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Scuolaoggi-Che fine faranno le medie inferiori?

fine faranno le medie inferiori? "Sono dettagli" si diceva una volta a significare che si trattava di elementi di contorno rispetto ad un nucleo sicuro. Della riforma Moratti abbiamo tanti ...

12/11/2003
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ScuolaOggi

fine faranno le medie inferiori?
"Sono dettagli" si diceva una volta a significare che si trattava di elementi di contorno rispetto ad un nucleo sicuro. Della riforma Moratti abbiamo tanti dettagli, varianti di dettagli, ma più li leggo e più mi sfugge il nucleo sicuro, tranne il monte ore della scuola secondaria di 1° grado che scende da 1.000/1.200 a 891 ore.
Per sapere con quale meccanismo e quali penalizzazioni sia possibile introdurre l'insegnamento di una seconda lingua comunitaria riducendo le ore di scuola, bisogna leggere ( in dettagli della riforma) la seconda versione delle "Indicazioni nazionali" pei i Piani di studio personalizzati nelle Scuole Secondarie di 1°" dove, fermo restando tutte le altre pagine rispetto alla prima versione (rimasta nei soliti dettagli), arrivando a pagina 11 del capitolo "vincoli e risorse" (in cui si parla solo dei vincoli e affatto delle risorse) c'è lo schema (vincolante?) del monte ore annue obbligatorio per trasformare in competenze personali degli allievi gli obiettivi specifici di apprendimento delle singole discipline comprensivo delle attività di educazione alla convivenza e all'informatica (tutti obiettivi standardizzati con precisione nello stesso documento).
Questo schema-vincolo chiarisce alcuni particolari di un certo rilievo:
che non esiste più la disciplina Educazione Tecnica (abolita insieme alle poche migliaia di docenti che la insegnano)
che Tecnologia e Informatica fanno un tutt'uno con Scienze e Matematica per un totale di 245 ore annue (7,4 ore settimanali)
che l'inglese sarà insegnato per sole 54 ore annue (1,38 ore settimanali) e la 2° lingua comunitaria per 66 ore (2 ore settimanali)
Scendendo nel dettaglio degli obiettivi scopriamo che il docente di matematica, scienze e tecnologia in quell'ora settimanale dedicata alla tecnologia, dovrà:
"condurre gli alunni a individuare e praticare esperienze di design, cucitura, tessitura e ricamo per scopi funzionali ed estetici" nonché a utilizzare le comunicazioni in rete locale
e poi a padroneggiare i primi moduli utili al conseguimento della Patente europea ECDL, ma sono solo alcuni degli obiettivi da raggiungere, con un'ora di lavoro settimanale.
Negli stessi dettagli ma anche nello schema di decreto (versione originaria e versione chiosata) si parla di eventuali ore opzionali facoltative aggiuntive (mai una serie di aggettivi della stessa area semantica è stata usata in modo così appropriato) scelte dalle famiglie all'atto dell'iscrizione, "in tutto o in parte, per tutte o per alcune discipline e attività" (e ci risiamo con l'area semantica della precarietà-opzionalità)
Queste stesse attività opzionali, facoltative e aggiuntive, nella chiosa allo schema di decreto (pag.11) diventano "tuttavia obbligatorie per le scuole che debbono presentare una specifica, differenziata, possibilmente ricca e qualificata offerta formativa" (si passa a tutt'altra area semantica) ma anche qui "l'orario è facoltativo, opzionale (si torna alla precedente area semantica) e gratuito" (novità!) per le famiglie".
Le attività opzionali aggiuntive, qualora nessun insegnante della scuola sia in possesso della specifica professionalità, possono essere affidate dalle scuole ad esperti con contratti di prestazione d'opera "nei limiti delle risorse iscritte nei loro bilanci" (limiti molto ristretti, visto che devono essere comunque e questa è una buona novità attività gratuite per le famiglie).
Diventa poi difficile conciliare la doverosa "scelta all'atto dell'iscrizione" delle attività aggiuntive opzionali con due altri elementi:
l'organico di istituto sulla cui entità e costituzione non sapremo nulla all'atto della iscrizione dei nuovi alunni che invece è imminente
l'entrata in campo della nuova figura del tutor che dovrebbe conoscere gli alunni, per essere in grado di personalizzare il loro Piano di studi e orientarli nella scelta delle attività aggiuntive
Questo meccanismo complesso (conoscenza degli alunni e personalizzazione del loro Piano di studi, con scelta eventuale di attività opzionali, progettazione delle attività sulla base dei bisogni e degli interessi individuati, costituzione dell'organico di istituto per l'attuazione di tali attività) non è dei più facili da mettere in moto con questa sequenza date le normative e i vincoli della scuola.
Il tutor si presenta nella scuola secondaria di 1° come una figura dai contorni molto incerti perché neppure si può fare riferimento al ricordo di un insegnante prevalente.
Si sa che deve essere "in possesso di specifica formazione", che deve svolgere una serie di compiti, ma non si sa come si individua, se può essere insegnante di qualsiasi disciplina o di una specifica.
Resta una figura in bilico tra un attuale coordinatore di classe che si allarga un po' e l'insegnante specializzato che segue individualmente gli alunni diversamente abili trasferito su tutti gli alunni; o sarà soltanto il solito docente di buona volontà che si prende a cuore gli alunni e le loro famiglie?
Di quanti alunni sarà composto il gruppo affidato ad un tutor? Quante ore di lavoro saranno riconosciute al tutor per rileggere "la storia dello studente dall'infanzia all'adolescenza", per coordinare l'equipe pedagogica e per compilare i portfolii delle competenze?
Per poter anche solo ipotizzare l'avvio concreto del prossimo anno scolastico, sarebbe necessario, dopo i dettagli un nucleo semplice e chiaro di certezze.

Angela Minella


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