Scuola, sprint per riaprire dopo il 6 aprile "Così vaccineremo quasi tutti i professori"
Di fatto, un mese dopo Draghi punta a ristabilire le condizioni dettate dal governo Conte: fino al 5 marzo, infatti, in zona rossa ai bambini dalla scuola dell'infanzia alla prima media era consentito di frequentare la scuola in presenza
niccolò carratelli
roma
«Se la situazione epidemiologica lo permette». La premessa è inevitabile, anche per non alimentare aspettative. Mario Draghi sa di non poter garantire nulla, se non l'impegno a «riaprire la scuola in primis». «Se la situazione epidemiologica lo permette - spiega il premier - cominceremo a riaprire almeno le scuole primarie e dell'infanzia, anche nelle zone rosse, allo scadere delle attuali restrizioni, speriamo subito dopo Pasqua». Un rapido cambio di prospettiva rispetto all'ultimo Dpcm, in scadenza il 6 aprile, che prevede lezioni a distanza per le scuole di ogni ordine e grado in zona rossa, una fascia nella quale si trovano ora nove regioni italiane più la Provincia di Trento: quasi sette milioni di studenti, 8 su 10, costretti a casa. E tutto lascia pensare che per più della metà di loro questa situazione potrebbe protrarsi anche nelle settimane dopo Pasqua.
Di fatto, un mese dopo Draghi punta a ristabilire le condizioni dettate dal governo Conte: fino al 5 marzo, infatti, in zona rossa ai bambini dalla scuola dell'infanzia alla prima media era consentito di frequentare la scuola in presenza. Poi si è aggravato l'impatto delle varianti del virus. «Stiamo investendo risorse e impegno per far rientrare tutti i nostri alunni, quanto prima, proprio a partire da quelli più piccoli. Ma l'obiettivo è non fermarsi a loro», dice il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. Decisivi saranno i dati del monitoraggio sull'andamento dell'epidemia, domani e la prossima settimana.
Ma una delle chiavi per riaprire le scuole è la vaccinazione degli insegnanti: «Abbiamo dato un'accelerazione importante alla campagna e su base nazionale siamo riusciti a vaccinare più della metà del personale scolastico, con differenze tra regioni e regioni», spiega il ministro. In realtà molti hanno ricevuto solo la prima dose, ma parliamo di circa 600mila immunizzati, tra docenti (di ruolo e precari), dipendenti amministrativi, tecnici e ausiliari, su una platea potenziale di un milione e 200mila persone. Nel report vaccinazioni del governo, in realtà, alla voce «personale scolastico» vengono indicate 800mila vaccinazioni effettuate, ma in quasi tutte le regioni vengono messi nello stesso gruppo anche docenti e dipendenti universitari.
Le differenze tra regioni, si diceva. C'è chi ha quasi finito di vaccinare, come la Campania, la Puglia o il Lazio. E chi, invece, è terribilmente indietro, come la Calabria, la Sardegna e la Liguria, inchiodate tra le 5mila e le 7mila dosi iniettate. I sindacati chiedono garanzie sulla sicurezza: «Mancano i presupposti per mandare in presenza in zona rossa docenti che per il 60% hanno un'età media over 50 e per il 30% over 55», avverte Marcello Pacifico, presidente Anief. E bisogna calcolare che, da quando ne è stato autorizzato l'uso anche al di sopra dei 65 anni, il vaccino AstraZeneca non è più riservato a personale scolastico e forze dell'ordine, come è stato, di fatto, fino a poco tempo fa: «La priorità torna ad essere legata da un lato all'anagrafe e dall'altro alle fragilità», ricorda il ministro della Salute, Roberto Speranza. Tradotto, gli insegnanti ora tornano in coda dietro agli anziani. Agostino Miozzo, ex coordinatore del Cts e ora consulente del ministro Bianchi, è comunque ottimista: «La campagna vaccinale sta andando avanti molto bene e contiamo di raggiungere la stragrande maggioranza del corpo docente e non docente subito dopo Pasqua». —