Adriana Pollice
«Lavoriamo per la scuola in presenza, un impegno che il presidente Draghi si è preso»: il ministro Bianchi, in audizione alla Camera ha illustrato la strategia del governo e fornito i numeri dei contagi. «La prima opzione è la didattica in presenza – ha puntualizzato -. Non è la dad che fa male ma l’isolamento e la comunità è la prima cura. Serve un uso maturo degli strumenti digitali per mettere in connessione luoghi e spazi diversi».
I DATI si riferiscono a 6.693 scuole su 8.157 totali (ne mancano 1.464) e riguardano il periodo 10 – 15 gennaio. Su 374.740 classi, 247.269 hanno funzionato in presenza (93,4% del campione); in 40.236 classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado c’è stata la didattica integrata (13,1% del campione); in 20.185 classi dell’infanzia si è ricorsi alla dad (6,6%). Se si valuta il totale degli alunni (7.362.181), hanno partecipato alla rilevazione in 6.022.099 (1.340.082 in meno). In presenza sono stati 5.322.932 (88,4% del campione; 628.873 nella scuola dell’infanzia; 1.694.946 nella primaria; 2.999.113 nelle secondarie). I positivi o in quarantena nella scuola dell’infanzia sono ostati 62.539; positivi o in dad nella primaria 207.937; in dad o in didattica mista nelle secondarie 428.691.
IL REPORT REGIONALE risente delle diverse percentuali di adesione al monitoraggio. In Veneto, ad esempio, mancano all’appello il 25,8% degli alunni: su 574.274 totali, 426.142 sono rientrati nel campione e di questi 374.083 hanno frequentato in presenza. In Emilia Romagna manca il 26,8%: sui 543.921 studenti totali, ne sono stati censiti 398.421, di questi 348.303 hanno frequentato in presenza. In Campania su un totale di 833.812 studenti (ma alla regione ne risultano 935mila) sono stati censiti 659.377, di questi 594.912 in presenza. La regione ha diffuso i numeri dei contagi: 11-17 gennaio 25.745 casi nella fascia 0-13 anni.
IN LOMBARDIA gli alunni totali sono 1.161.377, monitorati 899.565 (manca il 22,5%), di questi 791.350 hanno frequentato in presenza. Il Pirellone ieri ha dato le cifre del contagio tra i banchi: al 16 gennaio risultano 5.415 classi in quarantena, 67.433 studenti in dad. In quarantena anche 3.320 operatori scolastici: «Un trend in forte aumento in quasi tutte le fasce d’età, in particolare tra 3 e 5 anni». Il dato più alto riguarda i 6-10 anni: tra il 10 e il 16 gennaio 17.675 contagi. Sono invece cresciuti da 3.792 a 6.824 i casi fra i 3 e i 5 anni. Tra i 14 e i 18 anni 16.379 casi; fra gli 11-13 anni 9.894 positivi; 0-2 anni 3.882 casi. In quarantena 22.600 bambini di materne e nidi; 24.107 alunni delle primarie (più 1.058 operatori); 9.006 studenti delle secondarie di primo grado (più 94 operatori) e 11.715 allievi delle scuole secondarie di secondo grado (più 83 operatori).
IL PERSONALE SCOLASTICO non vaccinato è appena lo 0,9%, ha spiegato Bianchi. Sui sistemi di aerazione il ministro ha dovuto ammettere: «La responsabilità è di comuni e province». Per il personale Covid: «L’abbiamo legato allo stato d’emergenza (che finisce il 31 marzo ndr) ma il personale deve portarci fino in fondo. Sono pronto a ragionare su un nuovo piano estate». Ad agosto però il governo ha deciso di finanziare il personale Covid solo fino a dicembre e c’è voluto uno sciopero per avere la proroga a marzo. Sui protocolli Covid: «Il tema cruciale è la semplificazione. Le difficoltà maggiori riguardano il rientro post positivo o post quarantena».
SUL MONITORAGGIO, Bianchi ha sottolineato: «Il ministero utilizza il Sidi, un sistema puntuale che permette di interagire con tutte le scuole. Così abbiamo osservato fin dall’anno scorso la pandemia. Siamo in grado di avere i numeri in termini continuativi». Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Giannelli: «Le nostre stime erano diverse in quanto gli iscritti segnalavano l’infittirsi dei contagi. Chiediamo che il ministero pubblichi con cadenza settimanale tutte le statistiche necessarie ad avere contezza del quadro generale».
DURA LA FLC CGIL: «Da Bianchi giungono notizie opache. Dati che, se confermati, sono meno rassicuranti di quanto appaiono: il 6,6% in dad e il 13,1% in ddi significa che ci sono 64.368 classi in modalità a distanza o mista pari al 19% del totale. Non rimane che diffidare il ministro per inadempienza contrattuale: in forza del Protocollo sulla sicurezza, che è un istituto contrattuale, il sindacato ha il diritto di ricevere i dati del monitoraggio. Peraltro, le cifre fornite dal ministro, in sede non sindacale, sono generiche e poco trasparenti. Dalle scuole ci vengono forniti dati allarmanti: ogni mattina occorre ristrutturare l’orario, chiamare supplenti, gestire classi scoperte».
LA GILDA DEGLI INSEGNANTI: «I sindacati, per legge e per contratto, hanno titolo ad accedere alle informazioni». E la Uil: «I dati non corrispondono alla nostra percezione che la scuola funziona al 50%. Bianchi ci convochi per una spiegazione e un confronto».