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Scuola Oggi-100 MILA IN PIAZZA A DIRE NO ALLA MORATTI. E ORA SI PENSA ALLO SCIOPERO GENERALE

100 MILA IN PIAZZA A DIRE NO ALLA MORATTI. E ORA SI PENSA ALLO SCIOPERO GENERALE "Non ci stancheremo mai di ripetere, e di rivendicare nei confronti del governo che non ci ascolta, che l...

29/02/2004
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ScuolaOggi

100 MILA IN PIAZZA A DIRE NO ALLA MORATTI. E ORA SI PENSA ALLO SCIOPERO GENERALE
"Non ci stancheremo mai di ripetere, e di rivendicare nei confronti del governo che non ci ascolta, che la strada per far crescere la scuola è quella fatta di risorse certe ed adeguate; di leggi buone e condivise; di valorizzazione e coinvolgimento del personale; di attenzione vera e non retorica alle responsabilità delle famiglie". Questo uno dei passaggi del discorso di Savino Pezzota a conclusione della manifestazione di Roma contro la riforma Moratti. Il segretario generale della Cisl ha poi proseguito dicendo: "Questa piazza, tutti noi insieme, dice con forza la diffioltà, lo smarrimento dei lavoratori della scuola, delle famiglie, dei cittadini. Non ci piace, non appartiene alla nostra cultura, alla cultura dei lavoratori e del sindacalismo, la programmazione di indebolimento della scuola pubblica, della scuola di tutti e per tutti, del suo impoverimento, della sua frammentazione, della sua marginalizzazione". Dopo Milano, anche Roma, dunque ha levato la sua protesta contro i progetti di cambiamento della scuola in atto. Una protesta che ormai dilaga in tutta Italia, e che porterà anche a uno sciopero generale della scuola, peraltro già proclamato a Milano e provincia. Difendere questa riforma diventa di giorno in giorno più difficile anche per i suoi (pochi) più strenui sostenitori. Applicarla ancor più arduo. Basti pensare che il testo del decreto attuativo sta per arrivare sulle pagine della Gazzetta ufficiale solo grazie a una clamorosa bugia: come spiega Grillo parlante il punto contestato dal Quirinale non era frutto di un semplice "errore materiale". Era il maldestro tentativo (a lungo discusso e contestato al confronto Miur e Conferenza unificata) di poter emettere gli atti successivo al decreto stesso evitando i controlli del parlamento. Sembra di capire, insomma, che si è disposti a tutto pur di varare questa riforma, senza tuttavia fare i conti con la realtà. Nelle scuole di conseguenza cresce il disorientamento. Il prossimo anno scolastico di fatto la riforma resterà lettera morta: al massimo, come par di capire dalla circolare sugli organici, ci potrebbe essere qualche complicazione nel soddisfare tutte le domande di "40 ore" settimanali. Il resto per ora è affidato alle scelte delle scuole autonome. Che per lo più sono contro. Una riforma, insomma, da dilettanti allo sbaraglio.


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