Scuola senza presidi L’anno che verrà inizia male
Metà degli istituti si preparano ad aprire la nuova stagione senza un dirigente. Saranno affidati ai presidi superstiti che in tal modo dovranno dividere il loro impegno su due o più strutture
Scuole senza presidi. Quindi senza guida e senza sufficienti controlli sulla qualità del servizio. Metà degli istituti scolastici si preparano ad aprire il nuovo anno scolastico senza un dirigente scolastico. Saranno affidati ai presidi superstiti che in tal modo dovranno dividere il loro impegno su due o più scuole. Un incarico di supplenza a mezzo servizio già in auge da alcuni anni, ma da quest’anno con un handicap in più: non verrà autorizzata la nomina dei vicari.
Le associazioni di categoria sono sul piede di guerra. “Tutto ciò sarà insostenibile sia nelle scuole il cui dirigente avrà una reggenza – protesta Loredana Leoni a nome dell’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) – ma soprattutto negli istituti senza il dirigente, dove il reggente si troverà ad affrontare una situazione sconosciuta senza poter contare su una collaborazione rientrante parzialmente o totalmente nell’ordinario orario di servizio del docente collaboratore”. Difficile che in queste condizioni si possa trovare rimedio: “La possibilità che i docenti non siano più disposti ad accettare un incarico di collaborazione così oneroso privati di un esonero parziale o totale – conclude la leoni – è reale e comprensibile”.
Dal prossimo anno inoltre è stata annunciata anche una ristrutturazione delle istituzioni scolastiche per fare in modo che ciascuna di esse raccolga almeno 1000 studenti. Un intervento in realtà di dubbia legalità, perché il Miur secondo la Costituzione dovrebbe lasciare questo compito alle Regioni. Si tratta in ogni modo di una complicazione in più che non si sa come a poche settimane dell’inizio dell’anni scolastico possa essere realizzata. Di punto in bianco si verrebbero a costituire istituzioni scolastiche con sezioni dalle materne alle medie inferiori, i cosiddetti istituti comprensivi istituiti d’autorità, mettendo insieme nello stesso collegio educatrici, maestre e prof.
Spiega Roberto Pellegatta, presidente della Disal, altra associazione di presidi per altro di area governativa: “Si vuole generalizzare la forma dell’Istituto Comprensivo introdotta dal ministro Berlinguer nel primo ciclo. Si vuole aumentare al minimo di 1000 alunni di questi per l’autonomia giuridica che la Bassanini aveva fissato in 800Inoltre si vuole eliminare praticamente l’esonero del vicario del dirigente scolastico. Queste tre misure, previste in maniera schematica e generalizzata (senza margine a valutazioni territoriali pur con seri controlli e penalizzazioni nel caso di mancato rispetto) porteranno a gravi conseguenze, proseguiranno il processo di declino della qualità dell’Offerta formativa delle scuole statali italiane, faranno il buon gioco di chi nella scuola è sempre “contro”, mortificando invece l’operato di chi collabora all’innovazione, specie dei dirigenti scolastici, che verranno sempre più relegati a burocrati, lontani dai processi formativi”.
Da qui le richieste già avanzate al ministro Gelmini: “In nome di un vero interesse al grande bene della scuola, chiediamo di togliere la prima e la seconda misura (eventualmente vincolando le regioni a un piano di rispetto delle dimensioni previste dalla Bassanini entro il dicembre 2011. Inoltre eliminare la misura sul vicario anche in considerazione che lo Stato è gravemente latitante in materia di concorso pubblico per la dirigenza scolastica al punto che dal settembre 2011 oltre 5800 istituzioni scolastiche autonome su 10.100 avranno un dirigente scolastico a mezzo tempo”.