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ScuolaOggi: Cronache dal liceo

Dario Missaglia

03/12/2009
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ScuolaOggi

Si rinvia o no l’approvazione dei Regolamenti?
Nel gruppo di lavoro della mia scuola c’è una bella dialettica; un confronto vero che guarda alla sostanza delle cose senza perdere la passione politica che in questi casi emerge. Sul tabellone dove si fissano i punti condivisi scompaiono i sì e i no e si inizia a scrivere. I si prevalgono ma non per un consenso (o una aspettativa) più o meno esplicito alle proposte del Governo, ma per alcune considerazioni che meritano di essere segnalate.
Troppo forte il conflitto maggioranza opposizione per immaginare una tregua; anzi, nel conflitto, le ragioni politiche diventano intoccabili: i regolamenti perciò saranno varati.
L’iter formale non sarà completo ma il Governo andrà avanti. Con contenziosi e polemiche? Si.
Il peso economico del provvedimento (ragione non certo marginale del provvedimento stesso) non lascia spazio ad illusioni. Si va avanti.
Un’opposizione politica e sindacale in ordine sparso non è in grado di fermare la macchina ma può avere ancora carte da giocare se saprà recuperare un ruolo attraverso una interlocuzione forte con il mondo della scuola. Bene lo sciopero della Flcgil se questo sarà il segno di una nuova fase di offensiva anche sui contenuti della manovra che avanza.

Se il gruppo di lavoro ha ragione, i regolamenti dunque ci saranno e si aprirà la fase attuativa.
Ma è proprio qui, secondo il gruppo, che esploderanno tutte quelle contraddizioni tecniche ed operative che potranno ridare fiato a una capacità di iniziativa che in questi mesi è stata dormiente come è nella tradizione della scuola: gli insegnanti affrontano i problemi che concretamente si pongono; fino a quel momento “osservano”.
Ora scoprono un processo in cui non sono stati coinvolti; iniziano a leggere i testi , a scoprire che, almeno nei licei, non solo c’è una discutibilissima continuità con il passato ma persino un bel taglio ad alcune discipline. Ma allora a settembre che succede?
Succederà tutto ciò che sarà fatto entro il 27 febbraio, evidentemente.
E allora il gruppo inizia a selezionare i problemi e a dislocarli lungo un cronogramma.
I Regolamenti costruiscono l’ordinamento, ma i contenuti, gli obiettivi di apprendimento? Seguiranno, affermano i Regolamenti; del resto non saranno certo i profili di uscita dello studente, così spesso retorici e generici ad offrire la soluzione del problema. Ma allora quale idea di orientamento dovranno farsi i docenti delle scuole medie e delle superiori per preparare la campagna verso l’utenza? Che orientamento è quello che elenca orari e discipline ma non il senso, il contenuto di fondo di un indirizzo? E chi ( quando, con quali risorse ) formerà gli orientatori per un compito così delicato?
Ogni scuola intanto simula ipotesi e annota: che succede a quei docenti che si ritrovano “tagliati”? Non si sa.Ma certamente la nostra scuola chiederà che un eventuale esubero sia gestito nella scuola stessa, lavorando sull’arricchimento della offerta formativa e sulle materie opzionali.
E quelle tabelle sulle classi di concorso…ma hanno capito al Ministero quale delicatissimo meccanismo hanno messo in moto’? Quale valanga di contenzioso è pronta ad invadere le scuole se quel lavoro non sarà fatto con estrema attenzione e il coinvolgimento pieno dei sindacati? Ma se non sono ancora chiari questi punti, come si fa a costruire gli organici per settembre? Semplicemente impossibile.
Bisogna assolutamente conquistare una fase di transizione in cui questi problemi possano gradualmente essere affrontati e risolti. A settembre bisognerà partire dalla situazione esistente, attivando quegli indirizzi che non richiedono altro organico e mettendo da parte le domande di nuove istituzioni sulle quali dovrà decidere la Regione ( che intanto dovrà costruire un progetto per l’offerta formativa del territorio; operazione sostanzialmente impossibile prima delle elezioni della prossima primavera).
Nella fase di transizione bisognerà affrontare il nodo della formazione del personale, della riconversione, delle nuove tabelle delle classi di concorso e relative confluenze.

Ora che il cronogramma è completo, almeno nel suo asse fondamentale, ci si rende conto che saranno necessari almeno due anni per andare a regime. Nessuno azzarda l’eretica definizione di “fase sperimentale” ma tutti convengono che questi saranno i tempi minimi necessari.
In quella fase , forse, sarà anche possibile recuperare un dibattito che non c’è stato e una capacità propositiva delle scuole e dei diversi soggetti che lavorano intorno e dentro la scuola, per modificare alcuni contenuti, strappandoli alla guerra di lobbies che ora è in corso per aggiudicarsi gli ultimi premi.

Sempre che la “fase di transizione” non sia solo una conseguenza tecnica dei problemi interni ai Regolamenti ma un obiettivo politico inseguito alla luce del sole.

Dario Missaglia
(preside liceo G.Mazzatinti, Gubbio)


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