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Scuola, nuove regole sui premi ai docenti e basta classi pollaio

Le possibili modifiche

07/06/2015
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la Repubblica

Corrado Zunino

Il premier dice di aver fatto un capolavoro sulla scuola, «sono riuscito a mettere tutti contro di me». E ha in tasca un’ultima proposta per provare a portare dalla sua parte qualche docente (e qualche studente) in più: «Riformeremo la legge Gelmini che ha consentito le classi pollaio», annuncia Matteo Renzi dal palco di “Repubblica delle idee”. Poi, aggiunge: «Voglio riportare le classi ai numeri precedenti la riforma del 2008: 25 studenti per classi. Oggi si arriva a 28 più alcune deroghe. Ci costerà un po’ di soldi e forse potremo farlo solo nel 2017. Questa è la mia proposta, la bomba del giorno».
Durante l’intervista con il direttore di “Repubblica” il premier aveva detto: «Conosciamo le richieste dei Tfa di seconda fascia, essere assunti subiti, stiamo discutendo». Poi, però, ha spiegato: «Non possiamo andare oltre le 101mila assunzioni già decise. Per chi si è abilitato con un tirocinio formativo attivo o con un percorso speciale stiamo ipotizzando punteggi da inserire per il concorso 2016». La partita “assunzioni” sembra chiusa: 101 mila subito dalle Graduatorie a esaurimento (prima fascia), stop. Non ci sarà stralcio delle assunzioni e una discussione lunga su tutto il resto: «La legge è unica e deve andare avanti tutta insieme», ancora Renzi. «Possiamo discutere una settimana in più, cercare più consenso perché la riforma della scuola ha bisogno di consenso, ma poi dobbiamo chiudere. Altrimenti le assunzioni dei centomila saltano a settembre 2016». Niente stabilizzazioni negli anni, mentre i 6.200 idonei del 2012 andranno in ruolo solo il prossimo anno. Tutti gli abilitati che non sono in prima fascia avranno l’occasione del concorso 2016: sessantamila assunti su 180 mila partecipanti previsti. Di più, è pronto un emendamento della maggioranza Pd che chiuderà le graduatorie d’istituto (seconda e terza fascia) a chi non avrà già un’abilitazione: non basterà più la sola laurea per entrare in una graduatoria per le supplenze.
Il premier si è detto poco convinto anche dell’articolo che, dopo il passaggio alla Camera, consente a studenti e genitori (insieme a due insegnanti) di scrivere le regole sulle quali si deciderà di dare i premi in denaro ai docenti: «Oggi un genitore, in un contenzioso tra figlio e insegnante, dà spesso ragione al figlio». È possibile che, accogliendo un emendamento presentato da Miguel Gotor (Pd di minoranza), il comitato sulle regole sia allargato a 4 insegnanti e a genitori e studenti sia dato solo un parere consultivo. Infine, i presidi. I poteri decisi non si toccheranno, ma per mitigare il rischio del preside-padrone un dirigente scolastico dovrebbe restare al vertice di un istituto per due mandati soltanto (6 anni, al massimo 8). «Discutiamo — dice Renzi — ma la Buona scuola la portiamo a casa. Rimetteremo mano al testo, ma non cederemo a chi si crede intoccabile, a chi vive di posizioni di rendita ».


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