Scuola, la legge di bilancio taglia posti di lavoro al Sud
Gli accorpamenti per il 70% al Sud. La Campania fa ricorso alla Corte costituzionale, De Luca: «Il governo ci sta portando alla privatizzazione di Sanità e Istruzione». Sinopoli (Flc Cgil): «Il dimensionamento comporterà riduzioni d'organico. Saranno colpiti i territori dove la rete scolastica è più fragile»
Adriana Pollice
Razionalizzazione della rete scolastica: l’articolo 99 dell’ultima finanziaria produrrà, spiega il ministro dell’Istruzione Valditara, «risparmi che andranno da 5,4 milioni nel 2024 fino a 88 milioni nel 2032» effetto «del minor fabbisogno di dirigenti scolastici e di direttori dei servizi generali e amministrativi». Perché? La popolazione scolastica nel giro di 10 anni passerà dagli oltre 8 milioni attuali a meno di 7 milioni. Invece di provare a invertire la tendenza si taglia, l’effetto si vedrà soprattutto a partire dal 2024/2025, le fusioni sono concentrate per il 70% nel Mezzogiorno a causa del calo demografico, dell’emigrazione e di una situazione preesistente più complessa. La più penalizzata dovrebbe essere la Campania con circa 150 fusioni, segue Sicilia (109), Calabria (79), Puglia (66), Sardegna (45) e Lazio (37).
LA RIORGANIZZAZIONE, prevista nel Pnrr, si realizzerà attraverso un decreto del Mim, di concerto con il ministero dell’Economia, previo accordo in Conferenza unificata entro maggio. Senza intesa deciderà il ministero dell’Istruzione. Gli attuali parametri minimi per la costituzione delle autonomie scolastiche si innalzano da 600 alunni a 900/1.000. Il numero complessivo delle scuole passerà da 8.136 a 6.885. Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil: «Si scrive dimensionamento scolastico ma si chiamano tagli. In quanto all’europeismo a corrente alternata, gli argomenti usati da Valditara sono assai deboli: il Pnrr segnala la necessità di intervenire sul dimensionamento, come pure sul numero di alunni per classe, al fine di “fornire soluzioni ad alcuni problemi che le scuole italiane stanno vivendo”. Ci sarà un aumento delle scuole prive di dirigente scolastico e di Dsga da assegnare in reggenza con tutte le disfunzionalità che ne conseguono».
LA CONCLUSIONE: «La scelta di accorpare gli istituti, senza diminuire il numero di alunni per classe, non è certo la soluzione idonea a migliorare la qualità del servizio. Il dimensionamento così progettato comporterà riduzioni di posti in organico che toccheranno anche il resto del personale. Quindi ancora una volta stiamo parlando di tagli e solo di tagli e non di qualità della scuola e della didattica. Infine saranno colpiti i territori dove la rete scolastica è più fragile come Mezzogiorno e aree interne».
IL PRESIDENTE della regione Campania De Luca ieri ha annunciato: «Impugniamo la decisione del governo davanti alla Corte costituzionale. È un provvedimento incostituzionale e non l’accettiamo. Mi auguro che altri colleghi ci sostengano. Non facciamo nessun dimensionamento prima della pronuncia della Corte». Le prime dichiarazioni di sostegno sono arrivate dall’assessore regionale al ramo della Puglia e dal candidato governatore del Lazio, Alessio D’Amato. La regione ieri ha promosso a Napoli gli Stati generali della scuola: «La Campania – ha sottolineato De Luca – vuole estendere la mobilitazione a tutta Italia. Un passo alla volta ci stiamo avvicinando alla privatizzare Sanità e Scuola pubblica. L’idea del governo è dare al Sud meno personale e aule più affollate. L’attuale legge di bilancio non stanzia un euro per i prossimi tre anni per l’edilizia scolastica e riduce le risorse per la fascia 0-6 anni».
SULLA PROPOSTA di Valditara di differenziare gli stipendi in base all’area geografica: «Le paghe degli insegnanti sono la metà di quelle dei tedeschi. Noi vogliamo aiutare i docenti che vanno a lavorare nelle aree disagiate, i compensi differenti in base alla regione sono un’idiozia, un modo per dividere l’Italia. Poniamo in maniera forte il problema della dignità retributiva del personale scolastico: occorrono 8 miliardi per parificare i docenti alla media europea, trovateli. Come li avete trovati per le Partite Iva e per le squadre di calcio». L’assessora regionale Lucia Fortini: «Già oggi ci sono dirigenti scolastici che devono governare 10 plessi. Le nuove regole ridurrebbero drasticamente anche il personale Ata e, a un certo punto, pure i docenti. Abbiamo bisogno invece di dimensioni a misura di studente. Questa misura farà aumentare la disoccupazione e sarà un colpo terribile ai piccoli centri. L’effetto sarà meno figli e ulteriore emigrazione».
UN NUOVO DRENAGGIO di risorse verso il Nord proprio mentre la Lega cerca di accelerare sull’autonomia differenziata: «Pare che il ministro Calderoli abbia tolto dalla bozza ogni riferimento alla spesa storica – il commento di De Luca – ma resta una finzione perché poi dice che sarà una commissione tecnico-politica a valutare come trasferire le risorse». E ancora: «Se qualcuno continuerà a ripeterci che l’autonomia si fa a costo zero per le finanze pubbliche vuol dire che ci stiamo prendendo in giro».