Scuola, il governo studia le assunzioni
In arrivo i decreti per circa 20mila docenti
BIANCA DI GIOVANNI
ROMA
Arriveranno domani sul tavolo del consiglio dei ministri i decreti presidenziali che autorizzano il ministero della Pubblica istruzione ad assumere dirigenti scolastici e personale docente e non docente. Di recente il ministro Francesco Profumo ha confermato in una conferenza stampa l'assunzione di circa 21.112 docenti, che andranno ad aggiungersi ai 67mila dell'anno scorso. La situazione si complicherà comunque al momento dell'attuazione, perché l'operazione si somma a quella della spending review che prevede dei soprannumerari e degli idonei. Insomma, si aprirà una fase di mobilità interna difficile da governare. Il consiglio del rientro prevede anche un altro provvedimento che riguarda l'istruzione: cioè l'esame preliminare di uno schema di decreto del Presidente della Repubblica recante un regolamento sul Sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione. In questo caso si tratta di rendere strutturale e pienamente operativo il sistema di valutazione degli istituti elaborato dall'Invalsi in circa 5 anni di ricerca. la pratica è stata oggetto di violente polemiche e contestazioni da parte di sindacati e studenti durante la sua applicazione sperimentale. Non si esclude che anche stavolta la mossa del ministero venga accolta con una mitragliata di accuse. Ma da Viale Trastevere insistono: bisogna adeguarsi agli standard internazionali, come chiede l'Ocse.
MENO TASSE PER GLI INVESTIMENTI Nessun provvedimento specifico, ma un esame collegiale è quello che si prevede per le misure per la crescita. Durante l'estate si sono moltiplicati piani, dall'agenda digitale alle semplificazioni, fino al riassetto della rete aeroportuale. Tutti dossier già aperti da tempo, che attendono l'attuazione. Ultima proposta, in ordine di tempo, partita da Via Veneto è la sterilizzazione dell'Iva per gli investimenti in infrastrutture. Ad annunciarla è stato il viceministro allo Sviluppo Mario Ciaccia, intervenendo al meeting di cl a Rimini. «Stiamo studiando la defiscalizzazione per le nuove infrastrutture per le quali si sia accertato che dal punto di vista tecnico non sono sostenibili per un piano economico-finanziario a causa del peso dell'Iva. Dobbiamo intervenire su questo punto ha spiegato Ciaccia Si pensa a una sterilizzazione totale dell'Iva». Secondo il viceministro questa operazione avrebbe un Al consiglio dei ministri di domani il regolamento per l'Invalsi e un giro di tavolo sulla crescita impatto positivo sull'economia pari a 5-6 punti di Pil: insomma, sarebbe un'iniezione di oltre 80 miliardi. Per non parlare degli effetti positivi sull'occupazione. «Stiamo studiando un ddl ha detto ancora Ciaccia che completi le circa 120 norme emanate in materia di infrastrutture». La proposta del viceministro ha ricevuto molti consensi, da Confindustria all'Ance e ad Autostrade, fino alla Cassa depositi e prestiti, anche se dal governo sottolineano quanto siano stretti i margini di un'operazione di questo tipo. «Puntare in modo deciso sull'utilizzo della fiscalità commenta Giorgio Squinzi come leva per favorire gli investimenti in infrastrutture è una scelta che Confindustria condivide pienamente». La proposta lanciata dal viceministro «è molto interessante» e dimostra che il governo ha compreso che i project bond e le semplificazioni «non bastano a rilanciare la crescita», ma serve anche «la leva fiscale come vediamo sta accadendo negli Stati Uniti». La pensa così il presidente di Cdp Franco Bassanini, il quale ricorda come la proposta «riprende e sviluppa quella di Astrid, Italiadecide e Respublica» e «non ha oneri per i conti pubblici».Per Bassanini questa misura dovrebbe interessare anche le reti tic di nuova generazione, che sono «un fattore decisivo di competitività». La proposta «verrà accolta bene dal mercato e renderà finanziatili opere che ora non lo sono», afferma, sempre dal Meeting di Rimini, Giovanni Castellucci, ad di Autostrade per l'Italia. Per l'Ance la misura allo studio «è un'ottima soluzione per liberare risorse per interventi che servono al Paese».
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