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Scuolaoggi/Aspettando il ritorno di Berlusconi a "Porta a porta"

Aspettando il ritorno di Berlusconi a "Porta a porta" Silvio Berlusconi a "Porta a porta" ha parlato anche della scuola e della sua riforma. A noi interessa solo questo stralcio del suo ...

12/02/2004
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ScuolaOggi

Aspettando il ritorno di Berlusconi a "Porta a porta"
Silvio Berlusconi a "Porta a porta" ha parlato anche della scuola e della sua riforma. A noi interessa solo questo stralcio del suo intervento, e non possiamo nascondere che le cose ascoltate ci hanno lasciati profondamente delusi. E non tanto perché, esaltando l'opera del suo ministro, dava per scontato la bontà di una riforma che tanti contestano, ma per la sua evidente non conoscenza del problema. Ve la immaginate, ad esempio, la maestra che, come ha esplcitamente detto il Presidente, durante la pausa mensa guadagna tempo magari "per insegnare l'Inglese"? Berlusconi ha poi espresso a Vespa il desiderio di tornare a "Porta a porta" per smascherare le "menzogne" che si vanno raccontando su questa riforma. C'è da augurarsi che a questo nuovo appuntamento si prepari a parlare di scuola con meno superficialità. E non sarà facile comunque che riesca a capire davvero il problema. Innanzitutto perchè gli manca un'esperienza fondamentale: quella di non aver conosciuto mai direttamente la scuola (quella pubblica, ovviamente) così com'era ai suoi tempi, né com'è ora per i suoi figli. Si potrebbe obiettare che il capo di un governo non può essere un esperto di qualsiasi problema di cui tratta. In quel caso possono supplire i suoi esperti. Il ministro? Letizia Moratti è pressapoco nelle sue stesse condizioni, e anche lei a sua volta avrebbe bisogno di esperti a consigliarle le mosse giuste da fare. E in effetti il ministro è attorniata da una serie di personaggi che si piccano di essere esperti per il solo fatto di aver lavorato nella scuola e nella sua amministrazione. Chi li conosce sa che sul loro valore sarebbe meglio in troppi casi stendere un velo pietoso. Perché se fossero davvero all'altezza della situazione (governare la scuola non è mai stato un compito facile) non saremmo in queste condizioni: una riforma avviata per il primo pezzo (l'altro, quello delle superiori, è ancora in alto mare e comunque presenterà difficoltà di intervento di gran lunga più complesse) su cui c'è un giudizio negativo pressochè unanime: Snals compreso, ossia il sindacato che rappresenta gli iscritti politicamente più in sintonia con la Cdl, ma per dignità propria e dei loro aderenti ha già respinto le proposte di cambiamento avanzate dalla Moratti. Abbiamo appena ricevuto da Monza, città tradizionalmente "bianca", la notizia di un convegno promosso per la fine di febbraio dal titolo: "Riforma Moratti: pubblicità ingannevole?". Un interrogativo pesante, che non viene dai soliti "comunisti". E' invece l'ipotesi che vanno facendo su quel che sta avvenendo in questi tempi tutti coloro che pensano alla scuola non come rivalsa politica o questione di parte, ma come bene di tutti. Se dunque Silvio Berlusconi vorrà tornare a parlare di scuola, visto che di suo poco sa dire con competenza, si scelga qualche consigliere davvero esperto, possibilmente liberale come a lui piace. Perché se continuerà ad affidarsi ai "talebani della scuola e della cultura" potrà solo continuare su questo tema a fare brutte figure. Le cose da cambiare nella scuola sono tante. Ma se per cambiare a tutti i costi si distrugge anche ciò che va bene (a dispetto di quel che si dice anche qui le cose sono tante), si finisce solo di fare un pessimo servizio per le nuove generazioni.


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