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ScuolaOggi-ALUNNI ISLAMICI E COSTITUZIONE

Una classe tutta islamica? Se la domanda è formulata così il "no grazie" arriva automaticamente. Per il caso di Milano forse sarebbe stato meglio dare un respiro più ampio alla richiesta. ...

15/07/2004
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ScuolaOggi

Una classe tutta islamica?
Se la domanda è formulata così il "no grazie" arriva automaticamente.
Per il caso di Milano forse sarebbe stato meglio dare un respiro più ampio alla richiesta.
Innanzitutto spiegare la valenza sperimentale, poi contestualizzare l'intervento in una situazione che mi ricorda gli immigrati del film "Pane e cioccolata" in cui i ragazzini stavano nascosti negli armadi per la paura dei genitori che ,prima di preoccuparsi della loro istruzione, dovevano garantirsi la sopravvivenza.
I ragazzi e soprattutto le ragazze della comunità di Milano vivono nella negazione di alcuni dei diritti fondamentali riconosciuti e garantiti dalla Costituzione..
Adolescenti nati e cresciuti a Milano, sia pure in famiglie tradizionaliste, ricevono un'istruzione sommaria grazie alla cosiddetta scuola paterna (vi ricordate "Il fantastico mondo di Amelie" che mostrava la protagonista istruita dalla madre sul tavolo di cucina perché era troppo delicata per frequentare la scuola?) che li porta al livello minimo per il diploma di terza media e non li mette in grado di proseguire gli studi. Chi prova a presentarsi agli esami di idoneità presso gli Istituti statali viene schernito in molti casi e bocciato quasi sempre, così torna a casa, magari dai nonni in Egitto.
Meglio così! dirà qualcuno che aveva già proposto di buttarli a mare, ma anche docenti illuminati e di sinistra che in altre scuole hanno bocciato la proposta della classe di ragazze e ragazzi stranieri perché lede la libertà d'insegnamento, la Costituzione e l'uniformità dei percorsi formativi che come tutti sanno sono una caposaldo della nostra scuola.
Tanti hanno blaterato di costituzionalità o incostituzionalità citando l'articolo 3 quando recita "senza distinzione di sesso, razza e religione" ma pochi hanno focalizzato l'attenzione sulla seconda parte "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana"
Rimuovere gli ostacoli !
Forse si sarebbe dovuta considerare l'esperienza sperimentale, perché tale è, alla stregua di una rampa per disabili. Nessuno si ritiene offeso se cerchiamo di favorire l'ingresso a scuola a chi si muove con la carrozzina, ma creare uno spazio di avvicinamento, omogeneo non per religione ma per conoscenza linguistica, in accordo con le famiglie (esattamente come prevede sia la legge sull'autonomia, sia la riforma Moratti) scandalizza e oltraggia.
Le distanze si devono misurare in tutti i sensi,a volte siamo lontani per tempo, a volte per spazio.
40 anni fa un immigrato da Puglia, Calabria o Sicilia non avrebbe mandato volentieri la figlia in una scuola dove le ragazze mostrano regolarmente l'elastico delle mutande, bevono fumano e fanno le ore piccole, oggi suo figlio denuncia il preside se si azzarda a dire alla quindicenne di cui è padre orgoglioso, di coprirsi la pancia durante le lezioni e va all'attacco insieme alla moglie, anche lei figlia di immigrati, che doveva coprirsi le ginocchia a 16 anni ma a 50 esibisce l'ombelico abbronzato e accessoriato di piercing.
Possono sembrare stupidaggini ma sono il segno di una modifica di costumi e abitudini e nessuno può dire se ci sia più libertà nel gonnellone che nel tanga.
I diritti vanno oltre. Nessuno ingozzerebbe di salame un bambino ebreo o musulmano, nessuno costringerebbe il testimone di Geova a fare i lavoretti per la festa di Halloween, perché non possiamo fare entrare in una nostra classe un gruppo omogeneo e un po' impaurito?
Lasciamo che abbiano insegnanti qualificati, aule pulite, che possano imparare italiano,inglese, informatica e impresa come tutti gli altri, ne faremo cittadini veri e rispettosi della nostra cultura e della loro.
Lo scorso anno il Cisem, in grandissima discrezione, ha attivato un progetto di LARSA (laboratorio per la ricerca e lo sviluppo degli apprendimenti previsto dalla riforma) con il quale undici ragazze sono state accompagnate verso l'esame di idoneità, con lezioni pomeridiane e la presenza di un tutor mediatore in aula, ben l'85% ha superato i regolari esami previsti dai programmi italiani con un punteggio molto soddisfacente.
Hanno lavorato per mesi; disciplinate, attente e grate per l'opportunità ricevuta:
Hanno "assaggiato" la scuola italiana e forse hanno corretto l'idea che ne avevano anche i loro genitori e fratelli.
Le buttiamo a mare?

Annamaria Indimineo


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