Scuola, si tratta sulla nuova governance
Rinviate al Parlamento anche le norme sulla valutazione dei dirigenti. I vertici Pd incontrano i sindacati degli insegnanti.
C’è un primo risultato concreto nel “ripensamento” avviato dal premier Matteo Renzi: la governance della scuola non verrà modificata firmando al governo una delega in bianco. Lo prevedeva di fatto l’articolo 21 del ddl di riforma, per l’esattezza il punto F che dopo l’esame in commissione Cultura della Camera è stato stralciato insieme ad altri 5 punti. Tradotto vuol dire che le decisioni sul ruolo e la composizione degli organi collegiali verranno scritti dal Parlamento e non demandati all’esecutivo come prevedeva il ddl. Il segnale che il governo, pur avendo incapsulato all’interno del ddl una legge-delega, non intende andare avanti con il caterpillar ma cerca il consenso.
LA STRATEGIA
L’articolo 21 non è un punto qualsiasi del ddl “La buona scuola”. È strategico, quello in cui si dice che «il governo è delegato ad adottare entro 18 mesi dalla data in vigore della presente legge uno o più decreti legislativi». Il prezzo da pagare alla scelta di non procedere con un decreto-legge lasciando alle Camere la potestà legislativa.
ASCOLTO NO STOP
«C’è spazio in Parlamento per avvicinare le posizioni», conferma la disponibilità all’ascolto Lorenzo Guerini, «il confronto proseguirà ma alcuni punti già trovano risposta nell’impianto della riforma». Guerini, vice segretario dem, il presidente Orfini e la senatrice Puglisi, responsabile Scuola della segreteria hanno incontrare le parti sociali. Sindacati, associazioni di genitori, studenti. Il Pd si è impegnato a presentare un pacchetto di emendamenti che ne tengano conto.
Un altro punto “caldo” stralciato dall’articolato riguarda la valutazione dei dirigenti. Gli studenti hanno sollevato il rapporto scuola lavoro e della carta deiiritti, la trasparenza degli enti che offrono alternanza e la flessibilità dei curricula. «Molte delle loro idee sono già nel testo», ha osservato la deputata pd Anna Ascani, membro della commissione Cultura della Camera, nonché ex docente di Storia e filosofia. La disponibilità al dialogo deve però fare i conti con i tempi stretti. Domani e domenica la commissione tornerà a riunirsi e si procederà a tappe forzate per iniziare il dibattito in Aula il prossimo 14 maggio.
I nodi da sciogliere sono molti, troppi sostiene qualcuno. Primo fra tutti l’articolo 8: le assunzioni. Forza Italia ha proposto che gli idonei del concorso 2012 vengano assunti già dal prossimo anno scolastico senza sottoporsi ad una nuova selezione. Modifiche sostanziali saranno introdotte sul ruolo dei dirigenti scolastici andando incontro così alle richieste del mondo della scuola «ma senza snaturare l’impianto» che li pone al centro della riforma in quanto leader educativi. E i sindacati? «Il confronto va bene ma noi abbiamo chiesto soprattutto un incontro con il governo», ha osservato il segretario generale della Cisl, Furlan. Concetto ribadito dal suo collega della Uil Bargallo: «È inutile parlare di aperture dopo un incontro con un Partito, anche se promotore di questo appuntamento: valuteremo se ci sono aperture, quando il governo ci convocherà».
Claudio Marincola