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Scuola, via a decreto assunzioni: ecco dove...

È stato pubblicato il decreto interministeriale che autorizza le immissioni in ruolo per 30.300 docenti e 36.000 figure di personale ata a partire da settembre 2011

10/08/2011
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l'Unità

È stato pubblicato il decreto interministeriale che autorizza le immissioni in ruolo per 30.300 docenti e 36.000 figure di personale ata a partire da settembre 2011. Ecco la suddivisione per regione delle nomine per il personale docente, di sostegno ed educativo. In Abruzzo ci saranno 676 nuove nomine, in Basilicata 286, in Calabria 919, in Campania 2.579, in Emilia Romagna 2.935, in Friuli Venezia Giulia 630, nel Lazio 3.207.

E ancora: in Liguria 685, in Lombardia 5.091, nelle Marche 865, in Molise 199, in Piemonte 2.425, in Puglia 1.900, in Sardegna 848, in Sicilia 1.595, in Toscana 2.639, in Umbria 507 e in Veneto 2.233. A questi vanno aggiunti 81 dall'accantonamento per statalizzazione degli istituti «Leonardo da Vinci» di Firenze, «Barabino» e «Galilei» di Genova e «Dossi di Ferrara», per un totale di 30.300.

«La pubblicazione del decreto interministeriale che autorizza le immissioni in ruolo è una notizia positiva che dà una prima risposta alle attese del personale precario della scuola e rappresenta il risultato delle mobilitazioni dei lavoratori e delle lavoratrici, oltre che delle decine di migliaia di vertenze legali messe in campo dalla Flc Cgil». Lo afferma, in una nota, Mimmo Pantaleo segretario generale Flc Cgil. «Rivendichiamo con orgoglio questo risultato - aggiunge -, così come chiediamo trasparenza e certezza per i prossimi anni. Infatti dal decreto apprendiamo che dell'atteso piano triennale per la copertura di tutti i posti vacanti e disponibili, sbandierato dalla ministra Gelmini, rimane solo una generica previsione sottoposta a futuri atti autorizzativi. Ribadiamo inoltre la scelta di non sottostare al baratto dei diritti dei lavoratori: ai tavoli contrattuali occorre esplorare tutte le soluzioni per evitare riduzioni di salario e differenze retributive tra i lavoratori. non basta solo sedersi e accondiscendere a soluzioni preconfezionate altrove».
 


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