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SCUOLA/ RIFORMA: ADDIO A TECNICI, DOCENTI A NUMERO CHIUSO

SCUOLA/ RIFORMA: ADDIO A TECNICI, DOCENTI A NUMERO CHIUSO - punto Venti i licei previsti. Professionali alle Regioni 14-10-2005 15:30 - Articoli a tema Tutte le news di Politica / " Roma, 14 ot...

15/10/2005
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SCUOLA/ RIFORMA: ADDIO A TECNICI, DOCENTI A NUMERO CHIUSO - punto
Venti i licei previsti. Professionali alle Regioni
14-10-2005 15:30 - Articoli a tema
Tutte le news di Politica / "

Roma, 14 ott. (Apcom) - Più che di novità si potrebbe definire uno stravolgimento quello che attende la scuola secondaria superiore e l'accesso alla professione dei docenti a partire dal 2006. L'approvazione di stamattina del Consiglio dei ministri ha dato infatti il via libera all'applicazione dei decreti legislativi sulla riforma del secondo ciclo di istruzione e sulla formazione iniziale dei docenti.

Partiamo dalla riforma della secondaria superiore, dove spariranno gli istituti tecnici in gran parte assorbiti dai nuovi licei che in totale raggiungeranno quota venti. Questi saranno così composti: agli otto principali (classico, scientifico, linguistico, scienze umane, artistico, musicale e coreutico, economico e tecnologico) si affiancheranno, a partire dal secondo biennio sette indirizzi per il liceo tecnologico (meccanico, elettrico ed elettronico, informatico e della comunicazione, chimico e biochimico, sistema moda, agrario, costruzioni e territorio); tre per l'artistico (arti figurative; architettura, design e ambiente; audiovisivo, multimediale e scenografia) e due per l'economico (economico-aziendale e economico-istituzionale).

Sul fronte dei contenuti non vi sono modifiche importanti per le materie oggi insegnate nei licei classici e scientifici. Molte invece le novità per quanto riguarda i licei tecnologici ed economici nei quali verrà introdotto lo studio della filosofia, della seconda lingua comunitaria e della 'conoscenza del mondo classico': l'obiettivo del Miur è infatti quello di far tornare gli studenti a leggere i testi classici scritti in latino. Per quanto riguarda gli orari di insegnamento non sono invece previste modifiche importanti agli attuali quadri del liceo classico e scientifico, a differenza invece del tecnologico, dove gli studenti saranno chiamati a frequentare le lezioni al massimo per 33 ore settimanali (30 obbligatorie più 3 opzionali), contro le 36 ore attuali. Aumentano ulteriormente invece le materie: nel liceo tecnologico si studieranno 14 materie nel primo biennio e addirittura 17 nel triennio finale.

Gli istituti professionali passeranno invece alle Regioni, ma questo forse è il passaggio più scontato del Dl poiché si tratta di un'applicazione già prevista dalla riforma del Titolo V della Costituzione. I professionali, che ad oggi raccolgono quasi il 22 per cento degli studenti e oltre 50mila studenti, verranno così gestiti a livello locale. Il ministero comunque manterrà la sua "regia" continuando a dare indicazioni su circa il 70 per cento della programmazione.

Agli studenti dei professionali verrà offerta la possibilità di alternare la scuola al lavoro formativo, ma non verrà preclusa la possibilità di passare ai licei, tramite le cosiddette 'passerelle', e di accedere all'università attraverso la frequentazione di un anno integrativo dopo il quadriennio di studi.

Per chi vorrà proseguire gli studi senza però andare all'università verranno attivati i corsi Ift (formazione tecnica superiore), cui si accederà dopo quattro anni di liceo o di formazione professionale. La durata degli Ift varierà dai due ai quattro semestri, con un periodo di stage obbligatorio e un certificato di specializzazione tecnica superiore alla fine del percorso.

Molte le novità introdotte anche con l'approvazione del Dl sulla formazione dei professori: oggi le scuole preparano gli insegnanti attraverso due anni di specializzazione dopo la laurea, affidata alle cosiddette Ssis; il nuovo decreto prevede invece che dopo la laurea triennale e al termine del biennio specialistico gli studenti potranno frequentare, sempre presso le università, dei centri di ateneo a numero chiuso. Da qui dopo due anni potranno uscire con l'abilitazione all'insegnamento.

Gli aspiranti docenti che passeranno la selezione verranno inseriti in un albo regionale gestito dall'Ufficio scolastico regionale che avrà il compito di segnalare alle scuole, che ne faranno richiesta, gli abilitati disponibili per ogni materia di insegnamento. Le scuole, sulla base delle graduatorie stilate potranno quindi scegliere i neodocenti e assumerli con un contratto di formazione-lavoro della durata di un anno. La formazione si concluderà con un esame di valutazione che si è svolto positivamente darà quindi accesso all'insegnamento nella scuola.


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