Scuola, stretta finale I sindacati avvertono: a settembre sarà il caos
E al Senato partenza lenta per il ddl Boschi
ROMA È l’ultimo atto. Dentro Montecitorio. Ma fuori, davanti alla Camera, una piazza piena di bandiere colorate e striscioni molto creativi («Renzi #staisereno prenditi un Oxi») scandisce a una sola voce: «Non ci fermeremo, la protesta contro la Buona scuola non finisce qui, ci rivediamo a settembre». Dopo dieci mesi di dibattiti, consultazioni online, proteste, scioperi, giornate per «spiegare», annunci, scuse e passi indietro, al massimo domani la Buona scuola diventa legge.
Da ieri sera a Montecitorio è cominciata la discussione del disegno di legge 2994b. È l’ultimo passaggio parlamentare del testo già approvato in prima battuta dalla Camera il 20 maggio e poi dal Senato il 25 giugno.
Pochissime quindi le modifiche del disegno di legge licenziato da Palazzo Madama, appena 140 gli emendamenti (sfoltiti all’ultimo momento) da votare, cui si aggiungono gli ordini del giorno. Poi le dichiarazioni di voto, con il via libera finale che potrebbe arrivare domani e, visti i numeri della maggioranza alla Camera, la Buona scuola sarà legge senza problemi: dal primo settembre verranno dunque assunti 10o.701 precari, sarà dato più potere ai presidi, verrà assegnato un bonus in denaro ai docenti più meritevoli. «La svolta è ormai dietro l’angolo» esordisce in aula la relatrice del testo Maria Coscia (Partito democratico).
Lo sanno le decine di professori, precari e non, che ieri erano davanti a Montecitorio nonostante il grande caldo romano e che, guidati dal leader dei Cobas Piero Bernocchi hanno cercato di raggiungere il Quirinale per chiedere al presidente della repubblica Sergio Mattarella di non firmare la nuova legge. Torneranno anche oggi e domani insieme agli studenti dell’Uds.
La Buona scuola diventerà legge ma loro non demordono. «La mobilitazione continuerà anche durante l’estate - promette Rino Di Meglio della Gilda insegnanti - e a settembre ogni istituto diventerà la Stalingrado della Buona scuola perché l’applicazione di questa riforma incontrerà enormi difficoltà». Annunciano fiumi di ricorsi i sindacati che l’opposizione contro la riforma in questi mesi ha unito come non succedeva da anni.
Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Fnals Confsal, Gilda: insieme hanno riunito gli uffici legali «per rispondere alle centinaia di ricorsi che arriveranno da settembre da parte di precari non assunti, ma anche contro le decisioni dei presidi trasformati in manager».
E si promette battaglia anche dentro il Parlamento. Il Movimento 5 Stelle chiede a Mattarella di non firmare la legge «perché incostituzionale»: «La nostra opposizione è totale e assoluta - dice in aula Gianluca Vacca - perché la riforma sarà dannosa per la scuola italiana».
Elena Centemero, responsabile scuola di Forza Italia, spiega che «le proteste sono eccessive: nel testo ci sono delle criticità ma la nostra scuola ha bisogno di cambiare e ora alcuni passi vengono fatti».
Ma, prevede Domenico Pantaleo (Cgil) «l’anno scolastico comincerà nel peggiore dei modi, sarà un autunno molto caldo».
Se la riforma della scuola sarà legge adesso, sembra però ormai deciso che quella del Senato slitterà a settembre. Anche se ieri sera il ministro per le riforme Maria Elena Boschi ha mostrato fiducia: «Ci sono margini per fare un buon lavoro prima della pausa estiva».
Claudia Voltattorni