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Scuola, lezioni online non solo con il lockdown ma anche nelle singole zone rosse

Il testo finale delle linee guida conferma le ore minime di didattica a distanza: 10 in prima elementare, 15 alle medie e 20 alle superiori. Ma solo qui si potrà usare l’e-learning anche a scuola aperta

08/08/2020
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Il Sole 24 Ore

Eugenio Bruno

Neanche il tempo di incassare il via libera sul protocollo per la sicurezza che nella scuola rischia di aprirsi un nuovo fronte. Il testo finale delle linee guida firmate dalla ministra Lucia Azzolina accoglie solo in parte le osservazioni del mondo dell’istruzione. Ad esempio quella di applicarle non solo in caso di un nuovo lockdown ma anche nelle singole zone rosse che il governo dovesse decidere di istituire per arrestare il contagio. Respinta invece la richiesta di eliminare una delle disposizioni più controverse del provvedimento: la fissazione di un numero minimo di ore di lezioni online. Che invece resta: saranno 10 in prima elementare, 15 alle medie e 20 alle superiori.

Le linee guida per la didattica a distanza

Facciamo un passo indietro. La scelta di emanare delle linee guida per la didattica a distanza - che nel frattempo ha cambiato l’acronimo da Dad in Ddi - parte dalla consapevolezza che nei tre mesi passati di sospensione delle lezioni in presenza le scuole sono andate in ordine sparso. L’impressione diffusa è che - nonostante i gruppi di autoaiuto, i webinar, la pagina web dedicata - gli istituti che partivano più avanti sono rimasti in testa. E lo stesso vale per quelli in coda. 
Da qui la scelta di introdurre delle regole minime generali uguali per tutti che i singoli presidi dovranno poi declinare caso per caso. In un piano per la didattica a distanza di cui ogni scuola dovrà dotarsi come allegato al piano triennale per l’offerta formativa.

Solo alle superiori lezioni online anche a scuole aperte

Solo alle superiori le lezioni online potranno affiancare («in maniera complementare») la didattica frontale sin dalla riapertura di settembre. E infatti molte secondarie di II grado già si stanno organizzando per dividere i gruppi classe in due tronconi che si alterneranno in classe e da casa, spesso a giorni alterni. Per loro arrivano due indicazioni: la prima è che le ore minime di Ddi in modalità sincrona (cioè in diretta) dovranno essere almeno 20; la seconda è che «il gruppo che segue l'attività a distanza rispetta per intero l'orario di lavoro della classe». A meno che la metodologia usata dal singolo docente non richieda una scansione temporale diversa.

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Ore minime anche per elementari e medie

Nonostante il Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi) nel suo parere avesse chiesto di eliminare i riferimenti orari perché spetta alla legge fissarli e non a delle semplici linee guida, il documento ministeriale fissa un contingente orario minimo anche per le scuole del primo grado istruzione che ptorannof arvi ricorso però solo in caso di lockdown nazionale o locale: 10 in prima elementare; 15 dalla seconda alla quinta primaria e alle medie. Con la precisazione - anche questa valida per tutti - che la scansione oraria delle lezioni (e la quota riferita ai singoli insegnanti) andrà esplicitata dal dirigente scolastico. Ferma restando la possibilità di prevedere anche qui, come per le lezioni in presenza, dei moduli orari inferiori ai 60 minuti.

Regole di comportamento per gli alunni

Per evitare il ripetersi di alcuni episodi spiacevoli del recente passato le linee guida demandano ai regolamenti di istituto il compito di fissare delle regole di comportamento durante i collegamenti video. Sia per i docenti che «predisporre un adeguato setting d’aula” virtuale evitando interferenze tra la lezione ed eventuali distrattori. Sia per gli alunni più grandi. «Il Regolamento di disciplina degli studenti e delle studentesse della scuola secondaria - si legge nel testo - sarà integrato con la previsione di infrazioni disciplinari legate a comportamenti scorretti assunti durantela didattica digitale integrata e con le relative sanzioni».

Valutazioni e verifiche

Poche le indicazioni centralizzate che arrivano invece sulla valutazione. Nel ricordare che a dare i voti sono i professori sulla base dei «criteri approvati dal Collegio dei docenti e inseriti nel Piano Triennale dell'Offerta formativa» il documento li invita ad «assicurare feedback continui sulla base dei quali regolare il processo di insegnamento/apprendimento».
Anche sulle verifiche ci si limita, da un lato, a ricordare che «ai consigli di classe e ai singoli docenti è demandato il compito di individuare gli strumenti per la verifica degli apprendimenti inerenti alle metodologie utilizzate» e, dall’altro, si invita a evitare la «produzione di materiali cartacei, salvo particolari esigenze correlate a singole discipline o a particolari bisogni degli alunni». Avendo cura di salvare gli elaborati degli alunni medesimi e di conservarli in appositi repository, dove potranno essere salvate anche le registrazioni delle lezioni per poterle riascoltare in differita.

Nuova rilevazione del digital divide

Nella consapevolezza che nonostante gli aiuti stanziati dal decreto Cura Italia le condizioni economiche di partenza e il digital divide che caratterizza alcune aree del paese ha messo a rischio il rispetto del diritto all’istruzione, il testo finale raccomanda ai presidi di aggiornare le rilevazioni dei mesi scorsi sulle dotazioni tecnologiche degli alunni, estendendola agli studenti delle prime classi. Così da poter eventualmente acquistare altri Pc o tablet da fornire in comodato d’uso. Se necessario anche ai supplenti che dovessero essere nominati ed essere sprovvisti di una strumentazione propria.


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