ScuolaOggi-E se domani...
E se domani... "A pensar male si fa peccato, ma si indovina.". L'abbiamo sentita dire dall'on. Andreotti e visto che da queste colonne, talvolta, si è indotti a citare fatti e persone...
E se domani...
"A pensar male si fa peccato, ma si indovina.". L'abbiamo sentita dire dall'on. Andreotti e visto che da queste colonne, talvolta, si è indotti a citare fatti e persone del passato democristiano, quasi con nostalgia poiché il presente a ciò induce, mi sembra che la citazione ci stia, anche se non la condivido del tutto. Infatti io non penso male e non so se indovino.Ma i "se" e i "ma" si affollano nella mente, pensando al domani.
La prima giornata del Convegno della Fondazione Liberal, a Milano, si è aperta con un giorno di ritardo sul previsto , a causa della recente serrata di ranghi della maggioranza che ha impegnato a Roma i parlamentari. Il programma dei primi due giorni, contratto in un solo giorno, si svolge di fronte ad un pubblico scarso, prevalentemente composto da studenti.
Si comincia parlando di innovazione tecnologica, quindi di computer, d'internet, di conoscenza attraverso la rete, di e-learning, ecc. A scuola si sta troppo, si sostiene, le esigenze legate a percorsi di apprendimento personalizzati richiedono profonde revisioni ordinamentali nel sistema scolastico. D'altronde, attraverso la rete, col "Divertinglese" e il "Diverticomputer" ( o qualcosa del genere), con i seminari on-line, con i vari programmi più o meno "Educational" (sulla Rai e sul Web ), con accessi a domanda individuale a questo o quel programma, si personalizza, e come. E poi i computer (nei filmati che illustrano le relazioni si vedono cose di indubbio interesse al riguardo ) costano. Ma sapete quanto più vi costa un insegnante ?.Non è che le cose al convegno vengono dette proprio così, ma l'ordine degli argomenti e delle considerazioni, provocano in qualcuno del pubblico involontarie sintesi andreottiane tra concetti esposti dal "tavolo", che, seppure non correlati nei discorsi, paiono correlarsi da soli.
Per non peccare col pensiero, mi affido ad un personalizzato "vade retro": c'è qualche connessione fra "personalizzazione" e "personal" (computer)? E relativo mercato?
E la spesa per l'istruzione? Ma no. O si? E se..?
Ma che pensieri! Per allontanare la tentazione, niente di meglio che fare una capatina al forum intitolato " Per un nuovo stato giuridico degli insegnanti" Per la scuola dell'autonomia, e della riforma, insomma per una scuola nuova, ci vogliono insegnanti nuovi. Occorre un nuovo stato giuridico. Quale? Andiamo cauti: è una riforma trasversale, interessa tutti i settori politici. Così com'è stata trasversale la riforma dell'autonomia. Bisogna confrontarsi. Si accenna al codice deontologico, alla professionalità, ai supplenti ( un dirigente scolastico ha dovuto fare settecento telefonate per riuscire a realizzare una sostituzione di un titolare assente), ecc. Si parla del tutor. E la sintesi andreottiana colpisce ancora, facendo collegamenti ( del tutto arbitrari, o no? ) con lo stato giuridico da reinventare. Nessuno lo dice.
Ma se domani, e sottolineo "se", se invece di una sola tipologia di insegnante, ce ne fosser tre? Per esempio: i principianti/stagisti/tirocinanti/ supplenti, poi gli "ordinari", e poi, "uber Alles", i tutor ( o tutors o tutores )?Peraltro qualcuno, dal "tavolo" ha avuto accenni critici sulla figura giuridica unitaria del docente. E poi, a qualcuno vien da pensare a questo continuo riemergere della questione del tutor. E se fosse solo una fissazione di quell'andreottiano di Dedalus?
Vittorio Zedda