Scuola, insieme merito e uguaglianza
Maria Chiara Carrozza-Rettore Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa
LA VALORIZZAZIONE DEL MERITO INDIVIDUALE SAREBBE FORSE DI DESTRA, ENTRELASINISTRAPERSEGUIREBBEUNGRIGIO APPIATTIMENTO DI MASSA? QUESTA È LA VISIONE caricaturale che qualcuno vorrebbe trarre dalle discussioni accesesi in questi giorni intorno alle proposte di riforma del governo. Ora, su questo punto culturalmente e politicamente cruciale bisogna intendersi bene, senza equivoci. E l’equivoco più grave sarebbe proprio quello di attribuire alla politica scolastica della sinistra una contrarietà o diffidenza verso la crescita di studenti, di scuole, di ricercatori, di poli di ricerca eccellenti. È vero il contrario: perché è, perché deve essere appunto la realizzazione e valorizzazione di questi picchi l’esito finale di una crescita complessiva del sistema di istruzione e di formazione alla ricerca perseguito dalla sinistra come condizione strutturale. Insomma, non una competizione fra individui in fuga isolati da un gruppo in ritardo perenne e sempre più grave, ma l’esprimersi delle capacità migliori (individuali e di gruppo, creative e organizzative) su un solido terreno egualitario. Eguaglianza, si intende, non come primato al ribasso della mediocrità, ma come generalizzazione delle condizioni di accesso all’eccellenza: non una gara fra iperdotati ma la scoperta e valorizzazione dei più dotati attraverso un processo di mobilità sociale che nella scuola e nell’università deve avere il suo principale centro propulsivo. Infatti è proprio nella perdita di questa capacità di promuovere la mobilità sociale che si manifesta la crisi profonda in cui è impantanato il nostro sistema di istruzione pubblica. Il vincitore di un’olimpiade, in qualsiasi ramo sportivo, rappresenta sempre la vetta di un vasto movimento di base in quel settore: non è mai un exploit isolato, e quando lo fosse non lascerebbe comunque traccia. La cosiddetta meritocrazia (concetto improprio e in sé assai confuso) andrebbe piuttosto ricondotta al più sano “merito”: che pertiene all’eccellentissimo primo, al buon secondo, ma anche al centesimo che si batte per migliorare a novantesimo. Così cresce un gruppo, così cresce un Paese. Massima attenzione, dunque, allo stimolo per i migliori: ma dando a tutti, appunto, la condizione per partecipare alla gara, di proporsi come i migliori, o comunque di migliorare. Credo che la discussione, condotta in questo spirito, possa trovare punti di convergenza positivi, e alcune dichiarazioni e precisazioni del ministro Profumo vadano nella direzione giusta: ed è in ogni modo molto positivo che, in questo momento di crisi economica, il tema dell’istruzione e della formazione alla ricerca sia stato posto di nuovo al centro dell’attenzione: ma di quale crescita che sia duratura e non congiunturale si potrà mai parlare senza investimento in queste funzioni fondamentali dell’intervento pubblico, scuola e università? Bene dunque l’impegno riformatore nel settore e meglio ancora - ce ne sono tutte le condizioni - una convergenza fra l’azione riformatrice del governo e le esigenze di equilibrio fra valorizzazione del merito e condizioni di eguaglianza poste dalle forze politiche più sensibili all’esigenza di crescita in un contesto di equità sociale