SCUOLA, UNIVERSITÀ, RICERCA:LA CULTURA È UN BENE PUBBLICO E UN DIRITTO UNIVERSALE
Roma, 21/11/2003 SCUOLA, UNIVERSITÀ, RICERCA: LA CULTURA È UN BENE PUBBLICO E UN DIRITTO UNIVERSALE di ARCI, Coordinamento Genitori Democratici, CIDI, Comitato Scuola della Repubblica, Legambi...
Roma, 21/11/2003
SCUOLA, UNIVERSITÀ, RICERCA: LA CULTURA È UN BENE PUBBLICO E UN DIRITTO UNIVERSALE
di ARCI, Coordinamento Genitori Democratici, CIDI, Comitato Scuola della Repubblica, Legambiente, MCE, Proteo Fare Sapere, Partito dei Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione Comunista, Unione degli studenti, Unione degli universitari
SCUOLA, UNIVERSITÀ, RICERCA:
LA CULTURA È UN BENE PUBBLICO E UN DIRITTO UNIVERSALE
Fermiamo la Moratti
Ritiro immediato del decreto sulla scuola dell'infanzia ed elementare
Adesione alla manifestazione del 29 novembre
Riformare la scuola è una necessità per rispondere più efficacemente al bisogno diffuso di sapere, per superare ritardi e limiti dell'attuale sistema di istruzione e formazione, per elevare il livello culturale degli uomini e delle donne che vivono nel nostro Paese, per rilanciare l'occupazione e lo sviluppo.
La legge 53/2003 rischia invece di far arretrare il Paese.
Riduce le ore di scuola comuni a tutti, trasforma l'istruzione in un servizio a domanda individuale, riporta a 8 anni l'obbligo scolastico, chiede ai giovani dopo la terza media di scegliere fra due canali separati: quello dell'istruzione e quello della formazione professionale. Guarda a una scuola vecchia, autoritaria e selettiva. Una scuola che favorisce i pochi a danno dei molti, che accresce le disuguaglianze sociali e le differenze tra i territori.
L'attuale maggioranza di governo non considera l'istruzione una risorsa per la collettività ma un settore in cui risparmiare e lasciare campo libero al mercato, trasformando anche l'istruzione in una merce, con la privatizzazione e l'ingresso delle multinazionali nel mondo dell'istruzione, dell'università e della ricerca (così come imposto dall'Organizzazione Mondiale per il Commercio).
Investire nella scuola pubblica, nell'innovazione e nella ricerca è condizione basilare per un Paese che guarda all'Europa e al Mondo, perché non c'è futuro se non si investe nella scuola pubblica. Solo la scuola pubblica, fondata sulla libertà d'insegnamento, è garanzia di democrazia e di pluralismo per un paese solidale, interculturale, capace di affrontare i cambiamenti del nostro tempo e le sfide della modernità, in grado di valorizzare le risorse ambientali, di superare le disuguaglianze, di non ridurre diritti e tutele.
Istruzione, formazione e ricerca sono invece marginali nelle politiche di questo governo con conseguenze negative anche sul lavoro e sull' occupazione.
Una scuola di base di straordinaria qualità e una formazione per tutto l'arco della vita sono diritti che devono essere garantiti a ogni persona.
Una scuola che abbia un grande investimento pubblico, senza che sia esposta ai meccanismi del mercato e della competizione è esigenza irrinunciabile per ogni società democratica e libera.
Il decreto sulla scuola dell'infanzia e sul primo ciclo dell'istruzione, in via di approvazione, si contrappone alle migliori esperienze di scuola, stravolge l'idea di un progetto educativo unitario e comune, annulla il tempo pieno che, dagli anni settanta, è diventato un modello pedagogico efficace, in grado di coniugare bisogni sociali con i tempi distesi per l'apprendimento di bambini e bambine.
Il decreto, inoltre, annulla la collegialità, la corresponsabilità, la cooperazione tra docenti e trasforma già nei primi anni di scuola, il diritto all'istruzione in un servizio a domanda individuale.
Per questi motivi chiediamo il ritiro immediato del decreto sul primo ciclo dell'istruzione.
La riduzione degli investimenti anche per l'università e la ricerca, la privatizzazione edil controllo politico sulle nomine e sull'attività di docenti e ricercatori, colpiscono la libertà di insegnamento e di ricerca. Solo un sistema pubblico può infatti garantire pieno diritto di cittadinanza e parità di accesso alla formazione universitaria, rappresentando un patrimonio culturale e scientifico per tutto il paese.
L'opposizione a questa deriva, come ha dimostrato la giornata del 26 settembre, cresce tra gli studenti, gli insegnanti e i genitori così come cresce nel mondo politico e nella società civile. Ora c'è bisogno di una grande mobilitazione unitaria di tutto il Paese per battere la controriforma Moratti. Invitiamo pertanto insegnanti, studenti, tutte le persone libere e consapevoli a partecipare alla manifestazione nazionale sulla scuola, indetta da CGIL CISL UIL, sabato 29 novembre a Roma.
La manifestazione rappresenta una risposta forte e importanteper riproporre la scuola come una delle priorità e delle emergenze del Paese.
La manifestazione vuole anche segnalare lo stretto rapporto che c'è tra la progressiva marginalità delle politiche sulla formazione e quelle sul lavoro e sul welfare. Inoltre la riduzione di ogni spazio di intermediazione sociale, la compressione dei diritti, la privatizzazione e mercificazione dell'istruzione (così come imposto dall'Organizzazione Mondiale per il Commercio), l'attacco al significato costituzionale della scuola.
Contro la politica del governo che rischia di stravolgere
i principi e i diritti fondanti del nostro Paese,
per una scuola, università e ricerca pubbliche, laiche, di qualità per tutti
è necessario che
le tante persone che hanno a cuore il futuro del Paese,
le associazioni e le organizzazioni della società civile e del mondo della scuola,
gli studenti, gli insegnanti, tutti gli operatori della scuola,
i genitori e le istituzioni,
si uniscano, attorno alle forze sindacali,
in una comune grande battaglia di civiltà.
L'istruzione è questione generale che riguarda tutto il Paese.
L'istruzione è un diritto di tutti e non di pochi.
ARCI, Coordinamento Genitori Democratici, CIDI, Comitato Scuola della Repubblica, Legambiente, MCE, Proteo Fare Sapere, Partito dei Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione Comunista, Unione degli studenti, Unione degli universitari
www.proteofaresapere.it