"Le risorse stanziate per il rinnovo nella legge di Bilancio 2022 sono assolutamente insufficienti per chiudere la trattativa e contengono vincoli inaccettabili che ostacolerebbero qualunque conclusione positiva del negoziato contrattuale", si legge nella nota congiunta.
I segretari delle quattro organizzazioni avanzano anche un problema di metodo sindacale: "E' inaccettabile l'intervento unilaterale su materie di competenza della contrattazione come la mobilità, la formazione, la valorizzazione professionale e in generale su tutti gli aspetti attinenti al rapporto di lavoro". La Legge di bilancio smentisce, per molti versi, il Patto per la Scuola firmato a maggio scorso. "Esprimiamo un netto "no" ad ogni forma di autonomia differenziata", si legge ancora, "e ad ogni iniziativa di devoluzione delle competenze in materia di istruzione".
Sullo sciopero eventuale, le quattro sigle sindacali scrivono: "E' uno strumento e non un obiettivo perché non c'è alcuna intenzione di accentuare le spaccature presenti nel Paese, né di minare la necessaria coesione sociale in un momento difficile e in una trattativa complessa, ma serve la disponibilità e la volontà politica di giungere a soluzioni condivise, sia economiche che giuridiche, che riguardino l'insieme del personale della scuola e che ora appaiono veramente troppo lontane".
La Cisl non ha aderito all'annuncio di agitazione sndacale. La segretaria Maddalena Gissi spiega: "Non abbiamo bisogno di battere un colpo per dimostrare di esserci: il nostro impegno è continuo e costante. Non serve isolarsi, serve incalzare governo e forze politiche sulla base di quello che dicono e sottoscrivono. Abbiamo chiesto l'incontro al ministro Bianchi con un telegramma e lui ci ha convocato subito. Oggi a Palazzo Chigi ci sono le confederazioni e si parla di argomenti validi anche per noi".