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Scuola, Letta impone il dietrofront:“I professori non ridaranno i soldi”. Scontro tra Saccomanni e Carrozza

Marcia indietro di Palazzo Chigi dopo il congelamento “retroattivo” degli scatti. Gelo Tesoro-Miur. Il ministro dell’Economia: «Sapevano tutto dal 9 dicembre»

08/01/2014
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La Stampa

Il pasticcio degli scatti di stipendio degli insegnanti sembra aver trovato una soluzione: la busta paga dei professori non perderà quei 150 euro percepiti nel 2013 in seguito ad una contorta vicenda di norme e blocchi. 

La decisione è arrivata dopo una riunione a Palazzo Chigi tra il premier, Enrico Letta, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Una riunione sulla quale ha certamente pesato anche il pressing del segretario del Pd, Matteo Renzi, che stamani di buon’ora su Twitter ha bacchettato l’Esecutivo: «il taglio agli insegnanti è assurdo. Il governo rimedi a questa figuraccia, subito. Il Pd su questo non mollerà di un centimetro». 

A dispetto dell’esito positivo dell’incontro, gli attriti già emersi ieri sera tra i ministri Carrozza e Saccomanni, sono proseguiti pure oggi. La titolare dell’Istruzione aveva appena espresso la propria soddisfazione per il “salvataggio” delle retribuzioni degli insegnanti, quando è arrivato uno stizzito commento del collega Saccomanni: «C’è stato un problema di comunicazione. Il ministero dell’Economia è un mero esecutore. Aspettavamo istruzioni che non ci sono pervenute». In una nota il Mef ha poi precisato di aver informato il Miur il 9 dicembre scorso che avrebbe proceduto al calcolo e al recupero delle somme relative agli scatti, dando quindi al Miur il tempo necessario a formulare diverse istruzioni. Tuttavia, in assenza di ulteriori provvedimenti di viale Trastevere, le strutture operative del Mef hanno proceduto secondo le informazioni disponibili e come disposto dalla legge in vigore. 

La controreplica di Maria Chiara Carrozza non si è fatta attendere. Premettendo di non voler fare polemica, il ministro ha spiegato che «tra Natale e Capodanno sono stati presi questi provvedimenti per inerzia amministrativa senza comunicare ai ministri competenti che cosa stava avvenendo». Carrozza ha puntato l’indice sulla eccessiva frammentazione di gestione («gli insegnanti per il pagamento degli stipendi dipendono dal Mef, ma sono anche dipendenti pubblici e dunque per altre cose fanno capo alla Pubblica amministrazione») e ha assicurato di non cercare alcun colpevole, ma una soluzione. «E la soluzione - ha aggiunto - può essere soprassediamo per ora e nel frattempo troviamo la soluzione». Certo è - ha concluso - che Saccomanni «non deve dimettersi». In serata la «ricucitura» tra i due esponenti del Governo. «Capitolo chiuso» ha assicurato Saccomanni: ora si vedrà come la decisione «si rifletterà in busta paga e mi auguro non si alteri il saldo finale». 

I sindacati aspettano prima di cantare vittoria. «Verificheremo che la gestione amministrativa sia veloce e che negli stipendi di gennaio non ci siano sorprese dovute a cattiva burocrazia» avverte il leader della Uil scuola, Massimo Di Menna. E Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil va oltre: «sarà sciopero se questa decisione non sarà definitiva e non si estenderà anche al ripristino degli scatti 2012 e 2013 e agli altri tagli delle buste paga dei lavoratori». I leader confederali Bonanni (Cisl) e Camusso (Cgil) colgono l’occasione per chiedere al Governo di aprire un tavolo di confronto con il sindacato sui problemi della scuola e della valorizzazione del suo personale. Una richiesta puntellata in serata da una notizia che rischia di aprire un nuovo fronte: una circolare del ministero dell’Istruzione chiede la restituzione al personale ausiliario, tecnico e amministrativo della scuola dell’incentivo economico, stabilito con un accordo del 2011, per mansioni che vanno oltre i normali compiti. Ma il ministro Carrozza, in diretta dal Tg1, ha già assicurato: «il personale Ata può stare tranquillo perché stiamo lavorando in queste ore» per trovare una soluzione anche a questa nuova vicenda.  


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