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«Scuola, le assunzioni solo se c’è la riforma»

La road map del premier: regolarizzare i precari senza riorganizzare tutto vuol dire solo parcheggiarli. Sindacati in trincea: martedì in piazza contro il ddl .

21/06/2015
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Il Messaggero

ROMA A dispetto della tregua di questi giorni nel mondo della scuola le tensioni continuano ad essere altissime. Dopo la «protesta degli scrutini», il temporaneo «stop» all'esame del disegno di legge di riforma in Senato, le polemiche politiche sull'eventuale utilizzo della fiducia, la nuova ”frustata” data da Renzi al dossier dopo aver incontrato i parlamentari del Pd, è ora la volta dei sindacati ad alzare di nuovo la pressione. L'obiettivo è quello di «non dare tregua» al governo sulla «Buona scuola» per costringere l'esecutivo a convocare subito un incontro, prima di nuovi passi avanti del ddl. E a scorporare in un decreto le 100 mila assunzioni dei precari.
LA REPLICAPronta la replica di Renzi: «Chi è contrario cerca di bloccare la riforma in Parlamento con migliaia di emendamenti, per impedirne l'approvazione, salvo poi accusare il governo di non voler fare le assunzioni. Non siamo noi che vogliamo fermarci, ma le assunzioni hanno senso solo se cambiamo la scuola, se c'è un nuovo modello organizzativo», ha scritto ieri il premier sulla sua Enews. Ribadendo che l'attuale governo mette nuove risorse sulla scuola, mentre da anni i governi hanno scelto di ridurre i fondi destinati all’educazione.
Il piano dei sindacati è quello di continuare con le iniziative di protesta: martedì 23, giorno in cui in commissione cultura del Senato è prevista la ripresa dell'esame del testo (i relatori in queste ore hanno esaminato i tremila emendamenti presentati nei giorni scorsi), i sindacati hanno convocato una manifestazione a Roma, nella zona del Senato, mentre altre iniziative di protesta sono previste il 24 e 25 giugno, sempre nel centro della Capitale. In contemporanea, in tutta Italia saranno organizzati sit in e forme di protesta.
«È chiaro - è toprnata ad attaccare il segretario della Cgil, Susanna Camusso - che nel momento in cui procede a un maxiemendamento e alla fiducia, il governo rifiuta il confronto con le organizzazioni sindacali e il mondo della scuola».
La leader Cgil ha aggiunto che «la trattativa che viene fatta» dal governo è «una presa in giro» e promettendo che «ovviamente non resteremo fermi, la trattativa che viene fatta possiamo considerarla una vera e propria presa in giro del governo, che invece aveva promesso un confronto nel passaggio del disegno di legge tra ore hanno esaminato i tremila emendamenti presentati nei giorni scorsi), i sindacati hanno convocato una manifestazione a Roma, nella zona del Senato, mentre altre iniziative di protesta sono previste il 24 e 25 giugno, sempre nel centro della Capitale. In contemporanea, in tutta Italia saranno organizzati sit in e forme di protesta.
«È chiaro - è toprnata ad attaccare il segretario della Cgil, Susanna Camusso - che nel momento in cui procede a un maxiemendamento e alla fiducia, il governo rifiuta il confronto con le organizzazioni sindacali e il mondo della scuola».
La leader Cgil ha aggiunto che «la trattativa che viene fatta» dal governo è «una presa in giro» e promettendo che «ovviamente non resteremo fermi, la trattativa che viene fatta possiamo considerarla una vera e propria presa in giro del governo, che invece aveva promesso un confronto nel passaggio del disegno di legge tra la Camera e il Senato e si era detto disponibile ad una discussione».
IL CONFRONTO E una richiesta di confronto è stata ribadita unitariamente da Cgil, Cisl e Uil: «Dando seguito agli impegni assunti il governo ci convochi per aprire in tempi rapidissimi un confronto vero con le rappresentanze sociali, garantendo comunque subito le assunzioni tramite decreto».
I sindacati anche ieri hanno ricordato che l'impegno, assunto dall’esecutivo il 12 maggio, di avviare un confronto costruttivo per modificare i punti critici del testo di legge «si è risolto in un nulla di fatto».
Sul piede di guerra anche i Cobas: «Non daremo tregua a Renzi e al suo governo - spiegano Saremo in piazza fino al ritiro definitivo del ddl ”cattiva scuola” uno zombie politico che ancora non si rassegna ad una pietosa sepoltura, e fino all'emanazione del decreto di stabilizzazione dei precari».
È proprio il tema delle assunzioni ad essere al centro delle polemiche: «Assumere i precari è una assoluta priorità», ha detto il presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, mentre a più voci si continua a chiedere lo scorporo del ddl con un decreto che consenta di mandare avanti subito le 100 mila assunzioni dei precari.
D.Pir.


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