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Scuola, partenza difficile: al via senza 200 mila insegnanti

I concorsi coprono metà delle cattedre. L’allarme del sindacato alla vigilia della campanella. E nel Lazio si rischiano orari ridotti

04/09/2022
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Rischio orari ridotti nel Lazio per mancanza di professori, cattedre scoperte in Campania, graduatorie pubblicate alle 14 e sospese alle 17 in Molise. Alla vigilia dell’inizio ufficiale delle lezioni, che partono domani a Bolzano e poi gradualmente in tutta Italia, alla scuola mancano 200 mila insegnanti, stimano i sindacati, soprattutto al Nord, nella primaria, nel sostegno, in lettere e matematica alle medie, in fisica alle superiori.

«Sicuramente il tutti in cattedra il 1° settembre è saltato anche quest’anno», commenta il segretario Uil Giuseppe D’Aprile. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi due giorni fa aveva assicurato, a Radio Anch’io su Rai Radio 1: «I ragazzi troveranno i docenti che sono già in cattedra da moltissimo tempo — abbiamo 800 mila insegnanti in Italia per quasi 7 milioni di bambini — ma quest’anno abbiamo fatto tanti concorsi, oltre 50 mila li abbiamo assunti o li stiamo assumendo».

I concorsi

I concorsi, appunto. La prima spina nel fianco: secondo un’indagine Tuttoscuola, il 56% delle cattedre che dovevano essere occupate con gli ultimi concorsi rimarranno scoperte. Il ritardo delle procedure concorsuali da un lato e l’alto numero di neo ammessi dall’altro comporteranno un numero di supplenti molto superiore al previsto, dicono i dati raccolti dagli uffici scolastici regionali.

Qualche esempio? Il concorso più impegnativo, l’ordinario della secondaria, bandito più di due anni fa, prevedeva 26.871 cattedre da assegnare: al momento ne sono state coperte solo 13.743, il 51%. Il concorso speciale per le materie Stem, per far fronte alla cronica carenza di professori nelle materie scientifiche, ha coperto 582 cattedre delle 1.685 messe a bando. Il concorso straordinario bis per la secondaria non ha assegnato 11.227 cattedre. L’unico concorso che ha quasi concluso le procedure è l’ordinario di infanzia e primaria: solo 7.252 posti dei 12.863 previsti dal bando però sono stati coperti.

Secondo le stime di Tuttoscuola, al 1° settembre soltanto 24.770 posti erano stati coperti dai vincitori, rispetto ai 55.839 attesi. «Dei 94 mila posti destinati al ruolo — autorizzati dal Mef, ndr — è stato coperto a mala pena il 50%. Ci saranno quindi circa 50 mila supplenze di durata fino al 31 agosto e almeno 150 mila fino al 30 giugno, che sono un dato ormai storico», spiega Ivana Barbacci, segretaria Cisl.

Le supplenze

Ma quando arriveranno queste supplenze? Le previsioni non sono rosee. «L’algoritmo ha fallito ancora — spiega D’Aprile — perché ad esempio sulle precedenze ha di nuovo funzionato in modo sbagliato, nonostante al ministero lo avessimo fatto presente». Come funziona? «La verifica dei titoli viene fatta all’atto dell’assunzione, per cui se i candidati dichiarano titoli e servizi in più rispetto a quelli reali le graduatorie vengono falsate — spiega —. Intanto la scuola assume, fa la verifica nella migliore delle ipotesi nei primi 10 giorni di servizio, scopre che il punteggio è sbagliato, licenzia. L’avente diritto con il punteggio esatto, intanto, magari è andato in altra sede e non in quella spettante più vicina a casa. Ed ecco il balletto degli insegnanti e il contenzioso». In precedenza la verifica veniva effettuata a monte, prima della nomina.

Ma ci sono ritardi anche su altri fronti: in alcune Regioni, come il Lazio, non si può procedere alle supplenze prima di aver effettuato le nomine in ruolo dei docenti di sostegno specializzati e dei precari che hanno effettuato tre anni di servizio e superato il concorso straordinario. Nomine che stanno effettuando solo in questi giorni. Poi ci sono regioni, come Umbria e Molise, dove le graduatorie sono state pubblicate e ritirate o rettificate dopo poche ore perché sbagliate. «Iniziamo l’anno scolastico con migliaia di precari, tante cattedre vuote e tanti posti scoperti tra collaboratori scolastici e personale di segreteria — conclude Francesco Sinopoli, Cgil —. Bisognava confermare l’organico Covid».


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