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Scuola, ricorsi se saltano le assunzioni

Sulla riforma il ministro Boschi attacca le opposizioni: «Se i prof non verranno assunti sarà colpa di Sel e M5s».

22/06/2015
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Il Messaggero


ROMA «Non potranno essere assunti per colpa loro». Non ha usato mezzi termini, ieri, il ministro Maria Elena Boschi, parlando di ruolo e responsabilità delle opposizioni nell'attuale stallo del ddl Scuola al Senato. «Ci sono opposizioni - ha dichiarato a "L'intervista" di Maria Latella su Skytg24 - che hanno presentato oltre tremila emendamenti al ddl scuola. Sel e M5s hanno detto che non li ritireranno e così metteranno a rischio le assunzioni di 100mila precari, che non potranno essere assunti per colpa loro».
La possibilità e le speranze che il ddl possa essere approvato in tempi rapidi, secondo il ministro, ci sono ancora, «se il Parlamento farà il suo lavoro». Immediate le repliche. «La ministra Boschi dovrebbe vergognarsi - per il coordinatore di Sel, Nicola Fratoianni - Questo Governo imbroglia gli italiani. Abbiamo chiesto a più riprese di stralciare la questione dei precari con un decreto che voteremmo anche domani senza emendamenti, così possiamo assumere gli insegnanti». «Renzi è un ricattatore e gli insegnanti lo hanno capito», dice Alessandro Di Battista, M5s.
Le assunzioni sono uno dei punti cardine del ddl Scuola che nella mattinata di domani tornerà al vaglio della Commissione Istruzione del Senato, dopo la sospensione decisa dall'Ufficio di Presidenza per tentare di rendere più rapida l'approvazione del testo, sfrondando gli emendamenti, in totale 2150 ai quali si aggiungono 500 subemendamenti e 94 ordini del giorno. Le modifiche dovrebbero concentrarsi sul ruolo dei presidi, la valutazione dei docenti e, appunto, le assunzioni. Ed è proprio su queste ultime che continua il braccio di ferro tra Governo e opposizione e tra Governo e Sindacati.
I NUMERII numeri di precari e possibili - o impossibili, a questo punto - contratti "stabili", non sono gli unici sotto i riflettori. Secondo il Codacons, per le mancate assunzioni, lo Stato rischierebbe una «stangata di due miliardi di euro». Questione di legge o giustizia che dir si voglia. «I Tribunali di tutta Italia, infatti - spiega l'Associazione - stanno accogliendo in massa i ricorsi dei docenti a cui sono stati rinnovati di anno in anno i contratti a termine, disponendo risarcimenti in loro favore per gli anni di precariato in violazione delle norme europee». La situazione sarebbe netta: o si procede alle assunzioni o si dovrà «far fronte a ben più elevate spese per il risarcimento dei diritti lesi dei precari».
I tempi per l'approvazione del ddl sono sempre più stretti dal punto di vista politico e sarebbero già superati per un'ottimale applicazione pratica nelle scuole, secondo l'Associazione Nazionale Presidi, che assicura però la disponibilità a mettere in pratica la riforma in qualunque momento. Servono nuove assunzioni. Servono investimenti. Servono risorse. Ma se l'intesa c'è sugli obiettivi, decisamente diversa è la situazione sulle modalità per raggiungerli. Domani si farà ancora un tentativo di mediazione, probabilmente l'ultimo.
Se le opposizioni non accetteranno le modifiche proposte e avanzeranno altre richieste, si rischia di arrivare rapidamente alla fiducia, con una sorta di sintetico maxi-emendamento che impedirebbe al Senato di votare le questioni punto per punto. La Buona Scuola dovrà essere legge entro i primi di luglio, altrimenti rischia di avverarsi l'ipotesi, avanzata dal premier Matteo Renzi, di farla slittare di un anno, con ciò che comporterebbe per le assunzioni mancate, sia per i precari, che per gli Istituti che sulle nuove forze avevano già fatto affidamento per risolvere situazioni difficili. Rimangono le incognite degli emendamenti e di un "dibattito" che rischia di tenere sotto scacco le scuole. E forse, le casse dello Stato.
Valeria Arnaldi


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