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Scuola: Per l'edilizia un piano straordinario

Esenzione dal patto di stabilità per l’edilizia scolastica. Matteo Renzi, nel suo discorso al Senato da premier incaricato, ha subito indicato la scuola come priorità, e come procedere per sbloccare delle risorse.

25/02/2014
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Il Messaggero

IL FOCUS
ROMA Esenzione dal patto di stabilità per l’edilizia scolastica. Matteo Renzi, nel suo discorso al Senato da premier incaricato, ha subito indicato la scuola come priorità, e come procedere per sbloccare delle risorse. «Ci sono fior di studi che dicono che un territorio che investe sull’educazione cresce in maniera proporzionale», ha ricordato. E il primo passo per ridare credibilità alla scuola è quello di investire negli edifici. Investimenti che, ha detto Renzi, «sono bloccati dal patto di stabilità interno che su questo punto va cambiato subito». Non ci possono essere, ha insistito «delle norme che si occupano della stabilità burocratica e non della stabilità delle nostre scuole».
Investimenti erano già stati approvati dal governo guidato da Enrico Letta, prima con il Dl Fare e poi con il decreto Istruzione. Ma Renzi promette un’azione più robusta. «Dal 15 giugno al 15 settembre - ha preannunciato - dovremo fare un piano per intervenire in modo concreto e puntuale sull'edilizia scolastica, un programma nell'ordine dei miliardi di euro». Sulla scuola, e lo hanno notato tutti (Nichi Vendola, leader di Sel, ha detto che è l’unica cosa che ha apprezzato del suo discorso) Renzi si è soffermato più che sugli altri temi, parlando anche di «restituire il valore sociale agli insegnanti», per il loro «compito struggente» e per il rispetto che si deve «a chi va quotidianamente nelle nostre classi». Ha parlato anche di asili nido, collegandone i problemi al primato italiano nella disoccupazione femminile. Ma sull’edilizia ha voluto dare il segnale di massima urgenza, promettendo di scrivere già oggi una lettera «ai colleghi sindaci, 8 mila, e ai presidenti delle province sopravvissuti» per fare un punto sulla situazione.
EMERGENZA NAZIONALE

La sicurezza degli edifici scolastici è ormai considerata un’emergenza nazionale (la definizione è del sostituto procuratore di Torino Raffaele Guariniello). L’ultima fotografia è firmata Legambiente: più di un istituto su 3 ha necessità di interventi urgenti, il 40% sono privi del certificato di agibilità, il 60% non ha il certificato di prevenzione anti-incendio. Il rapporto di Legambiente (Ecosistema scuola 2013) ha preso in esame 5.301 edifici scolastici di competenza dei comuni capoluoghi di provincia. Il 62% ha almeno quarant’anni. E solo in una scuola su 5 è stato effettuato il test di vulnerabilità a rischio sismico. Anche i dati ministeriali (che però sono di due anni fa) parlano di scuole vecchie: il 4% sono state costruite prima del 1900, il 44% in un periodo che va dal 1961 al 1980. Cittadinanzattiva ha già denunciato che ci sono lesioni strutturali su una scuola su 10, muffe e infiltrazioni su 1 su 4.
Quella delle risorse per la messa in sicurezza delle scuole è un’affannosa ricerca. Il governo Letta ha previsto uno stanziamento complessivo di oltre un miliardo. Un primo passo. Dopo il crollo del liceo Rivoli (vicino Torino, nel 2008, morì un ragazzo di 17 anni), l’allora responsabile della Protezione civile, Guido Bertolaso, stimò che ne sarebbero serviti circa 13 di miliardi di euro. Ma una stima effettiva non c’è. Manca l’Anagrafe. Istituita nel 1996 dopo 17 anni non è ancora terminata. Nelle scorse settimane è però stato siglato tra Stato e Regioni il Sistema nazionale delle anagrafi dell’edilizia scolastica. Tanta fatica solo per cominciare.

Alessia Campione


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