Scuola, le mobilitazioni d’estate: “Cattedre, orari e classi pollaio. Noi in piazza perché settembre non sia un disastro”
Il comitato Priorità alla Scuola, con l'adesione del coordinamento nazionale Precari, fa partire delle manifestazioni: "Le decisioni finora prese dal governo non garantiscono un buon avvio dell'anno scolastico e non garantiscono il ritorno in presenza al 100%"
Il Comitato Priorità alla Scuola, con l'adesione del Coordinamento Nazionale Precari Scuola (Cnps), si mobilita da oggi in tutta Italia per chiedere che l'avvio dell'anno scolastico a settembre "sia meno disastroso di quanto avvenuto nel settembre 2020".A Milano, Firenze, Bari, Bologna, Trieste e Ancona sono in programma presidi di fronte agli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali "per denunciare che l'art. 59 del nuovo decreto "sostegni" non risolve i gravi problemi di copertura delle cattedre che si presenteranno a settembre e che il cosiddetto "patto per la scuola" firmato dal ministro dell'Istruzione e le organizzazioni sindacali che siedono ai tavoli governativi è un documento vuoto di reali contenuti, propagandistico, buono solo per confondere genitori e genitrici, studenti e studentesse e docenti stabili e precari; per denunciare che, a fronte di tante belle dichiarazioni, la scuola sta subendo un ennesimo taglio delle classi: infatti, in nome di un venturo calo demografico, chi frequenterà le scuole nel 2021/22 si troverà a farlo in classi ancora più affollate dell'anno scorso, dalla scuola dell'infanzia alle scuole superiori".
Lavoratori e lavoratrici, genitori e genitrici, studenti e studentesse chiedono norme chiare e tempestive per le nomine dei docenti, "per evitare che, come è accaduto per l'anno scolastico 2020/21, gli organici siano completati a ottobre, novembre, addirittura dicembre, o non siano completati affatto (come è successo per gli ultimi docenti di sostegno). In caso contrario le conseguenze sono già note: orari ridotti per settimane o mesi, con i docenti di ruolo che si danno il turno per garantire almeno la vigilanza".
Le decisioni finora prese dal Governo (e avallate dai sindacati "rappresentativi"), secondo gli organizzatori, non garantiscono un buon avvio dell'anno 2021/22. Non è garantita la continuità didattica: come si sa, a settembre comincerà il valzer delle supplenze, e i supplenti del nuovo anno non saranno quelli che hanno coperto la cattedra l'anno precedente
Non è garantito - anzi è fortemente minacciato - il ritorno in presenza al 100% nelle scuole di tutti gli ordini e gradi in tutta Italia, dal momento che la scuola sarà tenuta ad applicare gli stessi protocolli di sicurezza dello scorso inizio dell'anno scolastico: gli istituti che nel settembre 2020 non erano in grado di rispettare le misure di distanziamento non potranno riprendere una didattica in presenza al 100%. Priorità alla Scuola chiede che da settembre la scuola - in presenza e in continuità - sia messa al riparo da qualsiasi evenienza e riacquisti quel ruolo centrale nella società che da troppo tempo non le è riconosciuto.
"Il decreto sostegni bis è il frutto di indicazioni elaborate senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali, con il rischio di pesanti conseguenze sul regolare avvio del prossimo anno scolastico e sui diritti dei lavoratori della scuola. Lo Snals-Confsal promuoverà ogni azione possibile per modificare le numerose criticità del decreto, pronto ad avviare la mobilitazione di tutto il personale della scuola". Lo scrive il segretario generale, Elvira Serafini.