Scuola, l'ultimo caos è sulla data d'inizio De Luca: "Così è impossibile aprire"
Del resto a De Luca è arrivata una lettera firmata dall'Anci regionale in cui i sindaci campani chiedono di posticipare l'inizio della scuola al 24 settembre, dopo le elezioni regionali
Roma
«Riaprire la scuola così non è possibile». Di certo non è l'unico tra i presidenti di regione a pensarlo, ma Vincenzo De Luca è il primo a sfogarsi: «Nelle condizioni attuali è impensabile far ripartire le lezioni – ha detto il governatore della Campania – non so quello che saranno in grado di fare nelle prossime due settimane, ma avremo scelte complicate da fare». Del resto a De Luca è arrivata una lettera firmata dall'Anci regionale in cui i sindaci campani chiedono di posticipare l'inizio della scuola al 24 settembre, dopo le elezioni regionali. Una scelta analoga è stata già fatta da Sardegna, Puglia e Calabria. L'uscita del presidente campano ha irritato il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia: «Si sa che la competenza sull'inizio dell'anno scolastico è regionale, non devono chiedere il permesso al governo – si è sfogato con i suoi collaboratori – De Luca non fa nulla di fenomenale, la vende come chissà quale iniziativa, perché è uno che vende i tappeti come fossero oro». Ennesimo capitolo della difficile dialettica di queste settimane, anche se ieri la Conferenza delle Regioni ha dato il via libera alle "Indicazioni operative per la gestione dei casi e focolai di Sars-Cov-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell'infanzia". Con una raccomandazione: lasciare che ogni scuola definisca autonomamente l'eventuale riattivazione della didattica a distanza in caso di nuovi focolai e contag i.
Uno scenario a cui non vuole pensare la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, contro la quale la Lega ha annunciato ieri una mozione di sfiducia. Lei si è limitata a confermare che la data indicata a livello nazionale per la riapertura resta il 14 settembre: «Lavoriamo da settimane e abbiamo investito tanto per questo obiettivo – ha spiegato – quindi il 14 si riparte». Sulla stessa linea il segretario dem Nicola Zingaretti: «Questo governo deve avere l'ossessione della scuola senza se e senza ma – ha avvisato – il 14 si deve riaprire e su questo il Pd darà battaglia perché non può esserci alcuna scusa». Anche il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, in audizione alla Camera, ha ribadito che riaprire la scuola è una «necessità assoluta», anche se «potrebbe produrre un lieve incremento dell'indice di trasmissione del contagio, come è successo all'estero». Per Miozzo bisogna «fare i conti con la realtà e prepararsi a probabili chiusure».
Il Comitato intanto ha chiarito che gli studenti sopra i 6 anni non dovranno portare la mascherina in classe, una volta seduti, se sarà garantito il distanziamento di almeno un metro. Mentre dovranno sempre indossarla negli spostamenti, a parte quando mangiano o fanno ginnastica. Vanno bene anche le mascherine di stoffa, «pure con Batman o Superman disegnati sopra», ha scherzato Miozzo. Quanto all'uso dei termoscanner all'ingresso delle scuole, il Cts non si dice contrario, ma sottolinea le difficoltà tecniche dell'operazione: per ogni misurazione ci vogliono in media 83 secondi che, moltiplicati per centinaia di studenti, finirebbero col bloccare l'ingresso a scuola. In attesa di capire come ci entreranno bambini e ragazzi, in alcuni istituti arrivano i nuovi banchi monoposto. Non a caso le prime consegne avverranno oggi a Codogno, Nembro e Alzano Lombardo, paesi simbolo dell'epidemia di coronavirus. Il Commissario per l'emergenza Arcuri, infatti, ha ordinato alle aziende produttrici di spedire i primi lotti disponibili nelle zone più colpite dal Covid. L'obiettivo resta quello di ultimare le consegne entro la fine di ottobre. nic. car.—