FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3871669
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » ScuolaOggi: Costituzione, Statuto o bavaglio per tutti?

ScuolaOggi: Costituzione, Statuto o bavaglio per tutti?

Pippo Frisone

25/05/2010
Decrease text size Increase text size
ScuolaOggi

La sortita del dr.Limina, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna, non è un incidente di percorso né la sua è una circolare dal sen fuggita.

A dimostrarlo sono le prese di posizione di tutto il centro-destra, da quello bolognese ai maggiorenti nazionali del pdl , ministro Gelmini in testa.

Contro gli insegnanti e i dirigenti scolastici che osano esprimere un pensiero critico sui tagli o sulle riforme in atto, si minacciano dure sanzioni disciplinari.

E la ministra Gelmini, nel dare ragione al Direttore Limina, aggiunge che quanti vogliono far politica nella scuola, invece di strumentalizzare le istituzioni, si candidino alle elezioni oppure stiano zitti e non parlino coi giornali.

Ma vediamo come stanno effettivamente le cose . Il codice di comportamento dei pubblici dipendenti vieta di rilasciare autonomamente interviste ai giornali o di esprimersi criticamente rispetto all’amministrazione di appartenenza.

La Costituzione italiana parla chiaro: gli articoli 9 – 21 – 33 tutelano la libertà di espressione e di pensiero senza se e senza ma.

Anche la Carta Europea agli artt. 70 e 71 non lascia dubbi.

Libertà di pensiero e libertà di espressione sono riconosciuti senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche.

A quarant’anni dalla Legge n.300/70 –Statuto dei Lavoratori- va ricordato che ci son voluti vent’anni perché con il diritto e la libertà di espressione e di pensiero la Costituzione entrasse in tutti i luoghi di lavoro anche nelle Amministrazioni Pubbliche, scuole comprese.

Lo Statuto nelle scuole è una conquista che risale agli anni novanta.

I primi limiti arrivano con il Dlgs.n.165/01 e il nuovo Codice di comportamento dei pubblici dipendenti, da allora in poi allegato a tutti i contratti di lavoro del pubblico impiego.

Mentre il decreto riconosce al lavoratore pubblico il diritto di qualificarsi agli occhi del pubblico, d’interagire nella comunicazione e nei rapporti coi cittadini, il codice di comportamento all’art.11, comma 2 pone un limite invalicabile all’integrità dell’immagine dell’Amministrazione.

“Salvo il diritto di esprimere valutazioni e di diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell’immagine dell’Amministrazione. Il dipendente tiene informato il dirigente dell’ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa.”

E il decreto Brunetta prevede pesanti sanzioni disciplinari per quanti procurano danni all’immagine della pubblica amministrazione, con pensieri, parole ed opere e non solo.

In buona sostanza, il docente o il dirigente scolastico possono solo parlar bene dell’amministrazione dalla quale dipendono. In quanto pubblici dipendenti devono astenersi da critiche o dichiarazioni pubbliche che ledono l’immagine dell’amministrazione. Se vogliono parlare con gli organi di stampa devono preventivamente informare i propri superiori.

Questo è quanto contenuto nel codice di comportamento di nove anni fa.

E allora perché tanto clamore proprio ora ? Perché è cambiato il clima e l’intolleranza verso chi dissente o manifesta un pensiero critico è diventata l’ossessione principale di chi ci governa, di questo governo in particolare.( Fini docet ).

La contrapposizione di idee e convincimenti, la manifestazione di giudizi sull’operato e i comportamenti del governo,non dettati da animosità o avversione preconcetta, sono il sale della democrazia. Limitarli vuol dire fare un salto nel buio, rinnegare a 40 anni dalla nascita proprio quello Statuto dei lavoratori che ha portato le libertà e i diritti fondamentali dei cittadini sanciti dalla nostra Costituzione in ogni luogo di lavoro, comprese le scuole assieme a tutto il pubblico impiego.

Mettere il bavaglio all’informazione, limitare il potere dei giudici, impedire a insegnanti e dirigenti scolastici di poter esprimere critiche sull’operato del governo, sono il segno preoccupante d’una pericolosa involuzione : il passaggio della nostra democrazia da parlamentare a democrazia autoritaria.

A noi tutto ciò non piace e ci preoccupa fortemente.

Continueremo da questo giornale a manifestare il nostro dissenso e a rivendicare il nostro diritto di critica sulle cose che non ci piacciono, magari con un po’ d’ironia , mai con disprezzo o dileggio e rispettando sempre i nostri avversari.

Credo che sia questo il modo migliore di ricordare i 40 anni dello Statuto e ancor più il modo migliore di difendere e praticare quei principi di libertà e democrazia sanciti dalla nostra Costituzione repubblicana.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL