricorrere ai supplenti per coprire qualche decina di migliaia di posti. La maggioranza di governo, insomma, anche su questa delicatissima questione su cui aveva speso non poche parole nel momento in cui il Tar del Lazio nel luglio scorso rimescolò le carte della graduatorie scatenando una durissima diatriba tra le due anime dei prepari (sissini e storici), non è riuscita a cavare un ragno dal buco. Il disegno di legge che avrebbe dovuto risolvere la questione è arrivato solo poco prima di Natale alla commissione istruzione del senato, e lì è rimasto. L'ultimo intoppo è stato imposto dallo stesso presidente del gruppo di An, Domenico Nania, che, per risolvere la situazione di 43 prof associati di medicina, aveva inserito uno specifico emendamento che, guarda caso, aveva costretto la commissione istruzione a sottoporre il correttivo alla commissione bilancio, quindi provocando un altro,determinante ritardo. Colpa di An, dunque, se il disegno di legge non è andato in porto? Troppo semplice dire di sì: il ritardo provocato da Nania è indiscutibile e di difficile spiegazione (ma che c'entrano i precari dell'università con quelli della scuola?), ma è altrettanto vero che tra i più attivi sostenitori della necessità di varare la legge va annoverato Giuseppe Valditara, il senatore appunto responsabile scuola di An, la cui iniziativa non è comunque bastata a superare le difficoltà incontrate sulla strada del successo del provvedimento. Difficoltà che una maggioranza così vasta come è quella dell'attuale coalizione della Cdl potevano e dovevano essere superate d'un sol fiato. Se ci fosse stata, come c'è stata in altre circostanze, la volontà di raggiungere il risultato. Da qui la necesstà del decreto legge. Un provvedimento ovviamente a scatola chiusa. Con 60 giorni di tempo per essere trasformato in legge. Chi vivrà, vedrà