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SCUOLA/ RIFORMA MORATTI: SOLO 1% FAMIGLIE SCEGLIE ORARIO RIDOTTO

SCUOLA/ RIFORMA MORATTI: SOLO 1% FAMIGLIE SCEGLIE ORARIO RIDOTTO Cgil: chiaro rifiuto per l'orario minimo e la scuola-mercato 04-02-2006 15:57 Articoli a tema / Tutte le news di Politica Roma, ...

05/02/2006
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SCUOLA/ RIFORMA MORATTI: SOLO 1% FAMIGLIE SCEGLIE ORARIO RIDOTTO
Cgil: chiaro rifiuto per l'orario minimo e la scuola-mercato
04-02-2006 15:57
Articoli a tema / Tutte le news di Politica

Roma, 4 feb. (Apcom) - Non riscuote consensi l'opportunità offerta dalla riforma Moratti di ridurre l'orario settimanale delle lezioni nella scuola media: dai primi riscontri fatti dal ministero dell'Istruzione su oltre 40.000 classi della secondaria di primo grado risulta che appena l'1% delle famiglie, messe di fronte alla possibilità di scegliere tra una pluralità di orari offerti dalla riforma nella scuola secondaria di primo grado, ha chiesto di far avvalere i propri figli dell'orario minimo di 27 ore.

L'opportunità è stata data dall'introduzione della nuova legge in materia di istruzione che ha modificato l'orario obbligatorio settimanale riducendolo da 30 a 27 ore: ma allo stesso tempo si è data anche la possibilità agli studenti di avvalersi di un orario aggiuntivo di sei ore fino ad un totale di 33 ore complessive 3 dell'orario prolungato, per gli studenti che rimangono a mensa, fino a 40 settimanali. Il risultato è che 8 famiglie su dieci hanno chiesto di aumentare anziché diminuire il monte orario di studio.

Per la Flc-Cgil la scarsa applicazione dell'orario ridotto va letta come un messaggio di rifiuto: "Gli esiti di questa rilevazione - spiega Enrico Panini, segretario della Federazione dei lavoratori della conoscenza - confermano abbondantemente lo scarso gradimento per la scuola 'minima' delle 27 ore e la scuola 'spezzatino' modello Moratti".

"Testimoniano - spiega il leader della Flc-Cgil - che è vincente, sulla retorica familistica di Moratti, un modello inclusivo di scuola e fortemente integrato didatticamente al suo interno, tendente a riprodurre quei modelli di scuola distesa che vanno dalle 33 alle 40 ore settimanali. La scuola minima non ha dunque convinto nessuno, le famiglie hanno confermato la fiducia e l'aspettativa riposta nella scuola e hanno dimostrato che è diffusa la richiesta di più scuola".

Prima della riforma, nell'anno scolastico 2003-2004, il 72,7% delle prime e seconde classi (41.702 su un totale di 57.345 classi) funzionava a 30 ore settimanali, mentre il restante 27,3% (15.643 classi) si avvaleva del tempo prolungato fino a 36-37 ore settimanali. Oggi, a riforma in atto, tre regioni, l'Abruzzo, la Liguria e l'Umbria, non hanno neanche una prima classe funzionante a 27 ore. Così il modello delle 30 ore settimanali, fino allo scorso anno scelto da quasi il 73% delle classi, ora è sceso al 21%. E il 78%, degli studenti frequente la scuola con orario prolungato.

"La lettura politica di questi dati - conclude Panini - dimostra che la scuola media non si è fatta conquistare dalla scuola mercato, che offre una serie di prodotti accattivanti per catturare l'attenzione delle famiglie, ma ha cercato di salvaguardare l'integrità didattica della sua offerta formativa e la coerenza interna del suo progetto formativo, convincendo le famiglie della bontà della sua scelta".

Secondo la rivista specializzata Tuttoscuola la bassa adesione all'orario ridotto a 27 ore potrebbe però non essere letta come una bocciatura del disegno di riforma: "il dato è certamente molto eloquente - fa sapere Tuttoscuola - ma forse occorrerebbe sapere, per una valutazione più completa, se le famiglie hanno effettivamente avuto tutte le condizioni per esercitare il diritto di avvalersi o meno del solo orario obbligatorio di 27 ore settimanali oppure hanno "scelto" quel che la scuola voleva".

Ridurre il tempo scuola significa, infatti, anche ridurre cattedre e posti di lavoro. E le scuole potrebbero in qualche modo aver "ostacolato" la divulgazione alle famiglia e la conseguente applicazione dell'orario a sole 27 ore.


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