Scuola, il pressing dei presidi: il vaccino ai prof non sia una scelta
De Luca: 70% di copertura o in classe solo gli immunizzati Il Cts propone di fare a meno del distanziamento
Gianna Fregonara
Non è nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi. Ma non è escluso che se ne parli: la questione del vaccino agli insegnanti e al personale scolastico tiene banco, anche in vista dell’incontro al ministero dell’Istruzione con i sindacati per cominciare a discutere del protocollo per tornare in classe a settembre. È il capo del sindacato dei presidi, Antonello Giannelli, a rilanciare l’idea dell’obbligo della vaccinazione, parlando a RaiNews2: «Per riprendere in sicurezza e fare a meno del distanziamento, come si legge nel parere del Cts, servirebbe la totalità dei vaccinati o la quasi totalità, secondo percentuali che lo stesso Cts dovrebbe precisare. Qualora non si riuscisse in tempi molto rapidi a ottenere questa vaccinazione si dovrebbe valutare una forma di obbligo per coloro che sono a contatto con l’utenza». Una soluzione, quella di introdurre l’obbligo, che non convince il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: «Sono 215 mila gli insegnanti non vaccinati: sembra un numero altissimo, mentre invece è una percentuale bassa e localizzata in alcune regioni. Credo che una moral suasion sia necessaria in quelle regioni che altrimenti avrebbero seri problemi nella didattica». Il tema dell’obbligo è per ora «controverso», per usare le parole della ministra Mariastella Gelmini e divide i partiti che sostengono il governo.
I sindacati degli insegnanti evitano di entrare nel merito: «È una decisione del governo, non oggetto di trattativa — spiega Francesco Sinopoli segretario Cgil scuola — se si riterrà che serve per la salute pubblica, ci adegueremo. Non vorremmo però che la questione della vaccinazione diventasse un diversivo rispetto ai problemi che vanno risolti in vista di settembre, a partire dagli insegnanti dell’organico Covid per i quali ci sono i fondi solo fino a dicembre».
Non è neppure chiaro quanti siano i docenti che ancora non si sono prenotati. La struttura del commissario Figliuolo è ottimista sui numeri e farà il punto con le Asl il 20 agosto. Lo stesso Giannelli pensa che siano meno dei circa 200 mila che compaiono nel report del governo di venerdì scorso: «Centomila potrebbe essere un numero ragionevole». Ci sono Regioni che hanno completato la platea come la Campania e il Friuli-Venezia Giulia, il Lazio e il Molise dove mancano rispettivamente 114 e 15 persone all’appello. E poi Regioni come la Liguria, la Sicilia, la Calabria e la Sardegna dove l’immunizzazione procede troppo lentamente per arrivare in tempo per settembre. Un eventuale obbligo vaccinale, con esclusione dall’insegnamento o attivazione della Dad potrebbe ricadere su quegli studenti che i dati dell’Invalsi hanno indicato come i più bisognosi di tornare in classe per recuperare.
Guardando oltre frontiera la questione dell’obbligo vaccinale non è tra le misure consigliate: l’America Academy of Pediatrics ha messo tra le indicazioni per tornare in classe la mascherina per tutti, bambini sopra i 2 anni, ragazzi, insegnanti e staff, indipendentemente dal vaccino. «Combinare diversi tipi di protezione, dal vaccino alle mascherine, all’igiene delle mani renderà la scuola in presenza sicura e possibile», scrivono gli esperti Usa in un documento che non è molto dissimile dalle raccomandazioni del Cts, pubblicate la settimana scorsa: prevedono l’uso di mascherine e l’adozione delle altre misure, consentendo di ridurre il distanziamento dove non sia strutturalmente possibile. Per gli insegnanti raccomandano il green pass per garantire un monitoraggio dei rischi.
In attesa delle decisioni sugli insegnanti, che tra l’altro non riguarderebbero la sua regione dove sono già tutti
vaccinati, il presidente della Campania Enzo De Luca manda un vero e proprio ultimatum ai ragazzi: «È evidente che il mancato raggiungimento della soglia del 70 per cento (la scorsa settimana aveva parlato dell’80 per cento,ndr) di immunizzazioni obbligherebbe le direzioni scolastiche a mantenere il doppio regime: studenti vaccinati in presenza, e didattica a distanza per chi non lo è». In Campania oltre il trenta per cento dei 12-19enni è già stato vaccinato con la prima dose, un dato più alto della media nazionale che è intorno al 25 per cento. Se l’ultimatum di De Luca fa parte di una strategia di persuasione, riapre comunque il dibattito sugli studenti. La conferenza delle Regioni consiglia di dividere tra studenti vaccinati e non vaccinati nel caso di focolai e quarantene: i primi a scuola, gli altri in Dad. Dalla Francia viene un’indicazione diversa: il premier Jean Castex ha già annunciato che «non ci sarà l’obbligo del pass sanitario nelle scuole. Tutti in classe».