Scuola sospesa tra annunci e rinvii
Il premier Renzi: più prof per il tempo pieno al Sud. Sulla legge di bilancio prende tempo
Alessandra Ricciardi
La discussione sul pacchetto scuola, in commissione bilancio della camera, è slittata ad oggi. Un rinvio tecnico che dovrebbe essere il preludio a uno slittamento al senato di tutte le modifiche più spinose, dall'organico alla mobilità. Di certo, comunque, alla camera il governo non presenterà suoi emendamenti.
Se il ragionamento è che a fronte di 3 miliardi di investimenti e 100 mila assunzioni, ha ripetuto Renzi in questi giorni, tutti i prof sono arrabbiati, vuol dire che degli errori sono stati fatti. E alla vigilia di un voto delicatissimo, quello del referendum costituzionale del 4 dicembre, Renzi di errori non ne vuole più.
Come anticipato da ItaliaOggi sul numero del 30 settembre scorso, da Palazzo Chigi è arrivato l'indicazione al Miur di frenare sulle deleghe per l'attuazione della Buona scuola. I lavori preparatori, come scriviamo sulle pagine del numero odierno, sono ormai a buon punto, gli articolati sono pronti. Ma prima del 4 di dicembre la parola d'ordine è non far uscire nulla. Le decisioni finali devono essere tutte rinviate.
E così potrebbe accadere lo stesso per la manovra finanziaria, con gli emendamenti di peso per il settore rinviati a Palazzo Madama. La legge mette a regime quasi un altro miliardo di euro in più: per attuare le deleghe della legge 107/2016, 500 milioni di euro, che in grossa misura andranno a finanziare i nidi per i bimbi dagli 0 ai 6 anni di età, con un potenziamento del servizio in particolare al Sud; e 400 milioni per la trasformazione dell'organico di fatto in organico di diritto.
Su questo punto, un emendamento del Pd, prima giudicato inammissibile dalla V commissione e poi riammesso, precisa che saranno create in questo modo 25 mila nuove cattedre su cui operare assunzioni. Nelle intenzioni della maggioranza, si vorrebbe precisare anche che sarà possibile operare nuove operazioni di trasferimento, in deroga al vincolo di permanenza triennale sulla sede di prima assegnazione, così da accontentare chi è stato assunto con la Buona scuola ma lontano da casa. Si attendono i chiarimenti della Ragioneria generale dello stato, ma entrambi i punti potrebbero essere rinviati al senato.
Intanto il premier ieri, in diretta su facebook, ha risposto a una domanda sulle proteste dei docenti costretti a lasciare casa per lavorare al Nord: «La cosa fondamentale è venire incontro alle esigenze degli studenti e non a quelle degli insegnanti», ma ha indicato comunque una soluzione: «La cosa migliore è il tempo pieno al Sud, in particolare in alcune zone. Lì c'è un problema per gli insegnanti ma anche per gli studenti». Per creare però più posti al Sud serve un piano su organici e assunzioni che al momento non c'è.