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Scuola, l’offensiva dei sindacati. A Firenze a rischio il primo giorno

Fissata assemblea di quattro ore di Cgil e Cisl. La Uil si smarca: è una data sbagliata

11/08/2015
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Corriere della sera

La battaglia contro la «Buona scuola» di Renzi rischia di travolgere anche le regole non scritte della sacralità dei riti: il primo giorno di scuola i cancelli potrebbero restare chiusi per «assemblea sindacale». Ad alzare il livello dello scontro, così come anticipato dal Corriere Fiorentino , sono i sindacati locali della scuola (Flc Cgil, Cisl scuola, Snals, Gilda e Cobas) che hanno annunciato con un volantino un’assemblea dei docenti e degli Ata (ausiliari tecnici e amministrativi) per il 15 settembre, dalle 8 alle 12, di fatto boicottando l’inizio dell’anno scolastico. Un affronto al premier nella sua città? «No, Firenze non è un simbolo — assicura Alessandro Rapezzi, segretario regionale Cgil Toscana — l’assemblea è solo uno strumento. La riforma è stata frettolosa e ha prodotto una serie di incongruenze: solo a Firenze, su 8.000 posti vuoti, 3.500 saranno occupati con stabilizzazioni, per il resto supplenze. Se l’assemblea del primo giorno di scuola fa parlare dei problemi, ben venga».
L’assemblea di 4 ore è in effetti una prerogativa delle sigle sindacali del capoluogo toscano visto che nel resto d’Italia il massimo previsto è 3: ma il vero rischio è che la forma di protesta possa allargarsi alle altre città, rinviando di fatto il primo giorno di lezioni. «È solo una delle tante iniziative — minimizza il segretario nazionale Cgil scuola Mimmo Pantaleo —. L’11 settembre avremo un incontro con le Rsu per stabilire le diverse forme di mobilitazione, ma non cambia niente rispetto a quanto avevamo già annunciato: la riforma fa acqua da tutte le parti e noi non ci fermiamo». Sulla stessa linea Francesco Scrima, Cisl scuola: «L’iniziativa fiorentina fa capo all’autonomia territoriale, ma al di là delle singole iniziative noi proseguiamo su due fronti: la vertenza sindacale e quella giudiziale». Almeno tre i punti su cui potrebbe essere presentato un ricorso collettivo: il piano di assunzioni, nella parte in cui non prende in considerazione i precari con 36 mesi di servizio non inseriti nelle Graduatorie a esaurimento; i 200 milioni al merito, una retribuzione che incide sul salario ma senza passare dalla contrattazione nazionale; e il comitato di valutazione, che include anche genitori e studenti. Ma se questa strada è condivisa da tutti e tre i sindacati confederali, il fronte — finora compatto — rischia di incrinarsi proprio sull’iniziativa fiorentina: «Il primo giorno di scuola è sacro, è il giorno dell’accoglienza — si smarca il segretario della Uil Pino Turi —. Noi non abbiamo aderito a quest’iniziativa perché non abbiamo come controparte gli studenti e le famiglie. Non è questo il modo di esprimere il dissenso alla riforma». Un modo potenzialmente esplosivo, dunque, e da tanti punti di vista: lo strumento di protesta è stato già utilizzato, sempre per bloccare il primo giorno di scuola, nel 2010 sempre a Firenze, scatenando la reazione dell’ufficio scolastico regionale e del prefetto. Uno scenario che potrebbe ripetersi, con un braccio di ferro sindacati-governo? «No, io sono assolutamente per la tutela dei diritti sindacali e quindi non bloccheremo alcuna forma di protesta — assicura Gabriele Toccafondi, sottosegretario fiorentino all’Istruzione, di Ncd —. Ma secondo me è tutto sproporzionato. Ce l’hanno col governo, non con la riforma: una parte della sinistra, insieme ai sindacati, sta giocando una partita politica sulla scuola, sui ragazzi: e questo è rischioso».
Valentina Santarpia
@ValentinaSant18

 


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