ScuolaOggi: A cosa serve un ministro così?
Prendersela coni dirigenti scolastici sembra diventato un sport nazionale, sport in cui il ministro Fioroni decisamente eccelle.
Dopo le “esternazioni” del 19 marzo 2007 a Milano, quando riuscì a dire che la colpa del “buco” nei bilanci delle scuole era responsabilità dei dirigenti scolastici (come se i dirigenti scolastici si divertissero ad assumere supplenti, a pagare gli esami di stato, la TARSU e quant’altro), ora ci tocca assistere all’ennesimo show del ministro, che, privo evidentemente di argomentazioni più consone al suo ruolo, agita la valutazione dei dirigenti scolastici come una clava.
Ci riferiamo alla nota del 30 novembre 2007, con la quale Fioroni invita i Direttori Regionali ad “avvertire” i dirigenti scolastici che gli interventi di sostegno e recupero previsti dalle disposizioni da poco emanate sul recupero dei debiti formativi ( disposizione peraltro criticate da più parti per la loro difficile, se non impossibile, attuazione) devono essere “tempestivi”, “flessibili” ed “adeguati”.
Perché su questo i dirigenti scolastici saranno valutati.
Bene: ci fa piacere che il ministro si occupi, tra il tanto da fare che ha, anche del problema della valutazione dei dirigenti scolastici.
Quello che proprio non ci piace, invece, è che il ministro agiti la valutazione come una clava per spaventare i dirigenti.
Non ci piace, perché i dirigenti non hanno bisogno di clave, soprattutto quando a manovrarle è il “loro” ministro. Ministro che, anziché trattare i dirigenti scolastici quasi come una “controparte” da minacciare, dovrebbe invece considerarli una “risorsa” per la “sua” amministrazione (cosa così ovvia che non ci sarebbe neppure bisogno di dirla).
Non ci piace, perché la valutazione è argomento troppo importante e delicato per essere evocato in maniera così rozza e improvvisata.
Dispiace essere costretti a ricordare a Fioroni (che fino a prova contraria fa il Ministro della Pubblica Istruzione, e non il domatore di leoni in un circo) che la valutazione, in tutti i sistemi e in tutti i paesi “civili”, è prima di tutto strumento di valorizzazione e sviluppo professionale. Come recita anche il contratto nazionale dei dirigenti scolastici che il ministro dovrebbe conoscere.
Non vorremmo poi che il ministro pensasse che i dirigenti scolastici temono le procedure valutative e cerchino di bloccare l’attuazione dell’art. 20 del contratto nazionale (quello, appunto, sulla valutazione). Perché se così fosse, saremmo costretti a ricordargli che se la valutazione dei dirigenti scolastici non è ancora realizzata (e non si è dato attuazione all’art. 20 del contratto) la responsabilità è esclusivamente sua.
Fu Fioroni, infatti, a far inserire nella legge finanzia per il 2007 un comma in cui la valutazione dei dirigenti scolastici diventava di competenza dell’INVALSI. La conseguenza immediata di questa scelta è stata che della valutazione dei dirigenti scolastici non se ne è saputo più nulla. Ed è passato quasi un anno.
Peccato che fino a luglio inoltrato del 2006 al Ministero si era riunito un “tavolo di lavoro” del quale facevano parte le OO.SS. e le associazioni professionali dei dirigenti scolastici. Tavolo che aveva messo a punto gli strumenti per attuare l’art. 20 del contratto e far partire la valutazione nel settembre 2007.
Tutto spazzato via dal “ciclone” Fioroni.
Che della valutazione dei dirigenti, e dei dirigenti scolastici stessi, non si è più occupato.
Tranne, ogni tanto, riscendere in campo e ricominciare ad agitare la clava. Anziché darsi da fare per applicare il contratto nazionale e realizzare la valutazione dei dirigenti.
A cosa serve un ministro così?
Milano, 30 novembre 2007
STRUTTURA DI COMPARTO DIRIGENTI SCOLASTICI – FLC CGIL LOMBARDIA